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 2013  novembre 15 Venerdì calendario

Biografia di Ibi Ayad

• Dakhla (Marocco) 30 marzo 1988. Genitori, fratello e sorella morti in conseguenza del rogo alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009. Un anno dopo, il 29 giugno 2010, divenne cittadina italiana.
• «La notte in cui la sua casa prese fuoco, Mohamed Ayad tornò indietro, verso l’inferno di fiamme e gas da cui era appena fuggito. Doveva tornare indietro. Voleva mettere in salvo i documenti che gli avrebbero permesso un giorno di coronare il suo sogno: diventare un cittadino italiano e regalare un futuro migliore ai suoi figli. Non ce la fece: morì nella notte maledetta che incendiò Viareggio e straziò decine di famiglie. (...) Prima di quel 29 giugno, la vita di Ibi era la vita di una ragazza come tante altre. A quindici anni, insieme con la madre e al fratello Hamza, aveva lasciato Casablanca, in Marocco, per raggiungere il padre, che ormai da tempo nella cittadina portuale versiliana aveva trovato lavoro come operaio. La famiglia Ayad si era sistemata in un appartamento in via Ponchielli, la strada che costeggia la ferrovia, a due passi dalla stazione. I ragazzi si erano bene inseriti, avevano imparato in fretta l’italiano, studiavano con impegno e si erano fatti degli amici. Dopo qualche anno, ed era arrivata Amin, la piccola di casa (...) la felicità di quella famiglia fu spazzata via in una manciata di secondi. Quando cominciarono le esplosioni, e l’aria di via Ponchielli si incendiò, Ibi fu la prima a fuggire. La sua prontezza di riflessi le ha salvato la vita e, al tempo stesso, l’ha condannata a sopravvivere alla sua famiglia. La sorellina rimase in casa, incapace di muoversi per il terrore di quella barriera di fuoco che le impediva l’uscita. Il fratello Hamza, con il coraggio dei suoi 17 anni, affrontò il fumo e le fiamme per salvarla, ma finì per pagare con la vita quel gesto che commosse tutta la città. Nessuno degli Ayad era destinato a farcela: Amin fu ricoverata al Bambin Gesù di Roma, con ustioni sul 90% del corpo. Per un giorno rimase sospesa tra la vita e la morte, poi si arrese. Dopo fu la volta del padre, che era stato ricoverato a Cesena. Ibi rimase ancora qualche giorno al capezzale della madre, tormentata dagli inevitabili, quanto assurdi, sensi di colpa: il 2 luglio, giorno della morte della madre, si ritrovò completamente sola. Intorno a lei, l’affetto di tutta la città. Ma le forze per andare avanti, Ibi, ha dovuto trovarle dentro di sé. A starle accanto, il fidanzato con cui da tempo condivideva progetti e speranze e che (...) è diventato suo marito» (Maria Vittoria Giannotti) [Sta 30/6/2010].
• Il 17 ottobre 2009 ha sposato Hicham Mehbi, operaio alla Nuovo Pignone di Firenze. La cerimonia a Villa Borbone, a Viareggio: «Prima delle nozze la giovane coppia si è recata in via Ponchielli, la strada distrutta dal fuoco dove c’era la casa di Ibi. Dopo aver depositato un mazzo di fiori, si sono separati. Lo sposo è andato da solo a Villa Borbone, sede del rito civile; poi, come da tradizione, è arrivata Ibi a bordo di un’auto bianca, decappottata. Ad accoglierla il sindaco Luca Lunardini e il designatore degli arbitri Pierluigi Collina. Vestiva in abito lungo, bianco, a mezze maniche con una sciarpa di lana bianca, l’hanno accolta telecamere e fotografi e un numero ristretto di invitati tra cui rappresentanti della comunità marocchina. Le donne indossavano abiti tradizionali. Il matrimonio civile dei due giovani segue le nozze islamiche celebrate due settimane fa nella moschea di Massarosa (Lucca) ed è stato officiato dall’assessore alle politiche sociali del comune di Viareggio, Vittorio Fantoni. Uno zio ha fatto da testimone alla sposa. Dopo il fatidico sì e il bacio, l’assessore ha consegnato ai giovani sposi una composizione di fiori inviata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (…). Tanti i regali. Un operaio, che ha trovato un lavoro proprio in questi giorni, le ha donato una busta con 500 euro; dentro c’era anche un mattone, simbolo della ricostruzione. Un artigiano del Carnevale di Viareggio ha donato a Ibi una busta con 100 euro. (…) Una boutique della passeggiata a mare le ha confezionato e donato il vestito da sposa; un hotel di lusso l’ha ospitata la notte prima delle nozze; una catena commerciale le ha offerto il pranzo nuziale. La coppia di sposi farà la luna di miele in Marocco, nella regione di Marrakech» (Cds 17/10/2009). Il 18 marzo 2011 è nato il loro bambino.