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 2013  novembre 10 Domenica calendario

Si vorrebbe sapere che cos’altro verrà fuori dall’attività delle polizie contro la prostituzione, dopo quello che è uscito fuori a Roma dall’incredibile storia delle due minorenni, attive e sapienti all’apparenza come due vecchie professioniste

Si vorrebbe sapere che cos’altro verrà fuori dall’attività delle polizie contro la prostituzione, dopo quello che è uscito fuori a Roma dall’incredibile storia delle due minorenni, attive e sapienti all’apparenza come due vecchie professioniste. Una di loro però era anche spinta dalla madre, bisognosa di soldi, e si difendeva in qualche modo dicendo di voler fare i compiti...

Di quali altri fatti sta parlando? Sapevo solo dell’inchiesta romana...
Ma, per esempio, l’altro giorno s’è saputo di quella madre e di quella figlia che a Rimini aspettavano i clienti insieme, chiuse in macchina. Fermate e interrogate, hanno pianto, lo facevano da pochi giorni, perché senza lavoro. La prima a dire «allora vado a fare la puttana» era stata la madre, ultracinquantenne. Al che la figlia, di 29 anni, aveva risposto: «Non ti lascio sola». Poi c’è la storia delle due donne del salernitano, che attraverso internet adescavano maschietti di 12-15 anni, e si tratta di due donne giovani, una 29 anni, l’altra 30, una sposata, l’altra no, una sorpresa mentre stava conducendo per mano un piccolo di dieci anni al bagno pubblico, dove avrebbe incontrato un uomo a cui la donna voleva «far provare un bambino». Nel campo nomadi di via Salone, a Roma, sarebbe poi normale lo stupro di minorenni. E a Castelvolturno, s’è saputo ieri, un ghanese ha stuprato e messo incinta una bambina di 12 anni. Metto, in questo catalogo delle miserie umane, anche la storia di Mouhamud Elmi Muhidin, lo scafista che nel corso della traversata verso Lampedusa, quella che costò la vita a 366 uomini donne bambini, violentò una ventina di donne, sul barcone, davanti a tutti, e durante una sosta ne offrì tre a paramilitari armati di kalashnikov.  

Questo ha a che vedere con la storia di Roma?
È solo per via della miseria umana, di cui ci dimentichiamo troppo spesso, presi come siamo dalle questioni politiche, economiche o magari sportive.  

Vogliamo riassumere, come facciamo in genere, la vicenda di Roma? È questa che ha acceso i riflettori sul mercato del sesso...
Ma sa, i riflettori si sono accesi solo per la nostra scarsa memoria. Ero bambino, e sentivo in casa l’espressione «balletti verdi», riferita a orgette di cui parlavano i giornali e che si consumavano nelle case di provincia tra potenti e povere disgraziate. E il caso Montesi, con la morte di Wilma, trovata cadavere sulla spiaggia di Torvaianica... Per dire che non c’è niente di nuovo, in realtà, e di queste porcheriole l’uomo vive da quando esiste. Mi si potrebbe dire: ma al tempo della civiltà contadina queste pratiche non esistevano, la vita era tutta diversa. A cui potrei rispondere: al tempo della civiltà contadina il padre padrone stuprava spesso le figlie femmine, e le madri, comprensive, tacevano. Il mito greco, con le sue violenze, è tutto agricolo.  

Quindi non c’è speranza.
Il fatto nuovo è forse l’apatia delle vittime, o la scarsa considerazione che hanno di sé. Queste di Roma, ma anche altre, altrove, si davano via, qualche volta, per una ricarica di cellulare. Nella vicenda romana spiccano però soprattutto le due madri. La prima è quella che s’era fatta complice della figlia. Era stata buttata fuori da un bar al Prenestino (periferia degradata della Capitale), aveva bisogno di soldi e spingeva la bambina. Abbiamo un paio di intercettazioni. Madre: «Senti un po’... ma tu che fai? Nun te movi oggi?». Figlia: «No, perché sto male». Madre: «E come facciamo? Perché io sto a corto. Dobbiamo recupera’». Figlia: «Oggi ma’, veramente, sto male». Madre: «Ma ce la facciamo a recuperarla ’sta settimana?». Figlia: «Ma come no, a’ voija». In un’altra conversazione la figlia vuole fare i compiti. Madre: «Allora nun sai studia’. Io studiavo la sera, qual è il problema? Devi trovare un modo per organizzarti». L’altra madre è invece quella che ha denunciato. In aprile la figlia, rimproverata per i ritardi e per la svogliatezza, le aveva messo le mani addosso. Il 9 agosto la donna, sfinita, s’è presentata ai carabinieri di Settebagni, ha raccontato dei maltrattamenti subiti dalla figlia quindicenne, ha mostrato 17 pagine di trascrizioni di sms inequivocabili, ha raccontato dei duecento euro venuti chissà da dove trovati nella borsetta della ragazza, infine ha consegnato una fiala contenente cocaina. Tutta l’inchiesta è partita da lì. Adesso si sta scoprendo che il giro era assai più largo, comprendeva prostituti maschi, i papponi-prostituti (avvocati, commercialisti, dottori) si passavano le bambine per partite a tre o a quattro o a dieci. E l’eccitazione, per quanto ne dicano adesso gli imputati, stava proprio nella consapevolezza che quelle due ragazze lì, in microgonna, rossetto e tacchi a spillo, erano bambine. Ma prima di chiudere voglio dirle che la letteratura, come al solito, aveva previsto tutto...  

Lolita?
No, Pinocchio. Il Gatto e la Volpe, l’Omino di burro... I grandi tentatori, che ci fanno credere a un modo di beatitudini, dalle quali è esclusa ogni nostra responsabilità. Solo che gli zecchini d’oro non crescono sugli alberi e alla fine si finisce ciuchini. Però voglio dirle ancora, sempre ricorrendo ai grandi scrittori. Tolstoj scrive di quello speculatore che sta correndo sotto una bufera di neve per prendersi a quattro soldi una proprietà. È certamente un uomo avido e malvagio. Ma ecco la neve blocca la slitta e lui e il suo servitore sono costretti a fermarsi sotto la bufera. L’uomo cattivo, preoccupato della salute del suo servo, lo abbraccia, lo copre, lo riscalda e alla fine se ne va all’altro mondo per il freddo, purché la vita del suo cameriere sia salva. Voglio dire: ognuno di noi ha il cuore diviso in due parti, nella stessa persona possono convivere il peggiore degli assassini e il più santo dei santi.