La Gazzetta dello Sport, 30 novembre 2013
Quasi nessuno si occupa delle primarie della Lega, in calendario per il 7 dicembre, Bossi contro Salvini
Quasi nessuno si occupa delle primarie della Lega, in calendario per il 7 dicembre, Bossi contro Salvini. Mentre si vedono grossi titoli sui guai di Cota, il governatore del Piemonte (questioni di rimborsi spese e di liste irregolari, quasi di sicuro si rivoterà), e soprattutto sui guai di Bossi e della sua famiglia, impaniati negli scandali dell’anno scorso che portarono alle dimissioni con lacrime del Senatur e alle ramazze di Maroni, agitate in un comizio rimasto famoso e propedeutiche all’ascesa del medesimo alla segreteria del partito e alla presidenza della Regione.
• Sa che la faccenda del Bossi, del Trota e del cerchio magico non me la ricordo più bene? La magistratura, poi, ci mette un sacco di tempo per arrivare al dunque... Che anno era?
Era il 2012. Aprile 2012. Venne fuori che Bossi e la sua famiglia, più l’amministratore Belsito e la Rosi Mauro, usavano con una esagerata disinvoltura i soldi della Lega. Una storia al limite tra il grottesco e il tragico. Avevano provato a investire in Tanzania e le banche della Tanzania (dicesi “della Tanzania”) avevano respinto il denaro giudicandolo di provenienza poco affidabile. Scrivemmo un po’ tutti, sulla base delle risultanze della magistratura, che i due Bossi junior si compravano lauree in Albania oppure macchine, gioielli eccetera con i soldi dei rimborsi elettorali, in teoria denaro pubblico, ma ancora pubblico quando finiva nelle casse di una formazione politica? Dilemma sottile, che non fu mai risolto perché ci sarebbe voluta una definizione della forma partito che Alfano, Bersani e Casini promisero per «dopo le amministrative» e che fu subito dimenticata. Il figlio di Bossi, cioè Renzo, cioè il Trota, rilasciava dichiarazioni come questa: «In questi giorni sembra che io viva in ville con la Ferrari e tutto il resto, invece abito con Silvia, la mia fidanzata, in un bilocale in provincia di Milano, 68 metri quadrati. Altro che ville di lusso. Sono tranquillo e sereno. Confido nella giustizia». La giustizia adesso si prepara a rinviarlo a giudizio.
• La notizia è questa?
Non è ancora successo. Sta per succedere. Per ora s’è chiusa l’indagine. Le accuse sono di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. Oltre a Bossi e ai suoi figli, la Procura di Milano accusa l’ex tesoriere Belsito, Rosi Mauro, e un gruppetto di altri meno conosciuti. Calderoli è fuori (era parso anche a noi, l’anno scorso, che non c’entrasse niente), fuori anche la moglie di Maroni che evidentemente aveva il diritto di farsi dare soldi per la sua scuola Bosina.
• Dopo un anno e mezzo si sarà capito di che cosa li accusano esattamente.
Robledo, Filippini e Pellicano imputano a Bossi una truffa per 40 milioni di euro, qualificata come «utilizzo improprio dei rimborsi elettorale». La Guardia di Finanza definisce la contabilità della Lega Nord come «del tutto inattendibile e in larga misura priva dei documenti giustificativi di spesa». In particolare, Bossi sarebbe nei guai per 208 mila euro: 1.583 euro di lavori edili nella casa di Gemonio, 13.500 e 20mila euro in due assegni rubricati “casa Capo lavori”, 81mila euro di lavori edili per la casa di Roma, 9mila per il ricovero di un figlio, 160 per un regalo di nozze, 26mila per capi d’abbigliamento, 2.200 di gioielli, 1.500 per le cure dentistiche. Renzo deve rispondere di 145 mila euro: 12 multe, due cartelle esattoriali, l’assicurazione dell’auto e l’acquisto (77mila euro) del titolo di laurea albanese presso l’università Kristal di Tirana. L’altro figlio Riccardo avrebbe un buco di 157 mila euro: 23 multe, cinque riparazioni d’auto in carrozzeria, altrettanti leasing o noleggi di vetture, l’abbonamento a Sky, spese del veterinario, rate dell’università dell’Insubria, canoni d’affitto di casa, spese di mantenimento della moglie. Saltiamo gli otto milioni che contestano a Belsito. Rosi Mauro avrebbe preso dalle casse leghiste centomila euro, e, di questi, 77 mila sono serviti per comprare la laurea in Albania alla sua guardia del corpo Pierangelo Moscagiuro. Mi pare che questo breve elenco renda l’idea anche in termini di stile.
• Che dicono in Lega?
In generale tutti zitti. «Fonti qualificate in via Bellerio», come dicono le agenzie, fanno notare che «la Lega è parte lesa».
• Salvini, che per la segreteria deve vedersela con Bossi, sarà contento.
No. Ha postato questa dichiarazione: «Finito (forse) con Berlusconi e Ruby, adesso il Tribunale di Milano torna a “occuparsi” di Bossi e della Lega. I processi a mafiosi e assassini possono attendere». Anche Bossi sposa la teoria del complotto: «Strano questo tempismo. Questa cosa non mi aiuta certo…Una cosa che esce proprio adesso e mi lascia sconcertato».