La Gazzetta dello Sport, 1 settembre 2013
Anche se hanno mandato un sesto cacciatorpediniere nel Mediterraneo, carico di missili pronti a colpire la Siria (si chiama San Antonio), Obama non si muoverà per almeno un paio di settimane: ieri ha annunciato che, prima dell’attacco, chiederà un voto del Congresso

Anche se hanno mandato un sesto cacciatorpediniere nel Mediterraneo, carico di missili pronti a colpire la Siria (si chiama San Antonio), Obama non si muoverà per almeno un paio di settimane: ieri ha annunciato che, prima dell’attacco, chiederà un voto del Congresso.
• Secondo me è una marcia indietro bella e buona.
Chi sa. Ha detto questo: «L’attacco del governo siriano con armi chimiche è stato un assalto alla dignità umana. Gli Stati Uniti devono intervenire contro il regime di Assad e io sono pronto a dare l’ordine di intervenire. Cercherò di ottenere l’autorizzazione dai rappresentanti dei cittadini americani al Congresso. Il dibattito ci deve essere perché la decisione è troppo importante. Siamo pronti ad andare avanti come un’unica nazione. L’attacco Usa alla Siria potrebbe essere domani, fra una settimana o fra un mese e sarà limitato nella portata». Ora, se vuole chiedere un voto al Congresso non potrà muoveri prima di dieci giorni. Il parlamento è in vacanza e torna a riunirsi il 9 settembre. E però anche la data del 9 settembre appare troppo ravvicinata: gli ispettori, che devono dare la prova definitiva dell’uso delle armi chimiche da parte di Assa, sono appena tornati negli Stati Uniti e renderanno noti i risultati dei test, con le loro analisi, non prima di due settimane. Un documento-atto d’accusa, preparato dall’intelligence, esiste già: «Il governo siriano - vi si legge - ha ucciso almeno 1429 civili, tra cui 426 bambini, con armi chimiche». Il segretario di Stato, John Kerry, presentando questo dossier dei servizi, ha definito Assad «criminale e assassino».
• Si sa che il vero guerrafondaio della Casa Bianca è proprio Kerry. Obama, sull’intervento, mi pare molto cauto.
I più contrari all’intervento - lo ha detto la Bonino - stanno proprio al Pentagono. Obama a sua volta è effettivamente molto cauto, anche perché a livello internazionale gli alleati non gli sono andati per niente dietro. In pratica, c’è solo Hollande. Cameron, che era partito con idee assai bellicose, s’è visto fermare dalla Camera. I tedeschi, come già fecero in Libia, non ne vogliono sapere. E poi c’è la sorprendente posizione della Bonino, supportata ieri da una dichiarazione del presidente del Consiglio Enrico Letta: l’Italia non farà nulla senza una risoluzione One. Ma anche se ci fosse una risoluzione Onu, questo governo vorrebbe ancora un’autorizzazione del suo Parlamento. Questa posizione è risultata così stupefacente per gli americani, che un viaggio a Roma di Kerry, ventilato per i prossimi giorni, sarà forse annullato. D’altra parte, la Bonino aveva avvertito: «Si rischia una deflagrazione mondiale. Senza mandato Onu, Damasco reagirà e potrebbero muoversi anche Hezbollah, Russia e Iran».
• Potrebbe esserci una deflagrazione mondiale?
Putin ieri ha definito «sciocchezze» le parole di Kerry. Dall’Iran è arrivata una minaccia globale, per bocca del capo delle guardie rivoluzionarie, Mohammad Ali Jafari: «Un attacco militare alla Siria provocherà reazioni anche al di fuori del paese». Il primo ministro siriano, Wael al-Halqi, ha fatto sapere che «l’esercito siriano è mobilitato, ha il dito sul grilletto. L’esercito è pronto ad affrontare tutte le sfide e tutti gli scenari».
• Com’è la situazione sul campo?
I ribelli controllano il 50, forse il 60% del Paese. Assad non è abbastana forte e deve tentare un’operazione per volta, aiutato dagli Hezbollah libanesi e dai pasdaran iraniani. Soprattutto non vuole perdere il controllo della grande arteria che collega nord e sud del Paese. I ribelli hanno occupato sì il 60% del territorio, ma al loro interno sono assai divisi e la mancanza di una guida unitaria e di una concordia generale tra i combattenti li limita parecchio. I più intraprendenti sono i 7-10 mila estremisti di al Qaeda. Insomma, è una situazione di stallo dalla quale sarà molto lungo e complicato venir fuori
• Queste armi chimiche, in definitiva, che cosa sono?
Una convenzione internazionale del 1993 ne ha messo al bando sia la produzione che lo stoccaggio. Ce ne sono di almeno 70 tipi diversi, quelle che ti ammazzano e quelle che ti rendono incapace di muoverti o di intendere, per pochi minuti o qualche ora, possono dare efftti irritanti, vescicanti, asfissianti. I più terribili sono i gas nervini (Ciclosarin, Sarin, Soman, Tabun, VX, Novichock): li respiri e sei preso da spasmi all’iride, al corpo ciliare, ai bronchi, al tratto gastrointestinale, alla vesciva, ai vasi sanguigni, alle ghiandole interne e sudorifere, al cuore, Se la dose è massiccia, cioè pensata per uccidere, la morte è preceduta da sangue dal naso, fitte al torace, indebolimento della vista, restringimento delle pupille, eccessiva sudorazione, defecazione e minzione involontarie, contrazioni, convulsioni, barcollamento, mal di testa, sonnolenza, difficoltà respiratorie.