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 2013  settembre 18 Mercoledì calendario

Il tesoro della Concordia • Crolla in Europa il mercato dell’auto • Berlusconi dovrà risarcire la Cir con mezzo miliardo • Quelli che non dormono mai • L’avvocatessa accoltellata mentre faceva jogging

 

Tesoro 1 Ora che la Concordia è stata raddrizzata, la prima cosa che si dovrà tentare di trovare nella sua pancia sono i corpi delle due vittime che mancano ancora all’appello. Soltanto dopo, e solo con il via libera della magistratura, si potrà anche andare alla scoperta del tesoro nascosto della città galleggiante sulla quale viaggiavano oltre 4 mila persone. A cominciare dalle 150 cassette di sicurezza che erano installate in altrettante cabine. L’ingegnere Sergio Girotto, di Micoperi: «Questo recupero inizierà non appena la Procura ci autorizzerà a entrare nella nave». A quel punto le cassette di sicurezza verranno «smontate una ad una, catalogate, fotografate con a fianco il numero della cabina in modo che il contenuto possa essere restituito ai legittimi proprietari». Ci sono poi i tesori nel vero senso della parola: quadri, suppellettili eccetera il cui valore è stimato intorno ai tre milioni di euro. A bordo della Concordia c’erano circa 6.500 opere d’arte fra originali (510) e multipli (5.700) che hanno comunque un loro valore in quanto non sono copie. Pochissime le speranze di recuperare alcuni vasi in ceramica di inizio ottocento di Miklos Zsolnay o le cristallerie collocate nei bar a bordo. Nel centro benessere della nave, c’erano dodici xilografie del giapponese Katsushika Hokusai, poi il ciclo di Aldo Spoldi Viaggio nelle città europee, le tele Oltremare di Omar Galliani, Incontro e dissoluzione di Jord Garcia Pons, La Città della Concordia di Fernando de Filippi (Alfio Sciacca, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Tesoro 2 È un tesoro anche parte del materiale destinato alla demolizione. Dal ferro al rame, dal piombo allo stagno. Sul mercato il relitto di una nave vale 350 dollari a tonnellata, considerando il cosiddetto «peso scarico asciutto» che è cosa diversa dalla stazza e che nel caso della Concordia è di circa 50 mila tonnellate. Nelle navi destinate alla demolizione si può anche decidere di vendere separatamente i materiali che hanno un mercato nell’industria del riciclo, ma nel caso della Costa tutto lascia pensare a una vendita in blocco (ibidem).

Auto Dal 1990, da quando esiste una statistica storica sul mercato dell’auto, in Europa non si è mai registrato un tonfo del genere del comparto. Mentre in tutto il resto del mondo il mercato continua a crescere, nella Ue, secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori, nei primi otto mesi dell’anno si registra un calo del 5,2 per cento con 7.841.596 veicoli immatricolati. La sola Gran Bretagna è in controtendenza con un più 10,44 per cento (Longhin, Rep).

Berlusconi La Cassazione ha respinto il ricorso della Fininvest contro la Cir. La società che fa capo a Silvio Berlusconi dovrà risarcire quella dell’imprenditore Carlo De Benedetti per il Lodo Mondadori, la complessa vicenda che portò il Cavaliere alla presidenza della casa editrice di Segrate. Il risarcimento avrà un ritocco al ribasso sulla cifra liquidata dai giudici in Appello: 494 milioni, tra i 70 e gli 80 in meno rispetto a quelli stabiliti dalla sentenza di secondo grado.

Insonnia 1 Secondo l’ultima ricerca del Centers for Disease Control and Prevention, l’istituto della salute Usa, nove milioni di americani (con un aumento in dieci anni del 7,6 per cento) per riuscire a dormire ricorrono ai sonniferi. Un dato empirico, impreciso per difetto, perché non tiene conto della maggioranza nascosta che ricorre a medicinali per i quali non serve la ricetta (che non sempre sono più blandi): qui gli appassionati sono oltre 15 milioni. L’identikit del consumatore di sonniferi è femmina (il 5 per cento contro il 3 per cento dei maschi), di razza bianca (il 5 per cento contro il 2,5 per cento degli afroamericani e il 2 dei latinos) e con una buona istruzione (i laureati vincono su tutte le altre categorie). (Massimo Vincenzi, Rep)

Insonnia 2 In Europa un inglese su nove dichiara di dover ricorrere ad aiuti chimici, lo stesso per il 20 per cento dei francesi. In Italia i farmaci della famiglia delle benzodiazepine (ansiolitici, sonniferi e sedativi vari) sono nella lista dei più gettonati largamente davanti persino al Viagra (gli esperti danno per assodato che ne fa un uso regolare un italiano su dieci). (ibidem)

Insonnia 3 Le cause dell’insonnia sono diverse. Ci sono quelle note: la caffeina, le sigarette, l’alcol, la poca attività fisica, il troppo peso. Ma ci sono fattori nuovi che emergono dagli ultimi studi. Ad esempio paghiamo la dipendenza dai dispositivi elettronici. Un sondaggio della Potter’s Herbal, un colosso dell’erboristeria inglese, mostra che il 44 per cento delle persone usa il tablet a letto, il 14 per cento consulta le e-mail e i messaggini prima di addormentarsi e il 18 per cento tiene lo smartphone in carica sul comodino: «Il modo perfetto per non prendere mai sonno. La nostra attenzione viene continuamente stimolata sia sotto il profilo visivo con le loro luci, sia per quanto riguarda la capacità di comprendere quello che leggiamo. Il nostro cervello accumula energia e non si spegne mai» (Ana Krieger, un medico che lavora al Weill Corner Center di New York). (ibidem)

Delitto Silvia Gobbato, 28 anni. Laureata in Giurisprudenza, graziosa, «brava ragazza, dolcissima», residente a San Michele al Tagliamento (Venezia), si era trasferita a Udine per svolgere il praticantato nello studio dell’avvocato Gianni Ortis e lì aveva fatto amicizia col di lui figlio Giorgio che condivideva la sua passione per la corsa. L’altro giorno, all’ora di pranzo, i due come d’abitudine andarono a fare jogging lungo l’ippovia del Cormor, una pista ciclabile che serpeggia verso le colline di Buja. Verso le 13 e 48 un maratoneta, dopo aver scorto un cellulare a terra su una stradina sterrata, seguì alcune tracce di sangue e, 6-7 metri più in là, vide la Gobbato cadavere nascosta nell’erba macchiata di rosso: qualcuno l’aveva trascinata lì dopo avere infilato un grosso coltello dodici volte nell’addome, nel torace e nel dorso. Interrogato dai carabinieri, Giorgio Ortis ha detto di non essersi accorto di nulla perché, avendo la falcata più veloce, aveva distanziato la ragazza di circa quattrocento metri e poi, tornando a cercarla, aveva incontrato il maratoneta che, l’aria sconvolta, chiedeva aiuto. Verso le 13.40 di martedì 17 settembre lungo l’ippovia del Cormor, una strada sterrata lungo il fiume fra Udine e Buja.

(a cura di Roberta Mercuri)