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 2013  settembre 06 Venerdì calendario

C’è una specie di intervento del Quirinale sulla crisi...• Che significa “una specie di intervento del Quirinale”? Napolitano può parlare in prima persona, tra virgolette, e in questo caso il suo intervento ha tutto il peso, tutta l’autorevolezza che gli deriva dall’istituzione

C’è una specie di intervento del Quirinale sulla crisi...

Che significa “una specie di intervento del Quirinale”?
Napolitano può parlare in prima persona, tra virgolette, e in questo caso il suo intervento ha tutto il peso, tutta l’autorevolezza che gli deriva dall’istituzione. È stato così col messaggio di Ferragosto in cui ha fatto capire a Berlusconi che non ci sono scorciatoie rispetto alle procedure, le sentenze si applicano, la grazia si concede su richiesta, eccetera. Da dichiarazioni di questo tipo, essendo firmate in prima persona, non si può tornare indietro. Poi ci sono note, diffuse in rete, alle agenzie, ai giornali, in cui Napolitano non parla in prima persona, ma, al suo posto, dicono la loro non meglio precisati “ambienti del Quirinale”, oppure “voci del Quirinale”. Sono punti di vista che non compromettono in prima persona il Presidente, ma fanno capire l’aria che tira.  

Ieri si sono espresse le “voci del Quirinale”?
Sì, e hanno detto questo: Giorgio Napolitano non prende in esame l’ipotesi di una crisi «perché avendo già messo nella massima evidenza che l’insorgere di una crisi precipiterebbe il Paese in gravissimi rischi, conserva fiducia nelle ripetute dichiarazioni di Berlusconi, in base alle quali il governo continua ad avere il sostegno della forza da lui guidata».  

Il guaio è che, come si può fare una bella collezione delle dichiarazioni di Berlusconi a sostegno del governo, così se ne può mettere insieme un’altra, dello stesso periodo, in cui Berlusconi annuncia che i suoi ministri si dimetteranno, che ci vogliono le elezioni, eccetera.
Infatti ieri Schifani, capogruppo al Senato, è tornato a dire che la crisi si avvicina, che il primo step della Giunta che deve decidere sulla decadenza è stato pessimo, «vedo l’avvicinarsi di un momento di crisi. Quando si convive in un’alleanza devono vigere le regole del reciproco rispetto», «tutto il gruppo del Pdl è compatto, ieri ci siamo trovati tutti nella volontà di mantenere l’unità, pronti anche a battaglie da opposizione, contro un esecutivo raccogliticcio», «sarebbe meglio tornare alle urne», eccetera. Badi che come non ci crede Napolitano, così alle dimissioni dei cinque ministri Pdl non crede neanche Letta. Il Cavaliere, dica quello che vuole, il punto in mano per andare a prendersi il piatto non ce l’ha.  

Che cos’è successo nella Giunta del Senato?
La Giunta del Senato, quella che deve votare sulla decadenza... La riunione dell’altro giorno, per i pidiellini, non è poi andata così male come dice Schifani. Si trattava di decidere il calendario dei lavori dopo la prima seduta di lunedì prossimo, i grillini avrebbero voluto almeno una riunione al giorno, il Pdl, tutto al contrario, una riunione a settimana, il Pd si sarebbe accontentato di due riunioni a settimana, intanto il centro-destra ha ottenuto che la relazione su cui alla fine si dovrà votare venga letta a partire delle 15, il che garantisce che si finirà come minimo al giorno dopo, però c’è l’esigenza, manifestata da parecchi parlamentari anche di sinistra, di avere il tempo di documentarsi prima di aprir bocca. Il senatore Augello, relatore pidiellino, potendo in astratto scrivere una relazione a favore della decadenza oppure una relazione contraria alla decadenza stilerà una relazione favorevole all’invio della carte alla Corte europea dei diritti dell’uomo oppure (meno probabile) alla Corte costituzionale. La Giunta dovrà pronunciarsi su questo. Al tempo di Previti, l’appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo allungò la procedura a 14 mesi. Vedrà che si prenderanno una settimana di tempo per leggere le carte, poi venti minuti a testa per parlare, però con delle pause tra un intervento e l’altro, quindi se ne può andare un’altra settimana, poi un’ora di tempo ulteriore a gruppo... Se corrono, siamo al 23 settembre, lunedì. Berlusconi deve industriarsi a tenere alta la tensione per tutto questo tempo. Tempo ottimo anche per trattare riservatamente una via d’uscita. Insomma continuo a non vedere la crisi.  

Berlusconi come potrebbe tenere alta la tensione?
Si dice che sia già stato girato da qualche giorno un videomessaggio durissimo, tutto ispirato dal libro di Cicchitto sull’uso politico della magistratura. Questo messaggio, se letto, precipiterebbe la situazione. Si dice che Napolitano risponderebbe con un altro video messaggio altrettanto duro... Ma a quel punto saremmo in alto mare, forse non vale neanche la pena di parlarne...