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 2013  settembre 10 Martedì calendario

Morto Albero Bevilacqua

• Alberto Bevilacqua, nato a Parma nel giugno del ’34, è morto ieri, nella clinica romana Villa Mafalda dove era da tempo ricoverato per decisione della sorella, dopo un lungo e doloroso declino che è stato anch’esso al centro di pubbliche polemiche. La compagna Michela Macaluso, che non aveva titolo legale per decidere della sua sorte e non poteva quindi farlo trasferire altrove, come avrebbe desiderato, aveva chiesto l’intervento della magistratura perché, sosteneva, le cure non erano all’altezza della situazione e i costi parevano smisurati. Il tribunale aveva nominato un tutore legale, che tuttavia la clinica, proprio ieri, ringrazia per la collaborazione nel comunicato sulla morte dello scrittore. In ogni caso è stata disposta l’autopsia.  

• Scrive Baudino sulla Stampa: «Di sé ha raccontato tutto, in un continuo dialogo col proprio presente e soprattutto col proprio passato che travalicava nella letteratura e nella finzione, tanto che alla fine resta difficile distinguere la realtà dai sogni, dalle esperienze visionarie, dai giochi di specchi dello scrittore. Ma Alberto Bevilacqua resterà per sempre l’autore di un libro che ha rappresentato molto più di un’indole nazionale: La Califfa , pubblicato nel ’64, emblema popolare e sentimentale del miracolo economico. Divenne un film da lui diretto, sei anni dopo, anch’esso indimenticabile, e un volto: quello di Romy Schneider, con cui lo scrittore-regista ebbe una tormentata e pubblicizzatissima relazione».  

• «Verso la metà degli anni Cinquanta, Bevilacqua, giovanissimo e quasi sconosciuto, che aveva scritto fino a quel momento solo su giornali e periodici, pubblica in una collana diretta da Leonardo Sciascia un volume di prose poetiche, La polvere sull’erba, incentrato su storie di guerra partigiana in Emilia. Parma vi s’affaccia solo in uno scorcio lirico; è il primo frammento di un romanzo della “piccola capitale” che aveva già avuto una consacrazione letteraria con Stendhal nel primo Ottocento e che avrebbe occupato buona parte dell’opera futura di Bevilacqua. A partire dal 1962 escono, con cadenza biennale, Una città in amore, La Califfa, subito bestseller tradotto in molte lingue, Questa specie d’amore, insignito d’un super Campiello, premio cui concorrono altri scrittori già illustri, fra cui Mario Tobino: Bevilacqua diventa di colpo famoso. Sono anni in cui il tema di Parma occupa il cantiere di un poeta illustre, Attilio Bertolucci, che lo svolgerà per oltre un trentennio, in un romanzo in versi che uscirà nel 1984 con il titolo La camera da letto». [Leonelli, Rep]