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 2013  novembre 19 Martedì calendario

Biografia di Maurizio Battista

• Roma 29 giugno 1957. Comico. Attore. In tv visto a Colorado Cafè (Italia 1), Quelli che il calcio (Raidue), Riusciranno i nostri eroi (Raiuno), Tutte le strade portano a (Raidue) ecc. Nel 2014 il ritorno in Mediaset con lo spettacolo teatrale Una serata unica. Al cinema di recente in L’ultima ruota del carro (di Giovanni Veronesi, 2013) e Un fantastico via vai (di Leonardo Pieraccioni, 2013).
• «(...) È romanissimo, romanista. Elettore di centrodestra (...) Nato nel quartiere San Giovanni, cresciuto nel bar di famiglia» (Andrea Garibaldi) [Cds 4/2/2009].
• «Si definisce un comico all’amatriciana perché, dice: “Io nasco barista, come mio padre che certo non era Strehler, ho fatto solo la terza media, il teatro l’ho ‘studiato’ andando a vedere compulsivamente Silvio Spaccesi e Gigi Proietti per imparare le pause, i tempi delle battute”. (…) Il bar di famiglia è il Café du Parc, quello a Porta San Paolo con il giardino ma, soprattutto, con i cremolati più buoni della capitale» (Alessandra Rota) [Rep 8/2/2011].
• «Talento indubitabile (...) irresistibile comico romano di piazza Tuscolo, quartiere di San Giovanni (lo stesso perimetro narrativo dei primi tempi di Fellini nell’Urbe) (...) si rivolge (...) a un soggetto (...) grezzo (culturalmente e antropologicamente parlando) cerca (...) di incantare i semplici, i vinti. (...) Grattando l’apparente vernice qualunquistica che sembra rivestire ogni suo numero, alla fine si ottiene una seria critica dell’esistente, una corposa fleboclisi di cinismo come antidoto alla sconfitta dell’intelligenza. Come barricata da innalzare davanti alla percezione esatta della stronzaggine del genere umano, e poco importa che almeno in apparenza sembra che egli stia trattando di un cognato, dunque di un ristretto teatro familiare raffigurato fra un pellegrinaggio ai piedi della porchetta d’Ariccia e una gita all’Ikea della Bufalotta. (...) Chissà cosa potrebbero pensare di lui un Nanni Moretti, o meglio ancora un Pietro Citati, o piuttosto una signora compita quale Giovanna Melandri, se fossero costretti, come nella tortura di Arancia meccanica, a subirne la visione forzata? (...) Quali insegnamenti trarrebbero dal suo “editoriale” sulle dispense mensili che offrono ora i richiami per uccelli ora la riproduzione della “sciabola del generale Custer” ora i trattori “da collezione”? Oppure la sua attenzione agli annunci, ai dettagli dei giornali, una critica della banalità di morta informazione che non si sentiva dai tempi di Diario minimo di Umberto Eco. Una progressione irresistibile di battute che mette al mondo il requiem destinato alla felicità del più saggio dei coatti. Maurizio Battista? Un vero maestro di vita» (Fulvio Abbate) [Fat 2/3/2010].
• Polemiche per una sua battuta sulla Rai alle 15.32 di sabato 31 gennaio 2009: «“Ciò ’na polemichetta con due parlamentari. Bernardini Rita e D’Elia Sergio, che hanno fatto visita agli stupratori di Guidonia e li hanno trovati uno con un occhio nero e uno che zoppicava. Cara signora, come li volevi trova’? Con il tutù e il tiramesù? Facciamo finta cara signora che ’sta ragazza era sua figlia o sua sorella, non la pijavi così sportivamente! Io ciò ’na figlia, me roderebbe per una cosa del genere...”. Applausi e la conduttrice Lorella Landi dice: “Bravo Maurizio! Quest’ultima cosa, l’appoggio alla grande!”. E Maurizio: “Gli hanno menato pure troppo poco...”. (...) “Io ho parlato mica da comico. Ho parlato da cittadino, con buon senso (...) Perché si difende sempre Caino e mai Abele? Perché si attacca sempre la polizia? Io ho un figlio (...) che sta in polizia. Tutte le domeniche allo stadio, per 1.300 euro al mese, a prendere bottigliate. Io non so mai se torna a casa! E a mia figlia, invece, chiedo scusa: per averla fatta nascere femmina! (...) Rita Bernardini (...) è andata a visitare gli stupratori in carcere in un momento inopportuno, ha buttato benzina sul fuoco. Ci va la Bernardini a trovare tutti gli scippatori, tutti i ladri d’auto? No, è andata da questi, perché fanno cassa di risonanza (...) Lo Stato deve essere non violento. Se la Bernardini avesse detto: combatto contro l’occhio nero dello stupratore, ma anche per fargli avere vent’anni di galera, per me sarebbe andato tutto bene (...) Se chiedi a un rumeno: ‘Ti ha menato la polizia?’, pensi che risponde di no?”. (...) Dopo le sue parole alla Rai, la Bernardini ha ricevuto centinaia di mail di insulti (...) Una gli augura un tumore al cervello. Una di essere stuprata da un intero barcone di immigrati. Un’altra dice: “Comprati un vibratore e vattene dall’Italia”: “Il mondo è pieno di deficienti. Ma quelle mail non sono colpa mia: il sabato pomeriggio, la tv la vedono soprattutto pacifici anziani”» [Garibaldi, cit.].