La Gazzetta dello Sport, 18 ottobre 2013
I nostri fanno su e giù con gli Stati Uniti, prima c’è andato Letta, poi Saccomanni, adesso di nuovo Letta, riempito di carezze da Obama, che ha definito l’Italia un alleato eccezionale
I nostri fanno su e giù con gli Stati Uniti, prima c’è andato Letta, poi Saccomanni, adesso di nuovo Letta, riempito di carezze da Obama, che ha definito l’Italia un alleato eccezionale. Eccetera eccetera. In patria intanto, la legge di stabilità suscita ancora perplessità assai forti, al punto che nuove onde di tempesta stanno per abbattersi sul governo: il viceministro dell’Economia ha intenzione di dimettersi e non condivide nulla della legge appena varata; Mario Monti ha lasciato Scelta Civica per contrasti con Casini e a questo punto non è certo come il prima suo voto di sostegno a Letta; nel Pdl è in corsa una lotta furibonda tra governativi (colombe) e lealisti (falchi), Berlusconi sta seriamente pensando di tentare la carta del voto a marzo. Il tempo per candidarsi ancora una volta a premier ci sarebbe, il voto del Senato per fargli perdere il seggio è slittato, e potrebbe slittare ancora. Contro la sentenza della corte d’Appello che lo interdirà dai pubblici uffici per uno, due o tre anni si ricorrerà in Cassazione e si otterrà così un altro anno di respiro.
• Ho letto che il famoso cuneo fiscale porterà nelle buste paga 14 euro al mese.
La Cgia di Mestre ha fatto calcoli ancora più precisi, di fatto confermati da Palazzo Chigi. Se si prendono i due milioni e 600 mila lavoratori che stanno alla base della piramide, con un reddito lordo che va dai 10 mila ai 15 mila euro annui, emerge che il beneficio mensile si limiterà a 9 euro al mese. La situazione migliora solo leggermente nella fascia che sta intorno ai 15 mila euro lordi all’anno (ci si trovano 3 milioni e 600 mila lavoratori): nell’arco dei dodici mesi il beneficio netto sarà di 172 euro, cioè 14 euro al mese o 46 centesimi al giorno. Questo il bonus più alto dell’intera operazione. Salendo nella scala dei redditi dei lavoratori dipendenti i vantaggi si riducono. Ad esempio la fascia successiva, quella che sta intorno ai 20 mila euro di reddito lordo (3 milioni e 800 mila lavoratori) avrà in busta-paga il prossimo anno 152 euro in tutto, cioè solo 12 euro in più. Per i 3 milioni di lavoratori, operai e impiegati che stanno tra i 26 mila e i 35 mila euro, il bonus mensile sarà di 8 euro. Tra i 35 mila e i 40 mila, dove ci sono 683 mila lavoratori, l’aumento sarà di 6 euro al mese. Per i 704 mila che guadagnano tra i 40 mila e i 50 mila, gli euro in più saranno 3 al mese. A quota 55 mila non si prende nulla, perché a questo livello non si ha più diritto a nessuna detrazione.
• E le uscite, ossia le tasse?
Già. Questo piccolo vantaggio risulta più che annullato dalle decisioni prese sul lato fiscale e dei tagli. Gli statali, ad esempio, se la dovranno vedere con la proroga del blocco della contrattazione e con il taglio degli straordinari. La sanità ha scampato il pericolo, ma gli enti locali e le Regioni subiranno tagli che avranno un riflesso sulle tasche dei cittadini. Le famiglie dovranno poi fare i conti con la nuova Trise e con l’aumento dell’imposta di bollo e con l’Iva. Per i romani è arrivata un’ulteriore brutta notizia: per far fronte al dissesto finanziario della capitale (860 milioni di buco), il sindaco potrà portare l’addizionale Irpef da +0,9% a +1,2%. • Veniamo alle dimissioni di Monti e Fassina.
Le dimissioni di Monti sono la conclusione logica della guerra intestina con Casini. Pensi che a quelli di Scelta civica deve andare la presidenza della commissione bicamerale sull’Antimafia, grazie a un accordo tra Pd e Pdl. E non si sono messi a litigare due di loro per contendersi quella poltrona, sicché anche quella commissione è paralizzata? Quanto alle dimissioni di Fassina, ancora da presentare (ma le danno per sicure), sono collegate alla legge di stabilità: il viceministro è stato tenuto totalmente all’oscuro - dice - delle scelte operate da Letta e Saccomanni. Oltre a questo, c’è poi che Fassina non condivide lo spirito della legge. Ha scritto sul suo blog un lungo pezzo dove si scaglia contro coloro che vogliono tagliare la spesa pubblica, mostrando con tabelle e grafici che la spesa pubblica italiana è tra le più basse d’Europa, la più bassa per quello che che riguarda la scuola, bassissima per la sanità... La voce che circola è che Fassina rassegnerà il mandato non appena Enrico Letta sarà tornato dagli Stati Uniti.
• E in casa Pdl?
Intanto a Berlusconi la manovra non è piaciuta. «Alza eccome le tasse e non serve a invertire la rotta dell’economia». E al momento del voto, potrebbe scegliere questo terreno per fare lo sgambetto al premier.
• Alfano ci starebbe?
No, Alfano e i suoi hanno già fatto sapere che, in questo caso, procederebbero spediti sulla strada della scissione.