2 dicembre 2013
Tags : Cristina Cattaneo
Biografia di Cristina Cattaneo
• Casale Monferrato (Alessandria) 18 gennaio 1964. Antropologa forense. Dirige il Labanof, nome in codice del Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano. Fu lei a eseguire l’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra e ritrovata morta tre mesi dopo.
• «Considerata tra i massimi esperti in Italia di Antropologia forense, come dire la nostra Kay Scarpetta, con tre lauree, due all’estero e quella di Medicina e chirurgia in Italia» (Antonella Mariotti) [Sta 14/11/2009].
• «Punto di riferimento per molte procure quando c’è da stabilire come si è svolto un delitto o da valutare il danno di una violenza. Soprattutto, quando ci sono resti umani da identificare, gente senza identità, morti senza nome rinvenuti in un lago o su una panchina: come Kay Scarpetta nei romanzi di Patricia Cornwell, come Tempe Brennan in quelli di Kathy Reichs, o gli specialisti della serie CSI, che non ama affatto» (Sabina Minardi) [Esp 13/5/2010].
• «È una giovane donna del Monferrato dagli occhi celesti. Ha un passato di ballerina e una passione segreta per il violoncello. (…) Lei studia nei cadaveri di uccisi i segni degli assassini che li resero tali, altre volte restituisce la dignità di esistenza ai resti che non hanno più nome. Il suo campo visivo raggiunge anche quelle persone che paiono morte, anche se ancora in vita. Sono le vittime di stupri, violenze, botte bestiali e atti di sadismo. “Noi non abbiamo mai un happy ending, le nostre storie non ammettono resurrezioni, ma per noi finire bene significa aiutare a fornire alla giustizia un lavoro scientifico”. Cristina ha come pensiero fisso il ristabilire una realtà professionale in un campo in cui l’“effetto CSI” ha seminato fantascienza. È più facile che nella sua attività lei usi la pala per sterrare dove le indica un cane da cadavere, piuttosto che il fanta rilevatore satellitare delle belle dottoresse dalle unghie laccate delle fiction tv. (…) Cristina non partecipa ai talk show, anche se lei quei cadaveri, di cui si parla tanto volentieri seduti sui divanetti bianchi della tv, li conosce bene, ma perché se li è presi in braccio almeno una volta. Cristina al massimo scrive libri appassionati sulle storie dei suoi morti, a volte senza nome, a volte con nomi celebri. Guai a dirle che sono romanzi, per lei sono le cronache esatte delle sue notti all’obitorio (…) Quando era ancora ragazzina si divideva tra la passione per la danza e per il calcio femminile: “Ero una brava ballerina, soprattutto nella moderna, mi avevano chiamato a una selezione al Teatro Verdi a Torino”. Il padre però la fa partecipare con l’inganno a una selezione per un’università di scienze biomediche in Canada dove si trovava per lavoro in quel periodo, il destino è segnato, la prendono e da allora sarà un’ex ballerina» (Gianluca Nicoletti) [Sta 16/7/2010].