Rassegna, 29 agosto 2013
Siria, slitta l’attacco. L’Onu chiede tempo
• L’intelligence americana sta completando il rapporto con le prove della responsabilità di Assad nell’attacco chimico del 21 agosto, per spiegare le ragioni del probabile intervento. Anche le agenzia che lavorano per il governo Usa sul terreno hanno ricevuto la richiesta di ritirare i propri uomini. Intanto la disputa si è trasferita all’Onu, dove la Gran Bretagna ha cominciato a discutere una risoluzione per autorizzare l’uso della forza. Il testo, presentato ai cinque membri permanenti del Consiglio, chiede di usare «tutte le misure necessarie» per proteggere la popolazione, e si appella al Chapter 7 della Carta delle Nazioni Unite, che serve ad autorizzare l’uso della forza. La Russia si è subito opposta, invitando ad aspettare la fine del lavoro degli ispettori sul terreno e Londra ha concordato. La Siria ha chiesto di indagare altri tre episodi in cui i suoi soldati sarebbero stati vittime di armi vietate. Damasco e Teheran ieri hanno minacciato ancora ritorsioni contro Israele, in caso di attacco. E anche evocato una sorta di nemesi: «Gli stessi terroristi che ora l’Occidente aiuta un giorno lo colpiranno con i gas». [Mastrolilli, Sta]