Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1995  maggio 11 Giovedì calendario

Mancuso accusa il pool di Mani pulite anche in Senato

• Sono 14 i capi di imputazione che dovranno essere valutati dagli ispettori secondo le accuse che il ministro della Giustizia, Filippo Mancuso, ha lanciato oggi in Senato. Dopo l’intervento dal centro-destra sono partite raffiche di applausi mentre da sinistra si sono levate reazioni furibonde. Rifondazione Comunista e la Lega hanno avanzato la richiesta di dimissioni del Guardasigilli mentre il presidente dei senatori progressisti, Cesare Salvi, ha parlato di «serio problema politico». Mancuso, imperturbabile, ha parlato, a proposito dei sistemi seguiti dalla procura milanese, di «metodi di condotta tutt’altro che indifferenti rispetto alla regolarità e all’obiettività della funzione giudiziaria». Da Milano Borrelli si limita a dire: «Contro di noi solo incomprensioni». Duro l’ex pm Antonio Di Pietro: «Mai andati contro la legge, mai abbiamo usato la carcerazione preventiva come una tortura per far confessare gli imputati». E Dini prende le distanze «Il Guardasigilli ha deciso tutto da solo». Da palazzo Chigi arriva la nota ufficiosa per spiegare che la Costituzione «attribuisce direttamente e in via esclusiva» al Guardasigilli la facoltà di promuovere azioni disciplinari nei confronti dei magistrati».