La Gazzetta dello Sport, 27 ottobre 2013
Nel Pdl è cominciata la conta: si tratta di sapere chi, alla fine, vincerà tra i cosiddetti falchi e le cosiddette colombe (esistono anche, in questa improvvisata voliera del centrodestra, le colombe con gli artigli)
Nel Pdl è cominciata la conta: si tratta di sapere chi, alla fine, vincerà tra i cosiddetti falchi e le cosiddette colombe (esistono anche, in questa improvvisata voliera del centrodestra, le colombe con gli artigli).
• Non è già tutto finito? Berlusconi ha proclamato morto il Pdl e rinata Forza Italia. Ho capito male?
Sì, ha capito male. Berlusconi vuole che questo accada e per questo ha convocato il Consiglio nazionale del partito. Quale partito? Il Popolo della Libertà. Di quale partito si segue lo statuto? Del Popolo della Libertà. Chi può decidere che il Popolo della Libertà è morto e le cariche azzerate, e che al suo posto c’è una nuova forza politica, di nome Forza Italia, che ha una sola carica dirigente, quella di presidente, assegnata prima ancora di cominciare a Berlusconi? Il Consiglio Nazionale del Pdl, appunto. Ottocento persone che si riuniranno il prossimo 8 dicembre. Per decidere lo scioglimento del Pdl, però, bisogna che i due terzi di questi ottocento siano d’accordo. Cicchitto lo ha ricordato ancora ieri: «Il Pdl esiste finché non viene sciolto, e per farlo servono i due terzi del Consiglio nazionale. Se permane questo dissenso non è detto che i due terzi ci siano». Giovanardi ha confermato. Formigoni ha twittato: «Bene, bene. Continua a aumentare numero di parlamentari, consiglieri regionali, membri del Consiglio Nazionale @ilpdl che stanno su ns posizioni». Non so se questo sia vero, ma anche questo tweet prova quello che si diceva all’inizio: è cominciata la conta, con questi che raccolgono firme, quelli che telefonano, quegli altri che vanno a cena insieme o si scrivono mail. Bisogna mettere nel conto la possibilità che Berlusconi non riesca a fare quello che vuole fare.
• Che succede se s’intestardisce, vuole liquidare lo stesso il Pdl e fondare Forza Italia?
La cosa, ieri, è stata chiarita da Gasparri: «Se qualcuno, chiunque fosse, immaginasse di dar luogo a soluzioni confuse in contrasto con statuti, leggi, logica politica si troverebbe di fronte a un gigantesco conflitto politico ma anche legale che in tanti saremmo pronti ad alimentare. Poiché é bene non aggiungere alle vicende politiche, già fin troppo complesse, diatribe giudiziarie, è bene parlare chiaro fin d’ora». Cioè: gli avvocati sono già all’opera e se il Cav non righerà dritto secondo le regole che lui stesso s’è dato si precipiterà in un caos gigantesco, con avvocati e tribunali all’opera anche per dividere il patrimonio, i soldi dei finanziamenti, eccetera. Gasparri sostiene che non possono esistere, nello stesso momento, Forza Italia e Pdl. Un punto, questo, che divide anche le colombe: Giovanardi, per esempio, pensa a una separazione consensuale, che lasci aperta la porta a un’alleanza elettorale.
• La prima conta è dunque relativa al Consiglio Nazionale. La seconda, suppongo, riguarda la maggioranza di governo.
Proprio così. Berlusconi, chiudendo l’Ufficio di presidenza dell’altro giorno, ha detto che il sostegno a Letta non è in discussione. Poco dopo però ha chiesto: come potremo governare con un partito che vota per la mia decadenza da senatore? Sembra voler dire: quando il Senato, con l’appoggio decisivo del Pd, avrà votato per la mia estromissione da Palazzo Madama, noi usciremo dalla maggioranza e faremo cadere Letta. È proprio su questo punto che le colombe hanno dato e daranno battaglia. Lo ha confermato ancora ieri Quagliariello: «Il nodo di fondo è uno, quello del governo: alcuni pensano che questo governo, che certamente non è il migliore possibile, debba comunque andare avanti, perché una crisi sarebbe devastante; altri pensano che questo governo non stia facendo il bisogno del Paese. [...] Noi pensiamo che Berlusconi vada difeso, ma che il problema non possa essere scaricato sul Paese, soprattutto perché lo scenario che si aprirebbe sarebbe molto grave. Il destino dell’esecutivo non è un punto di second’ordine, è centrale per la linea politica».
• Quindi adesso si tratta di capire se il plotone di dissidenti Pdl (“dissidenti” o “scissionisti” o “governativi”, mentre i falchi sono da qualche tempo chiamati “lealisti”, cioè leali a Berlusconi, come se gli altri non fossero leali al Cavaliere), dunque si tratta di capire se questi dissidenti sono in numero sufficiente a garantire la maggioranza dei voti al Senato.
Da una prima conta parrebbe di sì. Ai 108 voti del Pd, si dovrebbero aggiungere i 20 di Scelta Civica, i 4 di Gal, le 20 (per ora) colombe del Pdl, i 4 transfughi del M5S, i 10 del movimento "Per le Autonomia-Psi-Maie". Fa 166. La maggioranza minima è di 161. Il tentativo di Berlusconi di buttar giù Letta e andare alle elezioni sembrerebbe battuto in partenza.
• È possibile che le colombe al Consiglio nazionale risultino più numerose di adesso?
È possibile soprattutto che un gran numero di membri del Consiglio nazionale, incerto su chi sarà il vincitore finale, non voglia pronunciarsi, e quindi diserti l’assemblea. Berlusconi è prossimo agli ottant’anni, l’8 dicembre sarà già fuori dal Senato e interdetto dai pubblici uffici. Lei investirebbe su un uomo così?