7 novembre 2013
Tags : Banksy
Appunti su Banksy
L’idea è semplice: realizzare in un mese un’opera al giorno da regalare alla città. Tanta generosità da parte di Banksy, tuttavia, è riuscita a far saltare i nervi sia al sindaco di New York Michael Bloomberg sia a tanti colleghi locali dello street artist inglese. Il primo, con pragmatismo tutto americano ha sentenziato che le opere «rovinano la proprietà privata». I secondi l’hanno presa anche peggio e vandalizzano sistematicamente le creazioni di Banksy con scritte e graffiti poche ore dopo che sono state svelate sul sito www.banksyny.com.
Gianmaria Padovani, Panorama 24/10/2013
E poi ci sono le Gioconde dichiaratamente apocrife, quella dadaista con i baffi di Marcel Duchamp, quella del padre della pop-art Andy Warhol, quella del graffitaro Banksy, quelle dei poster e dei fumetti.
Enrico Franceschini, la Repubblica 15/2/2013
[I FRATELLI MARVELLINI] Se a 15 anni, costruivano carri allegorici di ispirazione futurista per il Carnevale, oggi i due fratelli amano in particolare Duchamp e Banksy e i relativi interventi di rielaborazione e decontestualizzazione delle immagini.
Vera Agosti, Libero 24/5/2012
«Il trompe l’oeil può servire a riflettere sul consumismo e il capitalismo avanzato, come capita con la Pop Art che imita i manifesti commerciali e i contenitori di merci. È il filone della critica sociale che si sviluppa oggi con la Street Art e alcuni noti graffitari, ad esempio i disegni di Banksy che ha dipinto sul muro eretto fra Israele e Palestina, immaginando un mondo meraviglioso da una parte e dall’altra.
Anais Ginori, la Repubblica 23/12/2011
Capace di incantare (e ispirare) artisti e scrittori tra loro assai differenti, da Duchamp al graffitaro Banksy, da Baudelaire a Dan Brown. La cronaca del furto che cambiò il destino di Monna Lisa è assai semplice, almeno dal punto di vista poliziesco: di fatto un vero flop investigativo.
Stefano Bucci, Corriere della Sera 07/08/2011
le pantegane ritratte sui muri dal writer inglese Banksy
Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 22/04/2011
Perché allora perfino Banksy, artista dei graffiti, alla fine si è lasciato intervistare pur rivelando il minimo di sé?
Gabriele Romagnoli, la Repubblica 26/03/2011
Come diceva Banksy, “in futuro tutti saremo anonimi per 15 minuti”».
Paolo Bracalini, il Giornale 25/2/2011, pagina 11
Le novità di quest’ anno sono l’ esibizione dei Tony Clifton Circus e la presentazione di un libro dedicato al leggendario street artist Banksy». Il libro, scritto da Sabina de Gregori e appena pubblicato da Castelvecchi, ricostruisce, attraverso molte congetture e tante immagini delle sue opere, la vita di un artista celebre in tutto il mondo e al tempo stesso ignoto: nel senso che si sono fatte moltissime congetture sul suo nome e la sua identità, ma finora non esiste alcuna certezza. L’ autrice ha raccolto tutte le congetture e le notizie di cronaca che parlano delle sue incursioni e ne ha imbastito una narrazione appassionante. Cominciando dagli anni Ottanta, quando Banksy diventa leader degli artisti di strada a Bristol, città d’ origine, presumibilmente. Nel 2000 si trasferisce a Londra, dove esordisce raffigurando topi e poi animando i muri della città con i suoi personaggi ironici, pungenti, provocatori, irriverenti e diventando presto un fenomeno, con la stampa che parla di «Banksy effect». Infine si intrufola nei musei, negli zoo, nelle gallerie e nei negozi di tutto il mondo, diventando il re della «guerrilla art». Oggi da fenomeno di costume ha conquistato il mondo dell’ arte e dei ricchi collezionisti che sono pronti a pagare qualsiasi cifra pur di avere una sua opera. L’ autrice, che lo paragona al celebre Pasquino romano - provocatore misterioso che di notte riempiva la città di rime satiriche contro il potere - analizza negli ultimi capitoli anche il complesso ingranaggio del mercato che porta un artista di strada - per vocazione contro il mercato - a valutazioni stratosferiche.
Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 21/12/2010
Dal rinomato artista inglese prende in prestito il nome e la genialità. Ma Lino Banksy va oltre: i graffiti ormai storici che popolano le strade di Londra si mescolano alla sua passione per l’icona tutta pugliese Lino Banfi. Ecco così spiegato Lino Banksy, nuovo tormentone della rete che con sapienti fotomontaggi porta il faccione simbolo della commedia sexy all’italiana sui muri del mondo. L’autore si definisce un “artista di streda” – una svista ortografica obbligatoria per rendere ancora più chiaro il legame con l’attore di Andria – e resta anonimo come il maestro inglese.
repubblica.it 22/12/2010
Bansky che, per il catalogo della mostra dell’amico Damien Hirst, ha disegnato un teschio giallo con le praline di cioccolato Smarties.
Francesca Bonazzoli, Corriere della Sera 26/11/2010
Banksy, di cui nessuno conosce l’identità e che già nel 2003 collocò clandestinamente alla Tate Britain una sua opera, ripetendo poi simili performance anche al Natural History Museum e al British.
Edoardo Sassi, Corriere della Sera (Roma) 5/10/2010
Sul più recente fenomeno di moda, il misterioso graffitista Banksy, Bonami esprime riserve condivisibili: «Paladino dell’arte democratica, è invece diventato il re del facsimile mediocratico».
Luca Beatrice, il Giornale 7/5/2010, pagina 32
L´iniziativa [un referendum] è stata approvata questa settimana dalle autorità municipali, dopo una polemica scoppiata nel 2007 quando dipendenti della nettezza urbana riverniciarono un murales di Banksy, il graffitaro di Bristol diventato famoso in tutto il mondo, il cui valore era stimato in 100 mila sterline, circa 120 mila euro, causando indignazione tra gli abitanti.
Non è un caso che accada a Bristol e che accada ora, nei giorni in cui proprio a Bristol ha chiuso la prima mostra di opere di Banksy mai entrata in un museo, dopo avere attirato 300 mila visitatori in tre mesi, molti dei quali venuti da fuori città per vederla, con un successo senza precedenti. Non tutti, ovviamente, sono d´accordo. Il critico d´arte Brian Sewell, interpellato dal quotidiano Guardian di Londra, tuona: «Le parole "graffiti" e "arte" non dovrebbero mai stare insieme. assurdo farsi guidare dal parere della gente. Non ha importanza se diranno che un murales è bello, il risultato sarà una proliferazione di caotiche decorazioni e l´architettura di Bristol sarà rovinata». La cittadinanza la pensa diversamente: quattro anni fa, quando su un edificio della città comparve un disegno di Banksy che mostrava un uomo nudo appeso a una finestra, dalla quale lo guardava l´immagine della sua amante, il quartiere organizzò una votazione online e il 93 per cento dei votanti dissero che volevano tenerlo.Enrico Franceschini, la Repubblica, 3/9/2009
Per arrivare, più di recente, al graffitaro Banksy con «Think Tank» (2003) dei Blur.
Corriere della Sera 18/08/2007, pag.41 Andrea Laffranchi
«Il mio lavoro scomparirà con me» diceva Banksy, nickname di uno dei "caposcuola" inglesi «ma a me basta sapere che un giorno qualcuno ha guardato una carrozza del metrò passare e ha visto quello che ho fatto, anche senza conoscermi». Io sono esistito, per un attimo. Poi, tutto transitorio e dimenticabile, come un Sms, come la televisione. Da buttare.
La Repubblica 25/09/2005, pag.38-39 Vittorio Zucconi
Un artista inglese che si fa chiamare Bansky si è introdotto nei quattro principali musei di New York (il Moma, il Metropolitan Museum, il Museo di Brooklyn e quello di Scienze naturali) e ha appeso alcuni suoi quadri accanto ai capolavori esposti, eludendo la sorveglianza di guardiani e telecamere grazie ad alcuni complici. Ha risparmiato il Guggenheim: «Non apparirei mai tra due Picasso: non sono abbastanza bravo per reggere il confronto».
Giorgio C. Morelli, il Giornale 26/3/2005, pag. 16.