Rassegna, 13 settembre 2013
La Bce avverte l’Italia: rischio deficit
• La Bce ha lanciato un allarme sui conti pubblici italiani. «In Italia le informazioni preliminari sull’esecuzione del bilancio dello Stato in base ai dati di cassa fino a luglio 2013 indicano un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro (3,3 per cento del Pil), in aumento da quasi 28 miliardi (1,8 per cento del Pil) nello stesso periodo del 2012». Il peggioramento del fabbisogno, «dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati», cioè la restituzione dei debiti dello Stato alle imprese, «mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013 (2,9 per cento del Pil)». In altre parole, siccome il Governo ha formulato le sue ultime previsioni sul disavanzo in primavera, fissandole al 2,9% perché tarate su una flessione dell’economia dell’1,3% e su una correzione in peggio del deficit di mezzo punto, dovuto alla restituzione dei debiti statali alle aziende, quella cifra rischia di saltare, alla luce del peggioramento evidente del quadro congiunturale. [Mastrobuoni, Sta]
• «Nel linguaggio burocratico delle grandi istituzioni europee, sotto accusa sono l’abolizione dell’Imu e la riduzione dell’Iva, che potrebbero mettere a repentaglio la tenuta dei conti pubblici e dunque la promessa fatta dall’Italia di restare nei prossimi anni entro il tetto del 3% nel rapporto tra il Pil e il debito. Naturalmente, come sanno a Francoforte e a Bruxelles, ad appesantire i conti ha contribuito il calo del Pil, che è ora è previsto in flessione dell’1,7% (rispetto all’1,3% immaginato in aprile), come ha certificato il governo stesso nella relazione al Parlamento che prelude alla Nota di aggiornamento al Def». [Martini, Sta]