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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

Jfk, quei minuti che fermarono la storia (art. del 10/11/2013)

La Stampa, domenica 10 novembre
Nell’autunno del 1963 John F. Kennedy è impegnato a preparare la prossima campagna presidenziale. Non ha ancora annunciato l’intenzione di ricandidarsi ma ha già deciso di farlo. In settembre ha fatto tappa in nove Stati dell’Ovest in meno di una settimana parlando di educazione, sicurezza nazionale e pace nel mondo. In ottobre è stato a Boston e Filadelfia. In novembre si concentra su Florida e Texas. Il 21 novembre parte per un tour di 48 ore in cinque città texane. Jacqueline, che raramente lo accompagna, è con lui: è la prima volta che si fanno vedere assieme in pubblico dopo la perdita del piccolo Patrick, in agosto. Iniziano da San Antonio, poi Houston, pernottano a Forth Worth. Il 22 novembre è l’ultimo giorno di vita del 35° presidente americano.
8.45 Kennedy parla a 5000 persone davanti all’Hotel Texas di Forth Worth, l’intento è sanare la spaccatura dei democratici texani fra il vicepresidente Lyndon Johnson e il senatore Ralph Yarborough.
9.00 Finito quello che sarà l’ultimo discorso in pubblico, Kennedy torna nell’Hotel Texas per incontrare un gruppo di imprenditori. Gli regalano cappelli e stivali da cowboy.
10.40 Kennedy e Jacqueline lasciano l’Hotel Texas per l’aeroporto. Il Presidente dice allo sceriffo della Terrant County: «Vivete in un luogo straordinario, tenetelo tale».
11.38 L’Air Force One con i Kennedy, i Johnson, il governatore John Connally e la moglie Nellie atterra all’aeroporto Love Fied di Dallas. Alle 12.30 Kennedy deve parlare al Trade Mart.
11.40 Una folta folla accoglie i Kennedy. Si fermano a stringere le mani. Molti i cartelli di benvenuto. Entusiasmo per la First Lady, che riceve un mazzo di rose. Sventolano drappi confederati.
11.45 La limousine presidenziale lascia il Love Field con i Kennedy e i Connally. JFK chiede delle condizioni atmosferiche e in ragione della bella giornata sceglie di viaggiare su una Lincoln scoperta. A guidarla è l’agente speciale Bill Greer. Tre macchine dietro c’è l’auto di Johnson. Il corteo deve percorrere i 16 km di distanza fino al Trade Mart, passando per Dallas.
11.50 La limo attraversa Lee Park diretta a Dallas. All’incrocio fra Lemmon Avenue e Lomo Alto Drive Kennedy ferma l’auto per salutare un gruppo di bambini sulla strada.
12.25 Il corteo attraversa il centro di Dallas. Da Ervay Street a Main Street due ali di gente circondano il corteo. È una folla amichevole, entusiasta, quasi invade le strade, obbliga il corteo a rallentare da 20 a 5 miglia orarie. Nellie Connally dice a Jfk: «Presidente, non potete dire che Dallas non vi ami».
12.29 Lasciata la Main Street, i motociclisti della polizia, l’auto di testa e la limo del presidente girano a destra verso Houston Street e poi a sinistra per Elm Street. Sulla destra c’è Dealey Plaza, uno spazio aperto, con pochi spettatori. Passano davanti al Texas School Book Depository.
12.30 Un suono taglia l’aria. La scorta immagina lo scoppio di un tubo di scappamento o a un fuoco d’artificio. L’unico che pensa subito ad un fucile è John Connally, esperto cacciatore. Kennedy sembra girarsi a sinistra. Otto secondi dopo i suoni di altri due proiettili. La testa del Presidente rimbalza all’indietro. Alcuni frammenti del cranio raggiungono il vestito della First Lady. L’agente Clint Hill balza sulla limo che si dirige a tutta velocità verso il Parkland Hospital.
12.35 La polizia ispeziona l’edificio del Texas School Book Depository dove, al sesto piano, c’è una finestra aperta.
12.36 La limo con Kennedy arriva al Parkland Hospital. Jacqueline ripete «hanno ucciso mio marito, hanno ucciso mio marito».
12.37 Nel reparto di emergenza quattro dottori operano Kennedy e elle il dottor Tom Shires descrive ai media le ferite di Kennedy.
13.30 Il portavoce della Casa Bianca, Malcolm Kilduff, annuncia la morte di Kennedy, che ha 46 anni. In realtà è avvenuta 30 minuti prima ma il portavoce ha aspettato che Lyndon Johnson arrivasse a bordo dell’Air Force One. Walter Cronkite, dagli schermi della Cbs, dà la notizia alla nazione tradendo commozione: «Da Dallas, Texas, il presidente Kennedy è morto».
13.30 La polizia interviene a Oak Cliff, incrocio fra 10° Street e Patton Street per l’uccisione dell’agente J.D. Tippit.
13.50 Viene arrestato Lee Harvey Oswald, un ex marine che ha vissuto in Urss, al Texas Theater. È entrato senza biglietto. Il rivenditore di auto usate Ted Callaway afferma di aver visto Oswald fuggire dal luogo dove Tippit è stato ucciso. Oswald al mattino ha lavorato al Texas School Book Depository, poi è andato a casa e ha preso una pistola prima della morte di Tippit. Oswald viene accusato di aver sparato i tre colpi contro Jfk con un fucile calibro 38 dotato di mirino telescopico.
14.08 L’auto con la salma del Presidente lascia l’ospedale diretta l’Air Force One. Jacqueline prende posto sul retro, con la bara.
14.15 La salma di Kennedy viene caricata sull’Air Force One. Il vicepresidente Johnson ha dato ordine di non decollare fino all’arrivo di Jacqueline e della salma. Bisogna smantellare quattro poltrone dell’Air Force One per fare spazio alla bara.
14.38 Lyndon Johnson, con a fianco Jacqueline Kennedy, giura sull’Air Force One come nuovo presidente. A raccogliere il giuramento è il giudice Sarah Hughes. È Robert Kennedy, ministro della Giustizia, a suggerire a Johnson di giurare prima di decollare.
14.50 Durante il volo Lyndon Johnson e la moglie chiamano la madre di Kennedy, Rose, per farle le condoglianze.
17.00 Sulla pista di Andrews Jacqueline, per mano a Robert Kennedy, guarda la bara del marito caricata su un’autoambulanza per essere portata al Bethesda Hospital per l’autopsia.
23 novembre. Oswald compare davanti al giudice a Dallas e viene incriminato per gli omicidi di Kennedy e dell’agente Tippit.
24 novembre. Oswald viene portato nel sotterraneo del quartier generale della polizia di Dallas per essere trasferito in prigione. Davanti ha una folla di agenti, reporter e cameramen, Jack Ruby si fa largo e colpisce a morte Harvey Lee Oswald con una pistola calibro 38. Subito arrestato, afferma di averlo fatto per rabbia contro l’assassino del Presidente. Condannato e detenuto, Ruby morirà nel 1967 per un tumore.
Maurizio Molinari