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 2013  novembre 06 Mercoledì calendario

La Cancellieri s’è bravamente difesa ieri, prima al Senato e poi alla Camera, dall’accusa di aver favorito in qualche modo la scarcerazione di Giulia Ligresti, avvenuta invece, lo ha ribadito lei stessa, per mano della magistratura e secondo le procedure previste

La Cancellieri s’è bravamente difesa ieri, prima al Senato e poi alla Camera, dall’accusa di aver favorito in qualche modo la scarcerazione di Giulia Ligresti, avvenuta invece, lo ha ribadito lei stessa, per mano della magistratura e secondo le procedure previste. Il Ministro della Giustizia ha respinto tutte le accuse, solo rammaricandosi, a un certo punto, «per aver fatto prevalere i sentimenti sul distacco che il mio ruolo di ministro mi impone». Alla fine ha offerto le sue dimissioni, «se dovessi essere d’intralcio a questo governo, sono pronta a fare un passo indietro». Senza esito la mozione di sfiducia presentata contro di lei dal M5S. Anche la Lega avrebbe voluto che si dimettesse. Sel l’ha criticata, ma senza chiederle di andar via. Pd, Pdl e Scelta Civica l’hanno difesa, e il segretario democratico Epifani alla fine ha confermato che il ministro ha la piena fiducia del suo partito.

Sentiamo che cosa ha detto.
«A differenza di quanto sostenuto da alcuni organi di informazione, non ho mai sollecitato la magistratura a rilasciare la signora Giulia Ligresti né indotto altri a simile comportamento. La scarcerazione non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, che non vi è mai stata né è mai stata concepita, ma a seguito di una decisione libera ed autonoma della magistratura torinese. Non vi è stato mai da parte di nessuno il benché minimo tentativo di influenzare l’esito di tale iniziativa. Ho agito, se pur d’istinto, senza derogare mai dai miei doveri di ministro e senza che la conoscenza con alcuni componenti della famiglia Ligresti condizionasse il mio operato. È vero, non tutti hanno la possibilità di bussare alla porta del ministro della Giustizia, non tutti hanno un contatto diretto. Ma posso garantire che nessuno più di me avverte questa disparità in tutta la sua dolorosa ingiustizia. È difficile essere vicini a tutti i carcerati, ma voglio dire che ogni vita che si spegne in carcere è per me una sconfitta e io ne sento il peso. Spesso delle segnalazioni che mi arrivano mi faccio carico personalmente in un colloquio quotidiano con l’amministrazione penitenziaria. Corrisponde a una distorta visione dei fatti dire che la vicenda di Giulia Ligresti testimoni un trattamento privilegiato e differenziato, diverso da quello che sarebbe spettato a qualsiasi altro detenuto. Sono e voglio essere considerata una persona libera, che non ha contratto debiti di riconoscenza a cui non potrebbe sottrarsi. Sono stata solo amica di Antonino Ligresti, conoscenza maturata durante la mia lunga permanenza a Milano, per ragioni estranee alla mia professione. In nessun modo la mia carriera è stata influenzata da questi e altri rapporti personali». Quanto a Giulia Ligresti, il ministro ammette di aver usato, nella telefonata con Gabriella Fragni (la compagna di Salvatore Ligresti) espressioni di «empatia verso una persona provata». «Invito ad analizzare i comportamenti successivi a quella telefonata, da cui emerge che non c’è stata nessuna deroga ai doveri da ministro». Infine, l’annuncio che la sua carica era a disposizione: «La fiducia è per me decisiva per andare avanti nell’incarico di ministro della Giustizia, se dovessi essere d’intralcio a questo governo sono pronta a fare un passo indietro».  

• Che cosa hanno detto quelli della Lega e quelli del M5S?
«È gravissimo che lei si sia impegnata come ministro a far qualcosa, le chiediamo un passo indietro per ridare trasparenza a tutte le istituzioni». Così il capogruppo del Carroccio Massimo Bitonci. Il grillino Alberto Airola ha usato parole ancora più dure: Può un ministro della Giustizia, la Dea bendata, mettersi a disposizione di un’intera famiglia per cui ha lavorato anche suo figlio? Per noi non può e ciò rivela che c’è un tessuto di potere in Italia che è un intreccio che andrebbe definitivamente bonificato».  

• Già, c’è la faccenda del figlio.
La Cancellieri ha detto che il figlio «è stato indebitamente trascinato in questa vicenda». Direi che su questo punto ha senz’altro ragione, dato che i Ligresti lo detestano.  

• Se adesso tutti hanno fiducia – a parte Lega e M5S, che sono all’opposizione – mi domando perché è stato montato tutto questo can can.
Non sa lei che sia nel Pdl che nel Pd esiste un partito della crisi? Quelli che vogliono buttar giù Letta, prendono al balzo ogni palla che la sorte gli mette a disposizione. La gaffe del ministro che telefona e offre la sua piena disponibilità era troppo ghiotta perché non si tentasse di sfruttarla.  

• Le bordate contro il governo sono finite?
Per niente. L’approvazione della legge di stabilità sarà una guerra di trincea.