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 2013  novembre 28 Giovedì calendario

Biografia di Giacomo Cardaci

• Udine 13 agosto 1986. Scrittore. Libri: Alligatori al Parini (Mondadori, 2008), La formula chimica del dolore (Mondadori, 2010). «Un ciuffo biondo che lo fa assomigliare a Tin Tin» (Daniela Mattalia).• «Ha capito benissimo in quale meccanismo è finito, quasi per caso, per aver vinto un premio letterario di provincia con i suoi divertenti raccontini real-fantasy sulla sua scuola, il Parini del celebre allagamento teppistico, avvistati da Mondadori (...) “A parità di bravura, un adolescente oggi si vende meglio di un adulto. Io non so che libro ho fatto, magari (...) sarò un talento fallito, magari no, ma il fatto è (...) che sono gli anziani a condurre il gioco, noi siamo semplicemente cooptati in un meccanismo che non possiamo controllare”» (Michele Smargiassi) [Rep 17/2/2008].
• A vent’anni si è ammalato di tumore, il linfoma di Hodgkin. Per combatterlo «“l’ho chiamato Gigetto”. Dappertutto, su qualunque foglio gli passa tra le mani lui scrive “A morte Gigetto”, per esorcizzalo» (Giangiacomo Schiavi) [Cds 9/5/2010]. «Per due anni e mezzo Giacomo ha fatto parte, per dirla con le sue parole, “dell’esercito degli ammalati che invece dell’uniforme indossano pigiami o vestaglie, al posto degli scarponi hanno pantofole o ciabatte. I campi di battaglia sono le sale operatorie e le camere sterili. I comandanti che devono inventare la tattica per vincere sono i medici”. La guerra del soldato Giacomo è durata due anni e mezzo, poi il nemico è stato sconfitto. Fra un ciclo di chemio e l’altro ha scritto un libro sorprendente per intensità e leggerezza: La formula chimica del dolore (Mondadori). Dove, in forma romanzata ma autobiografica, racconta di Filippo, ragazzo gay malato di cancro. Filippo è Giacomo, gay anche lui. Non c’è alcun altro filtro: la malattia, i mesi in ospedale (al San Raffaele di Milano), le storie di altri ammalati ricoverati: è tutto vero» (Daniela Mattalia) [Pan 9/6/2010].
• Ha una sorella più piccola, che a 9 anni capì che era gay: «Stavamo guardando insieme un telefilm e mi ha detto: “Giacomo, ma tu sei mille volte più gay di quello lì!”. A mia madre l’ho rivelato quando avevo15 anni. Mio padre invece l’ha saputo che ne avevo 18. L’ho portato in un locale gay e gli ho detto: vedi papà, in questo posto sono tutti gay, quello che serve al bancone, i camerieri... E lui rispondeva: “Ma guarda”. Sì, e lo sono anche tutti i ragazzi che vedi qui. E lui niente. Alla fine gli ho detto: ma dai papà, se sono tutti gay, insomma, non hai ancora afferrato? All’inizio era scosso, certo. Poi ha superato» [Mattalia, cit.].