ItaliaOggi, venerdì 24 maggio 2013, 29 agosto 2013
Tags : Mole Antonelliana
Crolla la Mole Antonelliana
ItaliaOggi, venerdì 24 maggio 2013
23 maggio 1953 (proprio sessant'anni fa) la mamma ed io cenavamo (erano le 19.30), di colpo sentimmo un grande rumore. Subito pensammo alla nostra casa: era parzialmente diroccata per i bombardamenti, le suore delle Rosine, proprietarie dello stabile, non avevano i quattrini per ricostruirla (vivevamo in modo disagiato, ma l'affitto era irrisorio).
Capimmo subito che non era la nostra casa, fuori sentimmo urlare.
Malgrado un vento fortissimo uscimmo in strada: era crollata la guglia della Mole Antonelliana, a 200 metri da casa nostra.
Il tornado di Torino (in realtà fu una tromba d'aria) durò una decina di minuti: fulmini, vento, acqua, poi fango, alberi sradicati, tetti scoperchiati, comignoli volati via. Se ricordo bene, era un sabato. Il giorno dopo, tutti ai piedi della Mole, il Sindaco Peyron (un galantuomo) dirà poche parole del tipo: «Si era salvata dai bombardamenti, un tornado ha abbattuto la sua guglia, ma noi la ricostruiremo, e subito». Così fu. Per me fu un grande dolore, la consideravo un'amica, ogni mattina uscendo di casa la guardavo. Cambiai quattro case, mai mi allontanai da lei per più di 200 metri, tuttora sdraiato nel mio letto sotto i tetti di via Po la vedo, se mi alzo in piedi, dietro a lei in lontananza si staglia la tragica basilica di Superga.
Quattro anni prima di quel maggio 1953, sempre a maggio (il 4) a Superga era caduto l'aereo del Toro, in una serata simile a questa. Fu un dolore immenso, che mi segnò per sempre.
Una curiosità: Due giorni prima del tornado che sfregiò la Mole, sessant'anni fa la Stampa raccontò di un mostruoso tornado in Texas, al confine con l'Oklahoma, che rase al suolo molte cittadine e fece molti morti. Immagino della stessa violenza di quello che due giorni fa si è abbattuto su Oklahoma City. Preoccupato sento i miei nipoti: assicurano che oggi su Torino splende il sole e la Mole Antonelliana è lì, ben salda.
23 maggio 1953 (proprio sessant'anni fa) la mamma ed io cenavamo (erano le 19.30), di colpo sentimmo un grande rumore. Subito pensammo alla nostra casa: era parzialmente diroccata per i bombardamenti, le suore delle Rosine, proprietarie dello stabile, non avevano i quattrini per ricostruirla (vivevamo in modo disagiato, ma l'affitto era irrisorio).
Capimmo subito che non era la nostra casa, fuori sentimmo urlare.
Malgrado un vento fortissimo uscimmo in strada: era crollata la guglia della Mole Antonelliana, a 200 metri da casa nostra.
Il tornado di Torino (in realtà fu una tromba d'aria) durò una decina di minuti: fulmini, vento, acqua, poi fango, alberi sradicati, tetti scoperchiati, comignoli volati via. Se ricordo bene, era un sabato. Il giorno dopo, tutti ai piedi della Mole, il Sindaco Peyron (un galantuomo) dirà poche parole del tipo: «Si era salvata dai bombardamenti, un tornado ha abbattuto la sua guglia, ma noi la ricostruiremo, e subito». Così fu. Per me fu un grande dolore, la consideravo un'amica, ogni mattina uscendo di casa la guardavo. Cambiai quattro case, mai mi allontanai da lei per più di 200 metri, tuttora sdraiato nel mio letto sotto i tetti di via Po la vedo, se mi alzo in piedi, dietro a lei in lontananza si staglia la tragica basilica di Superga.
Quattro anni prima di quel maggio 1953, sempre a maggio (il 4) a Superga era caduto l'aereo del Toro, in una serata simile a questa. Fu un dolore immenso, che mi segnò per sempre.
Una curiosità: Due giorni prima del tornado che sfregiò la Mole, sessant'anni fa la Stampa raccontò di un mostruoso tornado in Texas, al confine con l'Oklahoma, che rase al suolo molte cittadine e fece molti morti. Immagino della stessa violenza di quello che due giorni fa si è abbattuto su Oklahoma City. Preoccupato sento i miei nipoti: assicurano che oggi su Torino splende il sole e la Mole Antonelliana è lì, ben salda.
Riccardo Ruggeri