Fior da fiore, 28 ottobre 2013
In un mese spiati quarantasei milioni di telefonate italiane • Il fallimento degli scudi fiscali • Il declino del turismo nel meridione • L’artista che ha smontato una chiesa per portarla a New York • Morte di Luigi Magni, marxista e apostolico romano • Il Papa su Twitter ha dieci milioni di follower • Suicidio di un ragazzo gay • Quando Lou Reed fu sottoposto a elettroshock
Telefonate In Italia, secondo il sito Cryptome, in un mese tra il 2012 e il 2013 sono state spiate dalla Nsa americana 46 milioni di telefonate.
Scudi Quando furono varati gli scudi fiscali per far rientrare i soldi illegalmente depositati all’estero, si disse che i proventi sarebbero andati a scuole e sanità e per aiutare le aziende in difficoltà. I dati del Fondo monetario internazionale dicono che fra il 2002 e il 2010 (periodo durante il quale i governi Berlusconi hanno varato quattro scudi fiscali) sono emersi capitali illegalmente esportati per una cifra prossima a 180 miliardi di euro. Dalle tasse chieste dal governo agli evasori per beneficiare del condono (dal 2,5 al 7%) è arrivato un gettito totale di 7,8 miliardi: pari all’1% della spesa pubblica di un anno e al 5 per mille del Pil. Ma non basta: gran parte di quei quasi 180 miliardi che per il 70% erano stati depositati in Svizzera prevalentemente da cittadini residenti in Lombardia, non è fisicamente rientrata in Italia. La maggioranza è rimasta tranquillamente custodita nei caveau elvetici, grazie alla possibilità, prevista dallo scudo, di poter semplicemente regolarizzare i depositi pagando la tassa ma lasciando i quattrini dove si trovavano. Dei 97 miliardi di euro dell’ultima sanatoria censiti da Bankitalia quasi 67 erano in Svizzera e quasi 58 non si sono neppure mossi dai forzieri nei quali erano finiti. Infine, anziché alimentare gli investimenti produttivi, i quattrini rientrati in Italia sono stati impiegati soprattutto in attività finanziarie o nell’acquisto di immobili (Rizzo, CdS).
Sud Nel Meridione si concentra il 48% di musei, siti archeologici, monumenti presenti sull’intero territorio nazionale, ma tutto ciò produce solo il 24,8% dei redditi del settore: 28 milioni lordi su un totale di 113, con il 75% degli incassi concentrato fra Ercolano, Pompei e la Reggia di Caserta. Negli ultimi quindici anni nei siti culturali italiani c’è stato un aumento medio del 30% nella presenza di visitatori, ma rapportata solo alle regioni meridionali quella percentuale è pari allo zero. I turisti stranieri sempre più spesso si fermano a Roma e Firenze: tutte le regioni del Sud messe assieme generano un numero di arrivi dall’estero inferiore a quelli della sola Toscana (7,2 milioni contro 7,8). Nel 2012 in Calabria sono arrivati solo 220mila stranieri, contro i 20 milioni della Lombardia. Enorme il ritardo dell’industria culturale che nel Sud produce poco più di 12 miliardi di euro in valore aggiunto contro i 27 del solo Nord-Ovest. La domanda interna non va meglio di quella esterna: gli abitanti delle regioni del Mezzogiorno (sicuramente anche per motivi di reddito) vanno meno al cinema, nei musei, a teatro e ai concerti rispetto alla media del Paese (Grion, Rep).
Chiesa Francesco Vezzoli, 42 anni, artista bresciano, ha smontato la chiesa del Carmine di Montegiordano, piccolo paese di duemila abitanti nell’Alto Jonio Cosentino, per ricostruirla al Moma Ps1 di New York. Lì la vorrebbe usare come sfondo per la proiezione di suoi video. Sarebbe andata a finire così se un cittadino calabrese non si fosse indignato e non avesse denunciato la cosa alla Sovrintendenza. I lavori sono stati bloccati, anche se la chiesa è stata quasi tutta trasferita altrove. L’artista dice di essere in regola: ha il permesso comunale, la chiesa è sconsacrata, ha acquistato il pezzo di terra su cui essa sorge. Non si capacita: «Mi devono spiegare per cosa sono dispiaciuti: nessuno ci andava mai. La porto da un campo di sterpaglie al Moma. Sta meglio là, no?» (Tebano, CdS).
Magni E’ morto Luigi Magni. Ottantacinque anni, malato da tempo, nato a Roma in via Giulia, cresciuto a Campo de’ Fiori, liceo classico e laurea in Lettere. «Ha speso tutta la sua carriera di sceneggiatore, autore di film e musical, parlando di Roma, sua proprietà privata di miti e memorie» (Porro, CdS). Nell’anno del Signore nel ‘69 fu primo incasso, con 3 miliardi 200 milioni. Ricorda Nicola Piovani: «Era, o si definiva, marxista materialista storico e provocatoriamente bolscevico. Una delle ultime volte che ci ho parlato gli ho detto: “Gigi, ma ancora insisti su certe posizioni ideologiche? Non pensi che forse hai torto?”. E lui, tranquillo: “Non ho torto, ho solo perso”. (…) Mi viene in mente, in questo momento di dolorosa confusione, un episodio che racconta bene il personaggio. Un giorno, un amico produttore cinematografico con cui lavoravamo provò a fargli uno scherzetto: sapendo la sua fama di materialista bolscevico, a un pranzo di una certa ufficialità lo fece trovare seduto accanto a un cardinale, sperando di suscitare chissà quali scintille. Il pranzo iniziò normalmente e, dall’altro capo del tavolo, si vedeva che i due parlavano con grande interesse reciproco e con grande serenità. Non solo, il pranzo era finito ma loro continuavano a parlare fitto fitto. Alla fine si salutarono con sorridente calore. Il produttore, allora, incrociando Magni gli dice: “Ma tu non eri un marxista?”. E lui, caustico: “Io sono marxista da più di quarant’anni e sono apostolico romano da più di duemila!”».
Twitter @Pontifex, l’account su Twitter del Papa, sabato sera ha superato i dieci milioni di follower. Inaugurato da Benedetto XVI il 12 dicembre scorso in otto lingue (il 17 gennaio è stato aggiunta la nona, il latino) @Pontifex è schizzato in alto con l’arrivo di Francesco, 60mila nuovi seguaci al giorno. Quando Ratzinger lasciò il pontificato, il 28 febbraio, aveva circa 3 milioni e 300 mila seguaci. Durante la sede vacante l’account venne sospeso. Fu riaperto il 17 marzo, 4 giorni dopo l’elezione, e da lì l’ascesa è stata inarrestabile, anche a livello di “re-twitting”. Dice Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: «Quando i tweet del Papa vengono re-tweettati, cioè rilanciati dai suoi amici, secondo un calcolo per difetto sono più di 60 milioni le persone che ricevono il messaggio». La lingua più seguita è lo spagnolo con oltre 4 milioni di follower, al secondo posto l’inglese (oltre 3 milioni), e poi l’italiano (oltre 1.242.000). La meno seguita è l’arabo, con quasi centomila follower. Mentre, a sorpresa, l’account in latino ha più seguaci non solo dell’arabo, ma anche del tedesco e del polacco, quasi 180mila follower.
Suicidio Simone D., 21 anni. Studente di Medicina alla “Sapienza” di Roma. Viveva nel quartiere di Centocelle con madre, padre e una sorella di 25 anni alla quale, unica in famiglia, aveva confidato di essere omosessuale. L’altra sera il ragazzo salì all’undicesimo piano di un ex pastificio restaurato a elegante condominio e saltò di sotto. Volo di 20 metri. Nella borsa che portava a tracolla, un biglietto ripiegato con cura su cui aveva scritto: «L’Italia è un paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza». Intorno alle undici di sabato sera, nel cortile del grattacielo della Pantanella, sulla via Casilina. Roma.
Reed/1 Lou Reed (morto ieri a 71 anni) quando confidò al padre di essere bisessuale fu trattato con l’elettroshock: «Ti ficcavano un boccaglio tra i denti per impedire che ingoiassi la lingua, poi ti fissavano gli elettrodi sulla testa. Era quello il metodo che usavano a Rockland County per scoraggiare i comportamenti omosessuali. L’effetto era una totale perdita di memoria che ti riduce come un vegetale. Non riesci neanche a leggere un libro, perché quando sei arrivato a pagina diciassette sei costretto a ripartire da pagina uno» (Videtti, Rep).
Reed/2 Al cronista che gli chiedeva cosa facesse per restare creativo Lou Reed rispondeva: «Mi masturbo tutti i giorni» (Assante, Rep).
(a cura di Daria Egidi)