20 novembre 2013
Tags : Fabio Beltram
Biografia di Fabio Beltram
• Gorizia 9 giugno 1959. Fisico. Dal 1° novembre 2010 direttore della scuola Normale di Pisa, dov’è professore ordinario di Fisica della materia e direttore del Nest, il laboratorio di nanoscienza. È fellow dell’American physical society. È il più giovane direttore della storia della Normale («ma non dipingetemi come un trombone»).
• «(…) Uomo alto ed elegante (porta dei bellissimi gemelli), poco più che cinquantenne, goriziano ma di formazione triestina: a Trieste ha studiato Ingegneria elettronica e ha fatto buona parte del corso di laurea in Fisica. “(…) A quell’epoca – siamo nei primi anni Ottanta – non c’erano grandi sbocchi professionali per un fisico e la mia famiglia non era ricca. L’ingegneria elettronica mi sembrò un buon compromesso con i miei sogni, ma in contemporanea detti parecchi esami di fisica in soprannumero (si chiamavano così allora) che mi sono serviti per prendere in tempi brevi la seconda laurea”. Fra le due lauree si inserisce l’esperienza americana: Beltram nel 1986 va a lavorare negli Stati Uniti, ai mitici laboratori Bell, nel New Jersey a due passi da New York. “Un luogo di ricerca straordinario, credo irripetibile. All’epoca la Bell Telephone aveva il monopolio della rete telefonica in America, un impero. Come contropartita di questo enorme privilegio aveva regalato al Paese questo gioiello della ricerca, dove si lavorava fuori dalle regole di mercato e con la certezza dei finanziamenti: i risultati non venivano brevettati e restavano a disposizione della comunità scientifica. (…) Il mio lavoro era entusiasmante: in quegli anni ho preparato la tesi con cui mi sono laureato in Fisica a Bologna, pur vivendo in America. D’altro canto fra l’ingegneria elettronica e la fisica della materia ci sono molti punti di contatto. Avevo anche la fortuna di abitare vicinissimo a Manhattan, un luogo dove, a quell’epoca, la vita era molto diversa da quella che si poteva fare in Italia: una città cosmopolita con stimoli culturali pressoché infiniti e, cosa che non guasta, una grande voglia di aggregazione e di divertimento. Poi arrivò il crepuscolo dell’era Reagan e l’aria cominciò a farsi pesante, c’era la sensazione di un ripiegamento, di chiusura. Io, comunque, mi ritenevo un emigrato ‘definitivo’ anche se cominciavo a pensare che per mantenere viva la voglia di fare ricerca fosse indispensabile il contatto con gli studenti; volevo passare all’università. Ma non necessariamente a quella italiana”. Alla fine degli anni Ottanta succede un fatto nuovo: in Italia vengono fatti concorsi per professori universitari che abbiano vissuto un’esperienza di lavoro all’estero e anche la Normale, in via del tutto eccezionale, aderisce all’iniziativa. (…) “Venni a sapere di questa opportunità di ingresso alla Normale: decisi di partecipare al concorso e lo vinsi. Non fu facile, allora, scegliere di tornare in Italia, lasciando amici tuttora molto cari e legami sentimentali. Lo feci”. Inizia così la storia di un ritorno che si rivelerà tutto in salita: professore associato di Struttura della materia a soli trentatré anni, ordinario di Fisica a quaranta. (…) Nel 2001 fonda il laboratorio Nest (acronimo di National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology), un polo di ricerca dedicato alle nanoscienze che, oltre alla Scuola pisana, oggi coinvolge il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Istituto italiano di tecnologia di Genova. (…) “Faccio ancora lezione una volta alla settimana e sono relatore di tesi, anche se questo mi ruba spesso il weekend e il sonno”» (Franca Porciani) [Cds 6/3/2011].
• Vive a Pisa. Non è sposato e non ha figli. «Non sposato non significa single! E cerco di rilassarmi quanto più è possibile: vado in palestra due volte alla settimana e frequento persone qualsiasi, esterne al mondo accademico. La mia fuga da una realtà impegnativa? I viaggi, tanti e meno organizzati possibile. Sono appena tornato dalla Thailandia, ma nel corso della vita sono stato un po’ dappertutto, dalla Polinesia alla Mongolia, dalla Terra del Fuoco alla Groenlandia».