Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  ottobre 21 Lunedì calendario

Circa 6 miliardi di beni pubblici da vendere • Distrutta la casa di Mata Hari • La Cina e la diplomazia del panda • La Pepsi senza zucchero per gli inglesi è più salutare del latte


Beni pubblici Progetto dello Stato per ridurre il debito pubblico: l’istituzione di un superfondo, aperto ai privati, che avrà lo scopo di vendere caserme, carceri, ospedali e altri immobili per un controvalore di 6 miliardi e 100 milioni di euro. Alla fine degli anni Novanta una commissione guidata dall’ex ministro della Funzione pubblica, Sabino Cassese, valutò il patrimonio pubblico in una somma equivalente a oltre 700 miliardi di euro attuali. Stime successive hanno calcolato per i beni pubblici effettivamente cedibili un valore compreso fra 300 e 400 miliardi. Eppure lo Stato e le amministrazioni pubbliche locali spendono 12 miliardi l’anno per affittare locali dai privati. Un’analisi svolta dal gruppo di lavoro di Pietro Giarda ha appurato che soltanto per polizia e carabinieri si pagano più di 600 milioni l’anno. Adesso il ministero dell’Economia ha costituito una Sgr, Società di gestione del risparmio, battezzata Invimit. Questa società deve gestire una serie di fondi immobiliari nei quali lo Stato, o magari le Regioni e gli enti locali, riversano pezzi del loro patrimonio perché venga o valorizzato oppure ceduto. Oltre a gestire direttamente questi fondi, la Invimit può trovare sul mercato soggetti privati, anche stranieri, disponibili a investirvi. Il primo di questi fondi diretti avrà dentro immobili dell’Inps per 1,9 miliardi. Poi toccherà alla Regione Lazio apportare beni per 800 milioni. Fra il 2016 e il 2017 toccherà al patrimonio Inail: 1,4 miliardi (Rizzo, CdS).

Mata Hari È stata distrutta da un incendio a Leeuwarden, cittadina della Frisia olandese, la casa natale di Mata Hari. Un rogo senza spiegazioni, secondo la polizia locale: un giovane che aveva dato l’allarme è morto fra le fiamme, una dozzina di abitazioni vicine sono state raggiunte dal fuoco. Margaretha Geertruida Zelle, vero nome dell’agente segreto, vi trascorse una vita agiata fino a 13 anni, quando la fortuna del padre Adam, cappellaio e mugnaio, andò a rotoli. A 18 anni, rispondendo a un’offerta di matrimonio su un giornale, si sposò con un ufficiale dell’esercito coloniale olandese, che la portò in Indonesia. Dopo la morte dei due figlioletti, i coniugi si separarono e lei scappò a Parigi: lì, grazie alla carnagione scura, si finse orientale. All’inizio della della grande guerra, uno dei suoi amanti ufficiali la arruolò nello spionaggio tedesco, ma lei se la faceva anche con francesi, russi, austriaci e lavorava anche per loro. Alla fine fu arrestata per spionaggio: si presentò al plotone d’esecuzione con un cappello di paglia di Firenze e rifiutò la benda sugli occhi. Dei 12 fanti francesi incaricati di ucciderla, solo uno la colpì al cuore: gli altri sbagliarono mira (Offeddu, CdS).

Calze Cose trovate dai poliziotti francesi in casa di Mata Hari: «30 paia di calze, 8 corpetti, moltissimi biglietti da visita di ufficiali e diplomatici, 3 veli, 3 busti, costumi di scena, camicie da notte, 7 abiti da principessa, sottovesti, conchiglie mammellari» (ibidem).

Panda Kathleen Buckingham ha esaminato i prestiti di panda da parte di Pechino ai Paesi stranieri nell’ultimo mezzo secolo e in particolare dal 2008. Ha così scoperto che i panda giganti inviati oggi dalla Cina all’estero sono una cinquantina e che tutti hanno preceduto o seguito un accordo miliardario. Memorabile lo scambio con la Scozia nel 2011, dopo che i leader rossi avevano cancellato le importazioni di salmone dalla Norvegia, rappresaglia per il Nobel della pace a Liu Xiaobo. Gli scozzesi accettarono di inviare 4 miliardi in salmoni, tecnologia petrolchimica e legata alle energie rinnovabili: pochi giorni dopo allo zoo di Edinburgo atterrò trionfalmente il panda Tian Tian. Francia e Canada, firmato l’accordo sull’uranio per le centrali atomiche, sono stati premiate con splendide coppie di orsetti in affitto. Regalo riservato anche all’Australia nel 2006, a Singapore e alla Thailandia, addirittura al Giappone nel 2012, prima dello scontro sulle isole Senkaku, e alla Malesia una decina di giorni fa, in occasione della visita ufficiale di Xi Jiping. Una coppia in affitto ad uno zoo frutta a Pechino 100mila dollari al mese, 1 milione all’anno, più di qualsiasi capolavoro artistico. Per questo i vertici del partito sono attenti a non inflazionare gliorsi del Sichuan, che devono restare una rarità, icona di eccellenza ambientale e certificato di amicizia privilegiata con la Città Proibita. Ne sa qualcosa Barack Obama che nel 2010, dopo aver ricevuto il Dalai Lama, vide ritirare unacoppia di panda dagli Usa (Visetti, Rep).

Bollini In Gran Bretagna, dove il governo spende ogni anno oltre 5 miliardi di sterline per trattare malattie legate al peso eccessivo dei cittadini (il 25% è classificato come «obeso»), si sono inventati i bollini sui cibi al supermercato: verde se un alimento è conforme a una dieta bilanciata, giallo se da usare con attenzione, rosse se da evitare. Così il parmigiano ha il bollino rosso, la bevanda “Red Bull” verde. Il principio è questo: se ci sono oltre 17,5 grammi di grassi ogni 100, il semaforo è rosso, il che vale per il sale oltre 1,5 grammi, e lo zucchero qualora si passino i 22,5. Alla fine i risultati sono paradossali: la Pepsi a zero calorie, che sostituisce lo zucchero con dolcificanti, è più salutare del latte (Zatterin, Sta).

(a cura di Daria Egidi)