la Repubblica, sabato 30 aprile 2011, 14 settembre 2013
Tags : William e Kate
Le nozze reali inglesi (articolo del 30/4/2011)
la Repubblica, sabato 30 aprile 2011
Arrivano a Buckingham Palace su una carrozza trainata da otto cavalli bianchi, con il cocchiere a cassetta e due paggi in costume del settecento dietro. Se ne vanno su un’Aston Martin decapottabile, con lui alla guida, i palloncini colorati a forma di cuore attaccati al portabagagli e «just wed», appena sposati, sulla targa. L’entrata in scena è immutabile, un omaggio alla tradizione. L’uscita è senza precedenti, mai vista una cosa simile a un matrimonio reale. «Something old, something new», qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, titola il Times di Londra il suo editoriale sul royal wedding, alludendo al proverbio su cosa dovrebbe indossare come portafortuna una sposa. È la metafora di questo matrimonio, di ciò che dovrebbe produrre l’innesto nella famiglia reale di una «commoner», una borghese figlia di una hostess della British Airways e pronipote di minatori di carbone. È lo sposalizio di un’antica monarchia con la modernità, l’augurio che questa giovane coppia rinnovi la Corona e trovi il modo di darle un senso nel ventunesimo secolo di Internet, il tentativo di trasformare una vecchia fiaba in reality show, senza perdere la pompa e il cerimoniale che nessuno sa mettere in scena meglio degli inglesi, ma aggiungendovi una spruzzata «hip» di trasgressione e ironia.
Nella storica abbazia di Westminster dove si sposò e diventò regina sua nonna, dove sua madre Diana ha ricevuto l’estremo saluto e dove lui stesso sarà incoronato re, William Arthur Philip Louis di Windsor risponde a una formula arcaica, immutata da secoli: «Vuoi tu sposare questa donna, amarla, confortarla ed onorarla, nella buona come nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?», e senza esitazione, con la sua voce profonda, il principe replica in un soffio, «I will», sì, lo voglio. La tradizione viene rispettata. Eppure qualche attimo prima, quando Catherine Elisabeth Middleton, universalmente nota come Kate, lo raggiunge davanti all’altare, William rompe il silenzio del protocollo parlandole d’istinto con l’intimità di una passione che dura da otto anni ed evidentemente non si è intiepidita: «I love you, you look beatiful», ti amo, sei bellissima. Mai un erede al trono aveva salutato la promessa sposa con un linguaggio così schietto, semplice, da ragazzi di tutti i giorni, per di più nel suo caso in diretta davanti a due miliardi di telespettatori, che possono benissimo leggergli la frase sulle labbra.
William è in uniforme di gala rossa dell’Irish Guards, Kate in abito bianco disegnato da Sarah Burton, l’allieva di Alexander McQueen, ispiratasi all’abito nuziale di Grace Kelly, scomparsa principessa di Monaco. Al loro fianco Harry, «best man», testimone dello sposo, in uniforme blu dell’Household Cavalry, e James Middleton, padre della sposa, in tight e cilindro. Philippa detta Pippa, sorella minore di Kate, tiene lo strascico, stretta in un abitino osé che la fa eleggere da Twitter come «reginetta sexy» della giornata e suscita perfino voci di una sua possibile love-story con Harry: aspettiamo le prossime puntate della telenovela. Subito dietro la regina in tailleur giallo canarino, il principe Filippo, il principe Carlo con Camilla, e Carole Middleton, la madre della sposa. E poi gli altri figli della regina, Andrea, con le figlie, le principessine Eugenia e Beatrice, così goffe in assurdi vestitini e peggiori cappellini da sembrare le sorelle a cui il principe preferisce Cenerentola; e la principessa Anna; e il principe Edoardo, l’unico ancora felicemente sposato. Quattro figli, tre divorzi, è il bilancio per Sua Maestà: certo che guarda ora William e Kate con trepidazione.
William le mette la fede al dito, con qualche difficoltà. Lei non la mette a lui, che non porterà l’anello, pare non gli vada: su questo non c’è uguaglianza, ma la sposa perlomeno si rifà astenendosi dal giurargli obbedienza. L’organo intona «Guide me, O thou great Redeemer» (Guidami, o mio grande redentore), lo stesso inno suonato per i funerali di Diana. «Se qualcuno ha qualcosa da dire contro questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre», ammonisce l’arcivescovo di Canterbury: ma nessuno apre bocca trai 1.900 capi di stato, teste coronate, leader politici e Vip presenti, per cui subito dopo dichiara William e Kate «man and wife», marito e moglie. Gli sposi sfilano davanti al premier Cameron, ad Elton John con il «marito», a David e Victoria Beckham una volta tanto surclassati da una coppia con più glamour. Fuori li attende la carrozza scoperta e perfino qualche raggio di sole: i metereologi hanno fortunatamente sbagliato prevedendo pioggia.
Un milione di persone fanno loro festa lungo il tragitto fino a palazzo reale. Sul balcone di Buckingham Palace si scambiano un breve bacio, e poi un secondo, più lungo. Sembrano disinvolti, allegri, innamorati, felici. Anche il 90enne principe Filippo, di cui è notoria la passione per le belle donne, sembra contento, ritrovandosi a chiacchierare con Pippa, la sorella di Kate. Sfrecciano in cielo gli aerei della seconda guerra mondiale: «Something old». Poi i Tornado che bombardano la Libia: «Something new». La regina serve tartine e champagne a 600 ospiti, quindi lascia per una notte la sua casa a William e Kate (un giorno diventerà la loro casa) e va a passare il week-end al castello di Windsor. A sera, Carlo offre una cena ai 300 intimi amici e parenti della coppia, dopo di che Buckingham Palace si trasforma in discoteca. Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo, per celebrare una favola eterna: l’amore.
Arrivano a Buckingham Palace su una carrozza trainata da otto cavalli bianchi, con il cocchiere a cassetta e due paggi in costume del settecento dietro. Se ne vanno su un’Aston Martin decapottabile, con lui alla guida, i palloncini colorati a forma di cuore attaccati al portabagagli e «just wed», appena sposati, sulla targa. L’entrata in scena è immutabile, un omaggio alla tradizione. L’uscita è senza precedenti, mai vista una cosa simile a un matrimonio reale. «Something old, something new», qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, titola il Times di Londra il suo editoriale sul royal wedding, alludendo al proverbio su cosa dovrebbe indossare come portafortuna una sposa. È la metafora di questo matrimonio, di ciò che dovrebbe produrre l’innesto nella famiglia reale di una «commoner», una borghese figlia di una hostess della British Airways e pronipote di minatori di carbone. È lo sposalizio di un’antica monarchia con la modernità, l’augurio che questa giovane coppia rinnovi la Corona e trovi il modo di darle un senso nel ventunesimo secolo di Internet, il tentativo di trasformare una vecchia fiaba in reality show, senza perdere la pompa e il cerimoniale che nessuno sa mettere in scena meglio degli inglesi, ma aggiungendovi una spruzzata «hip» di trasgressione e ironia.
Nella storica abbazia di Westminster dove si sposò e diventò regina sua nonna, dove sua madre Diana ha ricevuto l’estremo saluto e dove lui stesso sarà incoronato re, William Arthur Philip Louis di Windsor risponde a una formula arcaica, immutata da secoli: «Vuoi tu sposare questa donna, amarla, confortarla ed onorarla, nella buona come nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?», e senza esitazione, con la sua voce profonda, il principe replica in un soffio, «I will», sì, lo voglio. La tradizione viene rispettata. Eppure qualche attimo prima, quando Catherine Elisabeth Middleton, universalmente nota come Kate, lo raggiunge davanti all’altare, William rompe il silenzio del protocollo parlandole d’istinto con l’intimità di una passione che dura da otto anni ed evidentemente non si è intiepidita: «I love you, you look beatiful», ti amo, sei bellissima. Mai un erede al trono aveva salutato la promessa sposa con un linguaggio così schietto, semplice, da ragazzi di tutti i giorni, per di più nel suo caso in diretta davanti a due miliardi di telespettatori, che possono benissimo leggergli la frase sulle labbra.
William è in uniforme di gala rossa dell’Irish Guards, Kate in abito bianco disegnato da Sarah Burton, l’allieva di Alexander McQueen, ispiratasi all’abito nuziale di Grace Kelly, scomparsa principessa di Monaco. Al loro fianco Harry, «best man», testimone dello sposo, in uniforme blu dell’Household Cavalry, e James Middleton, padre della sposa, in tight e cilindro. Philippa detta Pippa, sorella minore di Kate, tiene lo strascico, stretta in un abitino osé che la fa eleggere da Twitter come «reginetta sexy» della giornata e suscita perfino voci di una sua possibile love-story con Harry: aspettiamo le prossime puntate della telenovela. Subito dietro la regina in tailleur giallo canarino, il principe Filippo, il principe Carlo con Camilla, e Carole Middleton, la madre della sposa. E poi gli altri figli della regina, Andrea, con le figlie, le principessine Eugenia e Beatrice, così goffe in assurdi vestitini e peggiori cappellini da sembrare le sorelle a cui il principe preferisce Cenerentola; e la principessa Anna; e il principe Edoardo, l’unico ancora felicemente sposato. Quattro figli, tre divorzi, è il bilancio per Sua Maestà: certo che guarda ora William e Kate con trepidazione.
William le mette la fede al dito, con qualche difficoltà. Lei non la mette a lui, che non porterà l’anello, pare non gli vada: su questo non c’è uguaglianza, ma la sposa perlomeno si rifà astenendosi dal giurargli obbedienza. L’organo intona «Guide me, O thou great Redeemer» (Guidami, o mio grande redentore), lo stesso inno suonato per i funerali di Diana. «Se qualcuno ha qualcosa da dire contro questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre», ammonisce l’arcivescovo di Canterbury: ma nessuno apre bocca trai 1.900 capi di stato, teste coronate, leader politici e Vip presenti, per cui subito dopo dichiara William e Kate «man and wife», marito e moglie. Gli sposi sfilano davanti al premier Cameron, ad Elton John con il «marito», a David e Victoria Beckham una volta tanto surclassati da una coppia con più glamour. Fuori li attende la carrozza scoperta e perfino qualche raggio di sole: i metereologi hanno fortunatamente sbagliato prevedendo pioggia.
Un milione di persone fanno loro festa lungo il tragitto fino a palazzo reale. Sul balcone di Buckingham Palace si scambiano un breve bacio, e poi un secondo, più lungo. Sembrano disinvolti, allegri, innamorati, felici. Anche il 90enne principe Filippo, di cui è notoria la passione per le belle donne, sembra contento, ritrovandosi a chiacchierare con Pippa, la sorella di Kate. Sfrecciano in cielo gli aerei della seconda guerra mondiale: «Something old». Poi i Tornado che bombardano la Libia: «Something new». La regina serve tartine e champagne a 600 ospiti, quindi lascia per una notte la sua casa a William e Kate (un giorno diventerà la loro casa) e va a passare il week-end al castello di Windsor. A sera, Carlo offre una cena ai 300 intimi amici e parenti della coppia, dopo di che Buckingham Palace si trasforma in discoteca. Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo, per celebrare una favola eterna: l’amore.
Enrico Franceschini