Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

• Venezia 18 febbraio 1968. Cantautore. Bassista. Cameriere.
• «Nel battezzare la sua band Teatro degli Orrori si è ispirato al teatro della crudeltà di Artaud, ma soprattutto ha scelto “un nome volutamente sgraziato, perché se devo trasmettere qualcosa di diverso da quello che c’è in Italia te lo dico subito già dal nome, e non con una definizione buona per il marketing come i Finley” (...) Quando non è in tournée, lavora come cameriere: “Per me la musica deve avere un ruolo nella società, arricchire le persone che la ascoltano, sennò non vale niente. Invece c’è questo meccanismo di adeguamento al gusto comune che viene imposto dai media, fino a fenomeni come X Factor o Amici che sfornano degli absolute beginner che vogliono soltanto andare in tivù ed essere ammirati dalle ragazze o dai ragazzi, a seconda. Sperano in un successo immediato e meteorico”. Su questo argomento ha litigato con Mara Maionchi. “Sì, eravamo all’Mtv day a Torino a un confronto pubblico sui talent show: lei mi ha detto che ci ho messo 15 anni ad avere successo e io ho risposto che per me l’obiettivo non è il successo, ma la musica. Voglio gente ai miei concerti, questo sì, ma voglio anche contribuire in senso politico al mio paese: parlo di contenuti, non di musica militante come i 99 Posse o i Modena City Ramblers. Quando scrivo una canzone voglio indurre speranza e riflessione, mentre la musica italiana è all’opposto di questo progetto culturale, che è progressista e progressivo. Invece la Pausini, Ramazzotti, Vasco Rossi, Zucchero – tanto sono tutti uguali – sono di segno opposto (...) Sono insuperabile come cameriere: ho una lunga esperienza in ristoranti, hotel di lusso e osterie. Sono diplomato alle Magistrali, poi all’università sono stato iscritto a Pedagogia, Lingue e Filosofia, ma senza laurearmi. Suonavo, lavoravo e studiavo: a un certo punto ho mollato lo studio”» (Franco Giubilei) [Sta 16/9/2010].