La Gazzetta dello Sport, 13 settembre 2013
Lunedì iniziano a tirar su la Concordia. Anzi, l’espressione esatta non è «tirar su», ma «ruotare»: salvo controindicazioni metereologiche, cominceranno a ruotare la Concordia in modo da farle recuperare l’assetto di galleggiamento e poi condurla a Piombino o a Palermo
Lunedì iniziano a tirar su la Concordia. Anzi, l’espressione esatta non è «tirar su», ma «ruotare»: salvo controindicazioni metereologiche, cominceranno a ruotare la Concordia in modo da farle recuperare l’assetto di galleggiamento e poi condurla a Piombino o a Palermo.
• La Concordia è la nave da crociera, marchiata Costa, che il capitano Francesco Schettino fece naufragare davanti al porto del Giglio la sera del 13 gennaio 2012? Esatto. Il capitano Schettino voleva fare l’inchino, l’accostamento a terra. Quella sera Schettino, a quanto s’è capito alle prese anche con una bella bionda, s’era messo in testa di rendere omaggio al vecchio comandante Mario Palumbo, che non era nemmeno sull’isola. Fatto sta che, invece, andò ad arenarsi sulla secca delle Scole, provocando uno squarcio di 75 metri per 2 sulla fiancata sinistra. La nave si inclinò nella posizione a tutti nota, si mosse ancora verso il basso di nove centimetri pochi giorni dopo e poi, per fortuna, rimase ferma: nelle cisterne c’erano 2.380 tonnellate di combustile. Si seppe quasi subito che Schettino, al momento fatale, s’era messo al sicuro lasciando i passeggeri in balìa dei suoi secondi. Dallo scoglio si teneva in contatto con la capitaneria di porto di Livorno, dalla quale il comandante Gregorio De Falco gli intimava: «Salga a bordo, cazzo!», frase che spopolò in rete e venne stampata su migliaia di magliette, rivelando che gli italiani sentivano forse il bisogno di essere comandati con maggior piglio e responsabilità. La storia fece il giro del mondo. Sì, con barzellette di ogni tipo in cui gli italiani venivano trattati da maramaldi, perché Schettino, chiaramente fascinoso per le donne, sembrava a tutti che incarnasse il nostro tipo umano, fondamentalmente un cialtrone. Chiariamo che Schettino è sotto processo, si sta difendendo, sostiene di aver salvato con la sua abilità 4mila persone, cioè i 32 morti di quella tragedia – due dei quali non ancora ritrovati – furono secondo lui uno scotto minimo da pagare alla sfortuna. In ogni caso, fino a sentenza, Schettino è innocente. Bene, e ora tirano su la nave. La «ruotano», operazione delicatissima e che si svolgerà con la massima lentezza in 24 ore o, più probabilmente, in due-tre giorni. Se il relitto si spaccasse o affondasse, a parte tutto il resto, il mondo si confermerebbe nella bassa opinione che ha di noi. Non creda purtroppo che un’operazione perfetta ci risolleverà nella stima generale. Prevarrà sempre il ricordo del naufragio. Come procederanno? Detto in parole povere, in questi 20 mesi hanno costruito un fondale tra i due spunzoni di roccia su cui è appoggiata la Concordia. Si tratta di una distesa di 1.180 sacchi pieni di malta cementizia su cui sono state adagiate sei piattaforme, tre di grandi dimensioni, tre più piccole. Le piattaforme, nella parte che sporge dal piano di cemento, poggiano su piloni di granito infilati nel fondale, trivellato a tale scopo con buchi dal diametro di due metri. Questo falso fondale si trova a 30 metri di profondità. Se cedesse, la nave precipiterebbe giù e sarebbe irrecuperabile. Pretendono di farla navigare fino al porto dove sarà demolita? Il galleggiamento sarà reso possibile da 15 cassoni adesso pieni d’acqua e che verranno via via svuotati in modo da creare la spinta per far muovere il relitto. Quindici a destra e quindici a sinistra. A quel punto traineranno la carcassa fino al porto di destinazione, alla velocità di due nodi. Pensi che nella fase di progettazione avevano anche pensato di incastrare la nave su un semisommergibile lungo 275 metri. Sarebbe stata una procedura spettacolare. In ogni caso, benché il commissario Gabrielli abbia ammonito tutti di non venire al Giglio con l’idea di seguire uno show, l’operazione è da record, mai prima d’ora era stato tentato un recupero di tali dimensioni. La Concordia ha una stazza di 144 mila tonnellate ed è lunga 289 metri, la Costa ha speso finora per il recupero un miliardo e mezzo. Si adopereranno intorno al relitto una ventina di mezzi navali, 500 persone, tra cui 120 subacquei e 50 ingegneri. La Regione Toscana vorrebbe che i lavori di demolizione si facessero a Piombino, in modo da recuperare il danno sul territorio. La Fincantieri di Palermo è il posto dove la Concordia è stata costruita. A naso, è più probabile che finisca in Sicilia.