29 ottobre 2013
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Biografia di Gianfranco Lande
• Roma 5 febbraio 1962. Broker. Detto «il Madoff dei Parioli».
• «Bernard Madoff, protagonista della più grande truffa della storia della finanza condannato negli Stati Uniti a 150 anni di prigione (utilizzando lo “schema Ponzi” pagava gli interessi ai vecchi investitori con i soldi dei nuovi), ha fatto sparire 65 miliardi di dollari. Gianfranco Lande si sarebbe fermato a 300 miloni di euro» (Massimo Parrini) [Fog 18/04/2011].
• Boss della società di intermediazione finanziaria Egp Italia, case a Londra e Cortina e Roma, fu arrestato il 24 marzo 2011 insieme alla direttrice Raffaella Raspi, al di lei fratello Andrea Raspi, ai broker Roberto Torreggiani e Giampiero Castellani. Accuse (che variano a seconda delle posizioni): associazione per delinquere, truffa, ostacolo alla vigilanza, abusivismo finanziario, esercizio abusivo dell’attività bancaria.
• Con la promessa di rendimenti fino al 20% (dove il mercato raramente sfiora il 4%), la finanziaria riuscì ad attrarre i risparmi di una clientela tanto varia quanto selezionata. Medici, attori, artisti, galleristi, industriali, starlette, calciatori, politici, principesse e novanta pregiudicati. Così i giornali cominciarono a chiamarlo «il Madoff dei Parioli».
• Tra i truffati il cantante Massimo Ranieri (1 milione e 800 mila euro), lo chef Heinz Beck (534 mila), l’ex giallorosso Ruggiero Rizzitelli (4 milioni e 895 mila), la show girl Samantha De Grenet (oltre il milione), il politico del Pd Mario Adinolfi (338 mila euro), il regista Carlo Vanzina (200 mila), l’attore David Riondino (500 mila), il domenicano Francesco Ricci per conto di ordini e privati (1 milione e 600 mila), l’ex parlamentare Paolo Guzzanti (300 mila), l’attrice Sabina Guzzanti (150 mila), l’armatore romagnolo Giuseppe Giuliani Ricci (14 milioni di euro), l’ex uomo di Finmeccanica Luigi Romagnoli (20 milioni), eccetera.
• Le verifiche partirono dalle querele di 30 vittime. Solo 30? Roberto D’Agostino: «Il problema è che se fai denuncia ti possono chiedere da dove venivano i soldi che avevi dato a questa gente» (a Goffredo Buccini) [Cds 1/4/2013].
• Tra i primi a collaborare con il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza ci fu Sandro Balducci: «Alla fine del 2008 decisi, su consiglio di Paolo Guzzanti, che da 15 anni insieme a Sabina conosceva e affidava il suo denaro a Lande, di investire l’eredità che mi lasciò mio padre nella società di cui Lande era il legale rappresentante insieme alle Raspi. Lascerei stare la cifra, ma era una somma cospicua. Diedi questi soldi a Lande con tutte le garanzie del caso. Propose varie opzioni di investimento e io scelsi delle obbligazioni a basso rischio che mi avrebbero garantito dei rendimenti al 6% lordo» (a Federica Angeli) [Rep 4/4/2013]. Le obbligazioni erano false, pezzi di carta senza alcun valore. Come i soldi del monopoli.
• In occasione della prima, affollatissima udienza il broker (pantaloni beige, polo di felpa blu, camicia candida) notevolmente dimagrito sfoggiò una lunghissima barba bianca.
• 1.552 i nomi contenuti nell’elenco della procura, ma appena 300 quelli che chiesero di costituirsi parte civile. Fra loro inviarono i propri legali Sabina Guzzanti, David Riondino, Elisabetta Bianca Melandri, sorella dell’ex ministro Pd (Lavinia Di Gianvito) [Cds 28/9/2011].
• Il 27 giugno 2012 Lande fu riconosciuto colpevole in primo grado di un crac da 300 milioni di euro e della truffa a 1.678 clienti e condannato per questo a 9 anni di reclusione. Processo velocissimo (si disse merito dell’impianto accusatorio granitico messo in piedi dal pm Luca Tescaroli): 66 udienze in 9 mesi con oltre 1.700 testi ascoltati. Il 17 dicembre 2013, in appello, la pena fu ridotta a 7 anni. Pochi giorni dopo gli furono negati i domiciliari, non essendo venuto meno per i giudici il pericolo che una volta fuori dal carcere potesse reiterare il reato.
• Nel 2013 furono risarcite le prime 380 vittime grazie al sequestro di una polizza assicurativa da sei milioni e mezzo intestata al braccio destro di Lande, Roberto Torreggiani. Mentre un filone dell’indagine vedeva indagati anche una parte degli investitori truffati, cioè quelli che per aggirare il fisco avevano portato i risparmi per mano di Lande fuori dall’Italia. «Continuano le ricerche all’estero di banche e conti in cui, ne è convinta l’accusa, è ancora nascosto il tesoro del Madoff capitolino» (Federica Angeli) [Rep 11/7/2013].
• Lui dal carcere denunciò a sua volta i suoi investitori: avrebbero dichiarato perdite maggiori di quelle realmente subite nel crac delle sue società per accedere a risarcimenti più cospicui.
• Padre di origine sarda, geometra del Genio civile di Nuoro poi trasferitosi a Roma all’ufficio del Catasto. Portando con sé la moglie Francesca Murru. A Roma sono nati il broker e due sorelle.
• «Lande, che non è nato nella Roma bene, vi era stato introdotto da Giampiero Castellacci de Villanova, finito anche lui in galera. Sua mamma, la nobildonna Edvige Delfino, chiacchierava e beveva soft drink al caffè Ginori d’estate e al bar Euclide d’inverno, con le mamme di quelli che, quarant’anni dopo, lui ha raggirato» (Goffredo Buccini) [Cds 31/3/2011].
• Sposato con Consuelo Castellacci e separato in casa da prima che cominciassero i guai («per ragioni sentimentali: lui era un farfallone»).