La Gazzetta dello Sport, 26 novembre 2013
Domani a Palazzo Madama si dovrebbe votare la decadenza di Berlusconi da senatore e Luigi Zanda, capogruppo del Pd, ancora ieri ha confermato che la questione è fuori discussione, tuttavia ci sono un paio di questioni ancora irrisolte
Domani a Palazzo Madama si dovrebbe votare la decadenza di Berlusconi da senatore e Luigi Zanda, capogruppo del Pd, ancora ieri ha confermato che la questione è fuori discussione, tuttavia ci sono un paio di questioni ancora irrisolte.
• Quali?
La prima è la conferenza dei capigruppo di stamattina. L’ultima volta, la formula adottata per fissare il calendario dei lavori stabiliva il giorno 27 come data del voto palese sulla decadenza, ma aggiungeva: al termine della votazione sulla legge di stabilità. Ora la discussione intorno alla legge di stabilità non è conclusa, dunque il centrodestra ha un argomento nel sostenere che prima bisogna far passare quella legge e solo dopo affrontare il problema decadenza. Quindi, non è detto.
• Sa che a forza di discuterne mi sono dimenticato perché Berlusconi dovrebbe decadere?
È stato condannato in via definitiva a quattro anni, ridotti a uno per l’indulto. È colpevole, secondo i giudici, di aver evaso il fisco per sette milioni, sovrafatturando l’acquisto di diritti dei film americani. La decadenza, però sottoposta a un voto dell’aula, deriva dall’applicazione della legge Severino, la quale stabilisce che un parlamentare condannato in via definitiva a più di due anni non possa mantenere il seggio. Il centrodestra ha sostenuto che questa legge non può avere applicazione retroattiva e ha chiesto che sul punto fosse interrogata la Corte costituzionale. Eccezione sempre respinta dai senatori di sinistra. Eccoci dunque arrivati al fatidico 27, domani. E proprio alla vigilia, Berlusconi ha tirato fuori la storia che dagli Stati Uniti starebbero arrivando le prove della sua innocenza.
• Sì, ieri i telegiornali non hanno parlato d’altro. Come mai col Cavaliere non si riesce mai a venirne a capo...
Berlusconi ha convocato una conferenza stampa e ha detto: «Contiamo di avere dodici testimonianze, di cui più della metà, credo 7, completamente nuove. Queste testimonianze mi scagionano, ci prepariamo ad avanzare richiesta di revisione del processo alla corte d’appello di Brescia».
• Che cosa dicono queste nuove testimonianze?
In base a quello che ha spiegato lo stesso Berlusconi, «si tratta dell’affidavit (cioè di una dichiarazione scritta e giurata, ndr) di un manager del Gruppo Agrama. Sentito per tre volte dagli agenti del fisco americano ha ribadito la mia estraneità alle operazioni finanziarie di Frank Agrama». L’inchiesta del giudice De Pasquale imperniava il traffico di diritti che sarebbe stato messo in atto dai manager Mediaset sulla complicità di questo Agrama, un egiziano noto per aver prodotto il film Robotech. Secondo i giudici milanesi, che lo hanno condannato in via definitiva a tre anni, sarebbe stato lui il tramite per la creazione dei fondi neri. Senonché Berlusconi ha letto un testo nel quale il testimone sotto giuramento scrive: «I fondi creati da mister Agrama non sono mai stati nella disponibilità di Berlusconi». Anzi, Agrama avrebbe utilizzato i contatti con Mediaset per ingannare i fornitori, in particolare la Paramount, e il fisco americano: «La Paramount era convinta che Agrama rappresentasse gli interessi di Berlusconi, mentre i manager Mediaset erano convinti che agisse in rappresentanza di Paramount. In questo modo, alterando i contratti, evadeva grosse somme». Sulla base delle dichiarazioni del suo manager, Agrama è finito in un indagine condotta dal fisco americano: «Io credo che questa testimonianza — dichiara Berlusconi — come le altre 11, smentiscano alla base quello che ha deciso il collegio feriale della Cassazione per quanto riguarda la mia condanna».
• E ora cosa può succedere?
Gli atti sono stati già inviati alla Procura di Milano. Presto saranno alla base di una richiesta di revisione del processo. «Confido sul fatto — ribadisce l’ex premier — che questa domanda possa essere assolutamente accolta, per la chiarezza di queste notizie, che oltretutto sono anche confermate da molti testimoni che i giudici di primo e secondo grado non hanno voluto nemmeno ascoltare. Abbiamo le deposizioni di tutti questi inascoltati testimoni, che fanno riferimento alla realtà, una realtà che mi vede completamento estraneo...». Berlusconi ha anche scritto una lettera appello ai senatori del Pd e del M5S, in cui sostiene che, fissando il voto al 27 novembre, sia stato violato «ogni principio legale». E conclude: «Non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra vita e sulle vostre coscienze e di cui in futuro potreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, agli elettori e agli italiani».