Fior da fiore, 10 novembre 2013
Prodi non voterà alle primarie • Il Pdl vuol fare cassa privatizzando le spiagge • Il tifone che ha devastato le Filippine • Sta cadendo dal cielo il satellite Goge • Pattume spaziale
Prodi Cresce la tensione nel Pd alla vigilia della scelta del segretario. L’ultimo strappo è quello di Romano Prodi: « L’8 dicembre non voterò alle primarie, non per polemica, ma perché ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi e come». Sandra Zampa, storica portavoce di Prodi, dice che il professore non ha questo atteggiamento in conseguenza del voto dei 101 franchi tiratori che bloccarono la sua corsa al Quirinale, «semmai è un episodio precedente quello decisivo»: «Per lui fu dolorosa e sconcertante la giornata del 13 aprile. Ricorderà, Berlusconi va a Bari alla Fiera del Levante e in sostanza dice ai dirigenti del centrosinistra di non sognarsi neanche di poter proporre il nome di Prodi per il Quirinale. Ecco, per tutta quella giornata ci fu un silenzio assoluto del Pd dinanzi a questo diktat. Non disse una parola nessuno [...] Ci volle un giorno intero perché Rosi Bindi, Graziano Delrio e Nichi Vendola manifestassero disagio. Vendola ammise “io devo dire che mi sento anche in imbarazzo...”» (Ja. Ia., Sta).
Spiagge Polemiche perché tra i 3.093 emendamenti alla legge di stabilità il Pdl ne ha inserito uno sulla «sdemanializzazione» di alcuni tratti di arenile, da cedere a chi già ne ha la concessione. Nichi Vendola, presidente di Sel, su Twitter: «Abusivismo, cementificazione, condoni, cos’altro vogliono fare alla nostra Italia? Non permetteremo questo colossale scempio». Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che minaccia di incatenarsi al Parlamento: «Una cosa semplicemente schifosa». Se la prende con chi «strumentalizza tutto» il senatore Sergio Pizzolante del Pdl, materiale estensore dell’emendamento contestato: «Non si venderebbero gli arenili, ma solo le aree dove vivono gli immobili che sono dei privati, ed è una grande occasione per riqualificare le strutture turistiche italiane». Un affare da 4, 5 miliardi per le casse statali. L’obbiettivo finale, continua, è «quello di risolvere una questione annosa: quella delle concessioni demaniali, che riguarda 30 mila imprese italiane che hanno fatto investimenti» e a cui verrebbe offerto un diritto di opzione. Ma precisa che «la restante parte delle concessioni rimarrebbe del demanio pubblico» (Cavalli, Cds).
Tifone Nelle Filippine orientali il tifone Haiyan, uno dei più violenti che si siano mai abbattuti sulla terra - venti a 320 chilometri l’ora che hanno sollevato onde di 15 metri e scaricato una pioggia di 400 millimetri in pochi minuti - ha ucciso finora migliaia di persone lasciandone quasi 500 mila senza casa. Le prime ricognizioni dopo il passaggio del tifone, venerdì, avevano segnalato più di cento morti. Ma molte località erano rimaste con le comunicazioni interrotte. E quando ieri i soccorritori sono arrivati, la scena ha sconvolto anche gente della Croce rossa abituata a interventi in situazioni estreme. Gwendolyn Pang, della Croce rossa filippina: «Ci sono più di mille corpi che galleggiano a Tacloban in quelle che prima di venerdì erano strade». Altri 20 cadaveri sono stati contati nella zona di Samar. Il capo della squadra disastri dell’Onu ha riferito di aver visto solo un’altra volta una catastrofe di questa forza: «Solo lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano è paragonabile». Il ministro dell’Interno di Manila, atterrato a Tacloban, è rimasto sconvolto: «La devastazione è tale, è tale... Non ho le parole per descriverla. È orrendo, una tragedia umana». Il comando dell’esercito filippino ha inviato 15 mila soldati ma neanche i militari sono riusciti a raggiungere diverse località sommerse, per questo c’è il timore che le vittime siano molte più delle 1.200 contate fino a ieri notte. Ora Haiyan sta correndo verso Vietnam e Cina (Santevecchi, Cds).
Satellite Il satellite Goce, l’apparecchio da 1,1 tonnellate in orbita nei cieli del nostro pianeta dal 17 marzo 2009 per disegnare la prima mappa gravitazionale della Terra ad alta precisione e determinare la forma del nostro pianeta con l’errore massimo di 1 centimetro, è senza più carburante: la sua caduta, già cominciata ieri, si concluderà entro le 13 di domani in un’area imprecisata del globo. Gli astronomi dicono che essere colpiti da un satellite che gira attorno alla terra è 250 mila volte più difficile che vincere il primo premio della lotteria, ma è possibile che alcuni frammenti cadano tra oggi e domani anche in Italia. (De Bac, Cds).
Pattume spaziale «Dei cinquemila oggetti messi in orbita dopo lo Sputnik (4 ottobre 1957) appena 900 satelliti sono integri, e solo 380 funzionanti. Il resto è sparso sotto forma di frammenti con dimensioni comprese tra qualche metro e meno di un millimetro. Nel pattume spaziale c’è di tutto, anche un cacciavite e una macchina fotografica persi da astronauti. Secondo i dati più recenti della Nasa il 38% di questa nobile immondizia è costituito da frammenti metallici staccatisi da satelliti dismessi, il 31% da carichi abbandonati, il 16% da pezzi di razzi, il 13% da materiali dispersi durante le passeggiate spaziali. Questi detriti sono pericolosi essenzialmente per la Stazione Spaziale e per le missioni con uomini a bordo. Nella maggior parte dei casi la loro caduta sulla Terra non creerebbe nessun problema, tutto si risolverebbe in una stella cadente artificiale. Ad ogni buon conto, la Nasa tiene l’anagrafe di 25 mila oggetti con diametro superiore a 10 centimetri. Ma 150 mila sono quelli da un centimetro e 400 milioni quelli con misure millimetriche. E un detrito da 1 millimetro, viaggiando a 10 km al secondo, ha l’energia di un proiettile calibro 22…» (Bianucci, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)