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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

Le lettere del presidente (1929-1961)

Tratto da The Letters of John Fitzgerald Kennedy a cura di M. W. Sandler

1929, al padre


La mia paghetta ultimamente è di 40 centesimi. Prima li utilizzavo per aeroplanini e altri giocattoli, ma ora che sono uno scout voglio mettere in disparte queste cose. Prima avrei speso 20 centesimi della mia paghetta di 40, e in cinque minuti mi sarei ritrovato con le tasche vuote, niente in mano e 20 centesimi sprecati. Ora che sono uno scout devo comperarmi la borraccia, il tascapane, le coperte, la torcia, il poncho, tutte cose che mi dureranno per anni ma non posso prendermi una porzione di cioccolato marshmallow Sundae con gelato alla crema di vaniglia. Di conseguenza chiedo un aumento di 30 centesimi per comperarmi l’equipaggiamento scout e pagarmi le mie spesucce.

***

14 maggio 1943

Cari Papà e Mamma,
Qui le cose vanno avanti come al solito. Oggi abbiamo effettuato un raid, ma nel complesso le ultime settimane sono state fiacche.
Usciamo in pattugliamento a notti alterne. Quando il tempo è bello, uscire di notte è magnifico: l’acqua è straordinaria, fosforescente, i pesci volanti brillano luminosi e ci sfrecciano tutto intorno e di solito ci sono sempre due o tre delfini che nuotano sotto la prua. A prescindere dalla nostra velocità, conservano sempre un vantaggio di una ventina di centimetri rispetto a noi. Abbiamo molti indigeni intorno e sto iniziando a ricevere alcuni gonnellini di paglia, mazze da guerra e così via. Oggi uno di loro ci ha parlato dell’ultimo uomo che ha mangiato: «I giapponesi sono buoni» ha detto. (...)
Un caro saluto a tutti, Jack

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1943, a Inga Arvad
Giornalista nota per aver intervistato Hitler,
e con cui JFK aveva avuto un intenso rapporto sentimentale


Cara Binga,
La guerra qui procede lentamente, molto più lentamente di quanto tu possa mai immaginare leggendo i giornali a casa. L’unico modo per rendersene conto con precisione è non leggere i titoli dei giornali per un mese e seguirci sulle carte geografiche. È maledettamente lenta. (…) Qualora mi dovesse accadere qualcosa, ho la consapevolezza che anche se vivessi cent’anni potrei aggiungere soltanto quantità alla mia vita, non qualità. Lo so, suona maledettamente triste. Meglio che io tagli. Sei l’unica persona alla quale ho detto una cosa del genere. Averti conosciuto è stato il momento più luminoso dei miei già luminosi ventisei anni. (…)

***

Washington, 21 giugno 1961, a Nikita Krusciov
Il leader sovietico aveva spedito alla piccola Caroline
il cucciolo Pushinka, la cui madre Strelka aveva volato nello Spazio


Caro Presidente,
voglio esprimerle i miei più vivi ringraziamenti per il suo cortese pensiero e per avermi fatto avere il modellino della baleniera americana della quale discutemmo a Vienna. Si trova ora nel mio studio qua alla Casa Bianca. La Signora Kennedy e io siamo rimasti particolarmente lieti di ricevere “Pushinka”. Il volo che ha effettuato dall’Unione Sovietica agli Stati Uniti non è stato così terribile come quello effettuato da sua madre, e nondimeno è stato un lungo viaggio, ma sta bene. Entrambi apprezziamo molto che lei abbia voluto occuparsi di ciò, pur essendo impegnatissimo in altre questioni.
Inviamo a lei, a sua moglie e alla sua famiglia i nostri migliori auguri.
John F. Kennedy