13 novembre 2013
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Biografia di Diego Anemone
• Roma 5 luglio 1971. Imprenditore. Il 10 febbraio 2010 fu arrestato per corruzione continuata, sotto accusa le procedure d’urgenza per l’assegnazione delle opere nell’ambito dei Grandi Eventi, come il G8, i Mondiali di nuoto 2009, le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il 9 maggio 2010, trascorsi i tre mesi di custodia cautelare, fu scarcerato.
• «Capo di una modesta azienda (...) viene descritto dal gip di Firenze come il centro gravitazionale attorno a cui ruota l’intero mostruoso ingranaggio dei Grandi appalti. Corrotto e corruttore, Anemone riveste molteplici ruoli. A lui si rivolgono le imprese che fanno parte del “gelatinoso sistema” di distribuzione dei lavori pubblici. È lui che procaccia affari, elargisce favori, spiccia faccende, acquista auto di lusso, assume domestici e poi li licenzia. Ed è ancora Anemone che procura denaro liquido, da utilizzare per pagare mazzette, si presume; ci riesce grazie agli strani rapporti di amicizia con don Evaldo Biasini, un prete di Grottaferrata che gestisce un centro a favore degli africani, al quale probabilmente affida assegni in cambio di contanti. Ma Anemone si preoccupa anche e soprattutto della felicità del Principe, ovvero Bertolaso. Come? Al solito, mettendo a disposizione escort di livello, non “le solite stelline del cazzo”, ma professioniste serie e collaudate come Monica la brasiliana o Francesca. (...) Anemone cercava di indorare la pillola perché i costi dei lavori alla Maddalena erano improvvisamente lievitati di 70 milioni circa» (Rita Di Giovacchino) [Fat 12/2/2010].
• «Fratelli, cugini, zii, mogli e cognati. una vera impresa a conduzione familiare la “Anemone spa”. Lui (...) non compare quasi mai. In compenso, il sistema di società costruito negli anni e, molto spesso alla vigilia dei “grandi eventi”, era gestito, partecipato e amministrato da persone a lui legate da vincoli di parentela (...) la lunga lista di aziende che compaiono nell’ordinanza del Gip e risultano assegnatarie di importanti appalti nell’ambito del G8 e dei Mondiali di nuoto del 2009, sono partecipate dalla moglie Vanessa Pascucci, dal fratello Daniele e da sua moglie Alessandra di Saverio e perfino dal cugino ventenne Paolo Prosciuttini, figlio della zia paterna di Diego e Daniele, Matilde Anemone. La Cosport 2009, per esempio, vincitrice dell’appalto per la ristrutturazione dello Stadio centrale del tennis del Foro Italico nell’ambito dei Mondiali di nuoto è stata costituita dalla Imac e dalla Tecnocos srl. Proprio quest’ultima risulta intestata per il 95% al cugino Paolo Prosciuttini e alla fine del 2008 ha visto un utile di 246 mila euro e aveva negli attivi crediti di natura commerciale per 11,6 milioni, oltre a partecipare direttamente la stessa Imatec. Ma ruota soprattutto intorno al fratello Daniele Anemone il gruppo costruito dall’imprenditore. A lui fanno capo la Impresa Anemone Costruzioni (che fino al febbraio 2005 era autorizzata solo per lavori entro i 5 milioni), la Maddalena scarl, la Conegliano scarl (in liquidazione), la Amp srl e la Carceresassari scarl. Di queste, due “una direttamente (la Anemone Costruzioni), l’altra indirettamente (la Maddalena controllata dalla Anemone Costruzioni)” sono risultate vincitrici di uno dei tre appalti nell’ambito del G8. E proprio nei conti della Anemone costruzioni (2008 in utile per 588 mila euro contro i 52 mila dell’anno prima) si scopre che gran parte dei crediti nell’attivo sono riferiti alla Maddalena, per un totale di 15,4 milioni» (Carmine Fotina e Marigia Mangano) [S24 12/2/2010].
• «Chiudeva affari milionari la “combriccola” e poi si occupava di soddisfare in ogni modo gli alti funzionari che gestivano i “Grandi Eventi”. Dalle carte dell’inchiesta di Firenze spuntano altri festini a luci rosse, viaggi in aerei privati, case messe a disposizione e assunzioni fittizie per assecondare le richieste dei potenti. (…) A tutto pensava Diego Anemone, l’imprenditore che era riuscito ad accaparrarsi una grossa fetta degli appalti per i “Grandi Eventi” gestiti dalla presidenza del Consiglio. Pagava persino le stoffe che la moglie di Balducci aveva scelto per arredare il nuovo appartamento del figlio. E non badava a spese. Sapeva di poter ottenere altri vantaggi e infatti agli amici imprenditori assicurava di “tenerli presenti per i lavori del post terremoto in Abruzzo”» (Fiorenza Sarzanini) [Cds 12/2/2010].
• «Ne aveva per il Diavolo e per l’Acqua Santa, Diego Anemone, il Grande Elemosiniere del sistema degli appalti. Fossero centinaia di migliaia di euro per “case da ministro” o 8 euro per il “bollino blu” del controllo dei gas di scarico dell’auto. Per dirne qualcuna: 230 mila euro, di cui nulla sin qui si era saputo, per il preliminare di acquisto del celebre mezzanino vista Colosseo di via del Fagutale, il cui proprietario, l’“inconsapevole” Claudio Scajola, “ignorava” il vero compratore (e cioè lui, Diego Anemone). Cinquemila euro consegnati al cardinal Crescenzio Sepe, guida di Propaganda Fide. Contanti a fiumi per accudire i bisogni, anche di lavanderia, del potentissimo capo della Protezione civile Guido Bertolaso, nonché per sedare le richieste della famiglia di Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. E ancora: la miseria dell’acquisto di un frullatore, della terra per vasi, e di un trasformatore per un onorevole “ministro” (ancora Scajola, per i pm), la “tassa” delle cene elettorali di Forza Italia (4 mila euro), spese immobiliari per il presidente dell’Enac Vito Riggio (oltre 18 mila euro), ventimila euro a beneficio di un immobile (piazza Capponi) della patinata coppia Giulio Violati-Maria Grazia Cucinotta, un significativo giro di contanti verso Martina L., identificata come la figlia del ministro Pietro Lunardi. Cade l’ultimo segreto che proteggeva la contabilità occulta del costruttore Diego Anemone. I file estratti dal computer della sua segretaria, Alida Lucci, dal Ros dei carabinieri di Firenze e ora trascritti in 900 pagine depositate agli atti della cosiddetta “inchiesta G8”, consegnano ai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, un documento cruciale che torna ad accusare i principali protagonisti di questo affaire» (Carlo Bonini) [Rep 25/5/2011].• «Oltre un milione di euro l’anno di lavori non fatturati. Per accontentare gli amici che poi lo hanno ricompensato con appalti e “commesse” per oltre 75 milioni il costruttore Diego Anemone non badava a spese. E quando si trattava di occultare soldi si rivolgeva al suo amico don Evaldo Biasini, l’economo della Congregazione del Preziosissimo Sangue che avrebbe custodito anche i “50.000 euro cash” poi consegnati a Guido Bertolaso. Gli atti processuali dell’inchiesta sui Grandi Eventi rivelano come decine di operazioni finanziarie siano passate sui conti correnti intestati allo Ior, la banca vaticana. E soprattutto svelano come le ristrutturazioni gratuite nelle case dei potenti siano costate decine e decine di migliaia di euro. (...) Il “programma di gestione contabile” che il sacerdote conservava su alcune chiavette Usb ha consentito di scoprire la gestione diretta di almeno 50 conti correnti, dei quali tredici erano intestati allo Ior e servivano a movimentare soprattutto valuta straniera. L’interesse dei pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi si è concentrato soprattutto sui risultati dell’ispezione della Banca d’Italia sui sei conti che l’economo gestisce presso la Banca delle Marche, la stessa utilizzata da Anemone per prelevare i soldi utilizzati per comprare gli appartamenti all’allora ministro Claudio Scajola, al generale dei servizi segreti Francesco Pittorru, al genero del funzionario del ministero dei Trasporti Ercole Incalza. È stato infatti scoperto che tutti i protagonisti della “cricca” li utilizzavano per occultare parte del proprio denaro» (Fiorenza Sarzanini) [Cds 3/2/2011].
• «Diego Anemone non esiste. È un ex falegname inventato dal capo. Quando scoprite un’impresa di Anemone in un appalto pubblico, vuol dire che sta lavorando Balducci. Faceva cassa così, mettendo Anemone ovunque. E gli affidava la gestione del denaro da destinare ai parlamentari» (l’imprenditore edile Francesco Maria De Vito Piscicelli, «uno dei quindici costruttori scelti dalla cricca della Ferratella per lavorare al soldo della Protezione civile di Bertolaso», a Corrado Zunino) [Rep 20/10/2012].
• Nel 2013 è uscito il libro di Enzo Beretta Romanzo immobiliare. Il «sistema» Anemone. Appalti milionari e intrighi vaticani (Castelvecchi), «la storia di un sistema partendo dai personaggi. (…) “La vita e il lavoro sono fatti di rapporti”. Una frase, buttata lì nel mezzo di una manovra con il suo Bmw Serie 1 che riassume la storia di Diego Anemone, il ragazzo fortunato, l’uomo degli appalti e della cricca che lavora al di qua e al di là del Tevere. Una storia tutta italiana, con un finale da lasciar raccontare solo al processo. In un’inchiesta, tra Roma, Perugia e Firenze che ha toccato baroni della politica, delle istituzioni e pure del Vaticano» (Il Messaggero).