3 dicembre 2012
Tags : Ilva
Napolitano firma il salva-Ilva. Scontro coi pm
• Giorgio Napolitano firma il decreto salva-Ilva. Il testo, alla fine, è stato ampiamente rivisitato al Quirinale. Nella sua formulazione definitiva, il decreto è tarato sul concetto di «stabilimenti di interesse strategico nazionale». «In caso di stabilimento di interesse strategico nazionale — si legge — il ministro dell’Ambiente può autorizzare la prosecuzione dell’attività produttiva per un periodo non superiore a 36 mesi». L’Aia offriva la possibilità di agire per 72 mesi: Napolitano ha dimezzato i tempi e allargato la possibilità di intervento dell’esecutivo anche per altri siti nel paese. Nel decreto definitivo, già in Gazzetta, si specifica, altra novità, che gli stabilimenti strategici che saranno interessati dovranno avere un numero non inferiore a duecento «lavoratori subordinati» da almeno un anno e, quindi, vi sia «una assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione». Per l’Ilva resta in piedi la parte più discussa, quella che dovrebbe far scattare il ricorso della magistratura di Taranto. «Le disposizioni — continua il decreto — trovano applicazione anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa. I sequestri non impediscono», nei 36 mesi, «l’esercizio dell’attività». Il decreto interrompe quindi l’azione penale. Per i pm tarantini il provvedimento presenta profili di incostituzionalità poiché disinnesca l’efficacia dei sequestri scattati per l’inquinamento killer sprigionato da sei reparti dell’area a caldo dell’Ilva.
• All’Ilva di Taranto oggi parte la cassa integrazione per 1.950 lavoratori dell’area a freddo e altri 480 dell’area a caldo.