21 novembre 2013
Tags : Davide Bizzi
Biografia di Davide Bizzi
• Bologna 1963. Immobiliarista. Amministratore delegato della Bizzi & Partners Development. Con la Bi&Di, insieme ai coreani di Honua, Ccc e il gruppo Bandiera nel 2010 acquistò dalla Risanamento (vedi Luigi Zunino) l’area Falck di Sesto San Giovanni (1,3 milioni di mq per 405 milioni di euro).
• «Grattacielo a Manhattan, residenza in Estonia, holding in Lussemburgo, una certa allergia ai ritratti fotografici. (...) Cresciuto professionalmente all’ombra di Ernesto Preatoni, per il quale ha cominciato a lavorare (...) soprattutto in Estonia fino a diventare partner e amministratore delegato della Pro Kapital Group, (...) ha poi deciso di mettersi in proprio operando molto fuori Italia e stringendo già dai primi anni 2000 un’alleanza con Paolo Dini che produce una linea di abbigliamento celebre come Paul&Shark, è fra i primi dieci contribuenti della provincia di Varese ed è finito anche nella lista dei risparmiatori “eccellenti” truffati da Bernie Madoff. La Bi&Di Real Estate, la joint venture tra lo sviluppatore immobiliare e l’industriale tessile è il braccio operativo dell’alleanza cui fanno capo più di dieci società, tra cui quelle che si occupano del 404 Fifth Avenue, il grattacielo di 60 piani che Dini ha cominciato a costruire nel 2006 (...) Della Bi&Di Real Estate Bizzi, residente a Tallin, è amministratore delegato; Dini, che è presidente, ha il 20%, mentre un 30% è intestato alla figlia Roberta. L’altro 50% è della Anda, sede a Varese e capitale sociale di 3,3 milioni, di cui Bizzi è amministratore unico. Una manciata di azioni Anda, circa 190 mila, è di Andreina Binato mentre il resto, 3,1 milioni di titoli, è di proprietà della Bf Group, sede in Lussemburgo e una perdita 2009 di 56.789 euro. Il grattacielo sulla Quinta Strada è il fiore all’occhiello di Bizzi, che sul suo sito illustra però progetti in ogni angolo del mondo: si va da Cancun a Bordighera, dall’Estonia al Brasile, dove ha avviato anche un’iniziativa con Bosco Leite, il papà-manager del calciatore Kaka. E la passione degli acquisti all’ingrosso non riguarda solo immobili e terreni (...) dopo che il Fai aveva messo all’asta oltre 300 progetti autografati da architetti di grido per finanziare i suoi progetti, Bizzi ha comprato in blocco più di cento disegni. Proprio il 404 Fifth Avenue, comunque, è il centro delle attività e delle relazioni dell’imprenditore. Finanziato per oltre 600 milioni di euro da un pool di banche guidate da Unicredit, Bizzi ha comprato il terreno assieme a Dini e ha seguito passo passo il progetto (...) Con Zunino l’alleanza si era cementata proprio attraverso il 400 Fifth Avenue, di cui l’immobiliarista piemontese aveva preso il 25%. Ma nel marzo 2008, mentre il suo impero nel mattone già scricchiolava, Zunino aveva dovuto vendere per 16,5 milioni la propria quota, divisa appunto tra Bi&Di e quella che poi sarebbe diventata la Industria e Innovazione presieduta da Giuseppe Garofano» (Francesco Manacorda) [Sta 17/6/2010].
• «Quando sentì per la prima volta il nome dell’uomo che avrebbe “salvato” l’ex area Falck di Sesto San Giovanni dal disastro Zunino, Renzo Piano, che pure di immobiliaristi se ne intende avendo firmato decine di progetti architettonici in tutto il mondo, aggrottò le sopracciglia: “E chi è Davide Bizzi?”.
Domanda quanto mai lecita visto che dell’imprenditore che ha rilevato la zona delle ex acciaierie Falck, promettendo di portare a termine il più grande progetto di recupero urbanistico d’Europa – 405 milioni di euro per l’acquisto dei terreni, circa 4 miliardi l’investimento totale – si sa poco o nulla.
Bizzi non rilascia interviste, non ama essere fotografato – dicono che gli sia venuto un colpo quando ha scoperto che in Rete circolano due o tre scatti di lui a New York – detesta l’idea di finire sui giornali e più che mai su quelli italiani. (…) È abilissimo nel tessere relazioni con esponenti di spicco del mondo della finanza, delle banche, dell’impresa. Anche, anzi soprattutto, in Italia. Non sarebbe riuscito, altrimenti, a firmare il primo grattacielo italiano sulla Fifth Avenue a New York, a poca distanza dall’Empire State Building. Né si sarebbe messo in testa di trasformare un milione e mezzo di metri quadrati di macerie della periferia milanese in un megacomplesso residenziale, che comprenderà appartamenti e shopping center di lusso, un grande parco, spazi destinati al social housing, servizi per i cittadini, e un recupero delle strutture di archeologia industriale già presenti nell’area, il tutto firmato Renzo Piano. Dalla sua, per riuscire nell’impresa che ha affossato Luigi Zunino, travolto da un crack milionario, questo milanese di 48 anni, sposato con Andrea, padre di un figlio di 15 anni, proprietario di una barca a vela che ha chiamato Naschira, e di circa 100 disegni di archistar del calibro di Norman Foster, comprati ad un’asta del Fai a villa Necchi, ha il carattere. Bizzi è “l’anti-Zunino: mentre Luigi ostentava macchine, soldi, conoscenze, lui parla pochissimo, non va in giro in Bentley o Ferrari, non fa vita mondana, è serio e scrupoloso. È un lupo solitario”. Dopo la laurea in Economia all’università Bocconi di Milano, Bizzi ha cominciato a gestire gli affari di famiglia, ereditando un consistente capitale dal papà albergatore, prima di entrare nello studio di Ernesto Preatoni, il finanziere di Garbagnate milanese che ha creato Sharm El Sheik e che con la sua Pro Kapital è stato tra i primi raider a sbarcare sui mercati dell’est. È proprio per lavorare con Preatoni che circa 20 anni fa Bizzi si è trasferito a Tallin, in Estonia, dove ha ancora la residenza, salvo poi abbandonare il “maestro” e mettersi in società con Paolo Dini, il fondatore della Paul&Shark, all’inizio degli anni 2000, per creare la Bi&Di Real Estate. (…) Sulla Quinta Strada, sostengono in molti, Bizzi ha fatto la sua fortuna, guadagnandosi fama di imprenditore illuminato. (…) L’edificio, infatti – costruito su una superficie di 52mila metri quadrati, su un terreno che era di proprietà della Leheman Brothers, la banca d’affari fallita nel 2008 e costato circa 200 milioni di dollari – è stato realizzato in pochi anni. In totale, l’investimento è stato di circa 670 milioni di dollari, per 30 piani dedicati all’albergo Setai e altri 30 ad appartamenti di lusso: quelli con un’unica stanza da letto costano da 1,7 milioni di dollari in su, mentre l’attico più costoso è disponibile a 17 milioni di dollari. (…) Tra gli acquirenti ci sono anche star del calcio come il brasiliano Kaka e il francese Patrick Vieira. (…) Ma chi ha dato a Bizzi i soldi per scalare i cieli di New York? Un team di banche con a capo Unicredit, l’istituto che da tempo sostiene le iniziative dell’immobiliarista “outsider” e, all’interno del quale, Bizzi ha sempre avuto un rapporto privilegiato con Gianni Coriani, ex numero uno della divisione corporate banking, che ha lasciato la banca poco prima dell’uscita di scena di Alessandro Profumo. Insieme con Unicredit, oltreoceano sono arrivati anche i soldi della Banca Popolare di Milano, di Unipol e del “cardinale”, alias Giuseppe Garofano, ex direttore finanziario di Montedison e uomo forte di Comunione e Liberazione, che con la sua Industria e Innovazione è proprietario del 20% della società che ha realizzato il grattacielo. A New York con Bizzi c’è poi il fondo di investimento coreano Honua Investment Management, delle compagnie assicurative Kumho and Dongbu. I coreani hanno comprato il Setai e affiancheranno Bizzi anche nell’investimento a Sesto San Giovanni: della Sesto Spa che ha acquistato l’ex Falck, infatti, il 60% del capitale sociale è della Sesto immobiliare holding, nella quale ci sono Bizzi, con la Bi&Di, il fondo Honua e il gruppo Vector. (…) Insomma, a Bizzi gli appoggi non mancano per portare avanti la sua scommessa forse più rischiosa, il progetto Falck. Per Unicredit e Intesa, le banche già coinvolte nella vicenda Risanamento, l’uomo è una sorta di “salvatore”, visto che la sola Intesa è esposta per 280 milioni di euro. Debiti e veleni, a Sesto San Giovanni. Ma Bizzi non si scompone» (Gabriella Colarusso) [L43 20/2/2011].
• È nato a Bologna ma è cresciuto a Milano, dove vivono la moglie Andrea e il figlio.