Rassegna, 9 settembre 2013
Il Papa, la guerra e il mercato delle armi
• All’Angelus di ieri il Papa si è chiesto se questa è «davvero una guerra per risolvere problemi o è una guerra commerciale per vendere armi?», perché la «guerra contro il male comporta dire no all’odio fratricida, alle menzogne e alla proliferazione di armi» [Galeazzi, Sta]
• «Finché c’è guerra, c’è speranza» (Alberto Sordi nel 1974)
• Grignetti fa sapere sulla Stampa che «non c’è paese africano, asiatico, americano che non spenda cifre da capogiro per il rifornimento dei propri arsenali. Secondo il rapporto annuale redatto a Stoccolma, solo nell’ultimo anno c’è stato un calo del 5%. Le vendite sono scese da 412 miliardi di dollari nel 2010 a 410 miliardi nel 2011. Su questi numeri però hanno inciso la fine della guerra in Iraq e il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Infatti cala leggermente il peso degli Usa ma in compenso cresce quello della Russia e quello della Cina». La spesa militare mondiale rappresenta il 2,5% circa del pil mondiale globale, con un costo procapite medio di 249 dollari per ogni cittadino del mondo.