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 2013  settembre 23 Lunedì calendario

Biografia di Pietro Calogero

• Pace del Mela (Messina) 28 dicembre 1939. Magistrato. Quello che il 7 aprile 1979 autorizzò l’arresto dei leader di Autonomia operaia Oreste Scalzone, Franco Piperno, Toni Negri ecc.
• Figlio di due maestri elementari, secondo di tre fratelli.
• Si laurea in Giurisprudenza all’Università di Messina il 13 novembre 1963 con 110/lode ed entra in Magistratura quattro anni dopo il 13 novembre 1967.
• «Sull’ordine di cattura sono due i capi d’imputazione portanti: l’aver costituito una banda armata e aver attentato alla sicurezza dello Stato per aver dato vita alle Brigate rosse e avere organizzato Potere operaio e Autonomia operaia. Responsabili, quindi, di omicidi, sequestri di persona, incendi. Non viene contestato nessun omicidio, nessun sequestro di persona, nessun fatto specifico. Quello che subito viene definito dalla stampa garantista – allora più che marginale – “teorema Calogero” consiste proprio in questo, nell’aver impostato un procedimento giudiziario senza alcuna contestazione di reato circostanziato e – qui è il centro del teorema – configurando un’assoluta omogeneità di comando, e quindi di responsabilità penali personali, tra l’area della Autonomia e le Brigate rosse. Questo “teorema”, è bene ricordarlo, troverà poi un’assoluta smentita nel suo percorso giudiziario: dei dodici arrestati su iniziativa di Pietro Calogero ben sette saranno poi assolti in secondo grado (assoluzione poi confermata dalla Cassazione) mentre cinque (tra cui Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno) vedranno le proprie condanne confermate, ma non sulla base delle accuse impostate contro di loro da Calogero, ma perché queste erano state circostanziate da altre procure con contestazioni specifiche» (Il Foglio).
• «Disse chiaramente di non aver mai tentato di dimostrare “che Autonomia Operaia e le Brigate rosse erano la stessa cosa, cercai però di provare che tra le due organizzazioni vi era un progetto strategico comune”» (Cds 20/12/2010).
• Nell’incontro con la giornalista Silvia Giralucci, figlia del militante di destra Graziano (ucciso dalle Brigate Rosse il 17 giugno 1974 a Padova) e autrice del documentario Sfiorando il muro e del libro L’inferno sono gli altri (2012), entrambi sugli anni di piombo in Veneto, il magistrato ha svelato che «se il professor Negri non avesse goduto di qualche protezione o occhio di riguardo all’interno dei servizi segreti e degli organismi di polizia, la storia avrebbe potuto essere diversa. In sostanza, ricostruisce oggi Calogero, la Divisione antiterrorismo del servizio segreto militare aveva tenuto nascoste informazioni sui contatti eversivi di Negri che avrebbero potuto far fare un salto di qualità alle sue indagini (e a quelle che c’erano state in precedenza) sul teorico dell’Autonomia operaia. E continuava ufficialmente a negarle. “Le indagini hanno messo in evidenza interventi di apparati pubblici che hanno cercato, con comportamenti ora ostruzionistici, ora omissivi, ora di aperto favoreggiamento e copertura, di orientare la lotta armata sia di destra che di sinistra in direzione di assetti politici diversi da quelli a cui miravano i terroristi. Precisamente in direzione non del sovvertimento, ma dello spostamento dell’asse della politica italiana dall’area di sinistra verso quella di centro o di centrodestra”». Intervista pubblicata insieme ad altri contributi in Terrore rosso. Dall’Autonomia al partito armato Laterza (Giovanni Bianconi) [CdS 3/10/2010].
• Procuratore a Padova, nel novembre 2007 firmò un avviso di garanzia per Massimo Bitonci, sindaco leghista di Cittadella autore della cosiddetta ordinanza «antisbandati» (inchiesta per “usurpazione di funzione pubblica”, subito archiviata).
• Dal 20 novembre 2009 procuratore a Venezia. All’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2010 «disse che “il caso Ruby ha portato alla crisi del rapporto tra governo e magistratura con grave turbamento della società civile”» (Filippo Facci) [Lib 25/6/2013].
• Sposato dal marzo 2012 con Paola Refosco.