Rassegna, 17 settembre 2013
La risalita della Concordia tra speranze e problemi
• Alla fine solo questa mattina vedremo la Costa Concordia nuovamente dritta, pronta ad appoggiarsi su un fondale artificiale per poi essere definitivamente stabilizzata. Una serie di inconvenienti, uniti a una velocità di marcia inferiore alle aspettative, hanno fatto sì che, rispetto alle dodici ore ipotizzate, ne siano state necessarie più o meno il doppio. Così, fra una ritardata partenza di tre ore (alle 9 invece che alle 6) dovuta al maltempo della notte precedente e uno stop alle operazioni di rotazione, per consentire la manutenzione sui cavi non più in tensione, il parbuckling, ossia la rotazione della nave, l’intervento è andato avanti per tutta la notte, sino alle prime luci del giorno. Secondo il prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, è tutto nella norma: «Le operazioni sono andate avanti secondo i piani, senza nessun tipo di incidente, nessun danno ambientale e con l’andamento che avevamo previsto. Poco male se invece di 12 ore ne impiegheremo 18 o anche di più.
• A sovraintendere l’operazione, oltre a Gabrielli, Franco Porcellacchia (responsabile del progetto rimozione di Costa Crociere), Sergio Girotto (responsabile del progetto recupero di Micoperi) e Maria Sargentini (presidente dell’Osservatorio di monitoraggio). Il comandante Nick Sloane è quello che materialmente ha schiacciato il pulsante che dalla control room ha dato il via alle operazioni. Racconta Chiarelli sulla Sta: «“Let’s go”, sibila nel suo inglese di stampo sudafricano. La nave dovrà ruotare di 65 gradi e per favorire la rotazione sarà fornita una forza di 23.800 tonnellate. Dalle nove torri create sulle piattaforme intorno alla nave partono 22 cavi d’acciaio, altri 14 sono posizionati di supporto. Al segnale di Sloane i cavi, lentamente, si tendono. Il corpaccione d’acciaio della Concordia ha come un fremito. Il gigante bianco, in maniera quasi impercettibile, prende a muoversi. I cinquecento uomini di Titan Micoperi, gli abitanti del Giglio, le centinaia di giornalisti italiani e stranieri, tutti trattengono il fiato, in un silenzio quasi irreale. Le immagini della nave da crociera imbragata come Gulliver fanno il giro del mondo sui siti web e sulle tv».