La Gazzetta dello Sport, 22 ottobre 2013
Ieri è successa una cosa molto divertente, “Le Monde” ha scritto che gli americani, in un mese, hanno intercettato più di 70 milioni di telefonate francesi e il governo ha subito convocato l’ambasciatore americano a Parigi, Charles Rivkin
Ieri è successa una cosa molto divertente, “Le Monde” ha scritto che gli americani, in un mese, hanno intercettato più di 70 milioni di telefonate francesi e il governo ha subito convocato l’ambasciatore americano a Parigi, Charles Rivkin. Davvero divertente.
• Che cosa c’è di tanto divertente?
Se “Le Monde” non avesse scritto niente, il governo francese non avrebbe fatto niente. È lecito credere che il governo francese non sapesse dell’abitudine americana di intercettare tutto l’intercettabile, ovunque, con un sistema detto Prism? E che non fosse d’accordo? Via, fa ridere il solo pensarlo. Soprattutto perché, per esempio, gli italiani sanno la cosa da un pezzo, e gliene importa (giustamente) assai poco. A parte qualche buffa dichiarazione del ministro della Difesa Mauro («se queste rivelazioni fossero vere, i rapporti tra Italia e Usa sarebbero compromessi»), non hanno messo in scena nessuna pantomima.
• Vogliamo spiegare la cosa dall’inizio?
C’è questo Edward Snowden, trent’anni, grande testa per i computer, già tecnico informatico della Cia, che lo scorso 10 giugno ha rivelato la storia delle intercettazioni americane, fatte attraverso un programma che si chiama Prism e a cura della National Security Agency (Nsa). Snowden, scappato a Hong Kong, quindi a Mosca e infine in Ecuador, ha con sé parecchio materiale e ogni tanto lo passa ai giornali. Ha cominciato col "Guardian", poi ha adoperato lo “Spiegel” e “Le Monde”. I giornali pompano parecchio la faccenda, e s’indignano quanto basta. In realtà, di nuovo non c’è praticamente niente. Io ho letto per la prima volta delle attività della Nsa in un romanzo di Forsyth che si intitola Avenger
(Il vendicatore
Mondadori 2003) e che è stato scritto dopo l’11 settembre e il Patriot Act di Bush, cioè dodici anni fa. Il Patriot Act è quel provvedimento che dà più poteri a Cia, Fbi e Nsa nella lotta al terrorismo. Potere anche di intercettare a tappeto. Quando fu messo sotto accusa per questo dal "New York Times" e dal “Wall Street Journal”, Obama si difese semplicemente dicendo che il Congresso lo aveva autorizzato, che l’organo legislativo americano (segreto) che tiene sotto controllo queste attività era stato costantemente informato, che era stato informato anche il Parlamento, che la sorveglianza delle e-mail e dell’attività sul web riguardava solo gli stranieri o gli americani che vivono all’estero, che delle telefonate non vengono ascoltati i contenuti...
• Ammetterà che le istituzioni americane, a casa loro, possono autorizzare quello che vogliono, ma a casa degli altri...
Bisogna vedere se questi 70 milioni di colloqui intercettati in un mese erano di americani che stavano in Francia o di francesi che parlavano con americani. In ogni caso, Obama, lo scorso 1° luglio, ha detto: «Forniremo agli alleati europei tutte le informazioni che vogliono riguardo alle accuse di spionaggio». Kerry, quello stesso giorno, disse: «La ricerca delle informazioni sugli altri paesi non è inusuale». Parole che, tradotte dal politichese, significano: intercettare all’estero è normale. Quindi, basta chiedere e non c’è bisogno di convocare l’ambasciatore, mossa che nasconde un’intenzione diversa.
• Quale?
C’è soprattutto, oltre al solito fastidio dei nostri cugini per la supremazia Usa, l’opposizione francese all’idea americana di abbattere le barriere commerciali tra Europa e Stati Uniti e creare un mercato unico intercontinentale. Punto su cui non hanno del tutto torto. Ma che con le intercettazioni non c’entra niente.
• 70 milioni di telefonate in un mese fanno più di due milioni di telefonate al giorno, domeniche comprese. Come fanno, quelli della Nsa, a fronteggiare una tale massa di dati?
La cosa è stata spiegata bene da Vincenti Cannistraro, già direttore a Roma della Cia. «Non si tratta di spionaggio a tappeto su tutti i cittadini, ma di immagazzinaggio di dati elettronici e telefonici da usare esclusivamente nella lotta contro il terrorismo. Anche i Paesi nostri alleati, l’Italia ad esempio, hanno un programma di intercettazioni più o meno simile al Prism della nostra National Security Agency o Nsa. Non soltanto: noi, voi, gli inglesi, i tedeschi, i francesi, insomma tutti gli Stati membri della Nato si scambiano le informazioni così ottenute per difendersi dal nemico comune». Quanto alle telefonate immagazzinate «un dato può sembrare inutile per 5 anni, poi d’improvviso diviene cruciale».