Fior da fiore, 29 agosto 2013
Al posto dell’Imu arriva la service tax • Quando l’Imu si chiamava Isi • Berlusconi prepara il ricorso • Il primo cervello artificiale misura 4 millimetri • Creato in America il pomodoro dal sapore perfetto • Il pomodoro viola che allunga la vita
Imu 1 L’Imu finisce in archivio: cancellata la prima rata, sarà abolito anche il saldo di dicembre. Dal 2014 arriva la «service tax». «Una vittoria del governo» secondo il premier Letta che ha superato un ostacolo che per settimane aveva diviso la sua maggioranza. Soddisfatto Angelino Alfano: l’abolizione dell’Imu era da tempo un cavallo di battaglia del Pdl. Nel decreto anche il rifinanziamento della cassa integrazione e le risorse per «salvare» 6.500 esodati, misure «di equità» chieste dal Pd. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Imu 2 «[...] per capire se il Fisco ha davvero cambiato atteggiamento bisognerà vedere quale sarà l’evoluzione della nuova imposta comunale, la cosiddetta service tax. Saranno i sindaci, dal primo gennaio 2014, a stabilirne entità e modalità di applicazione. Un passo importante nella direzione del federalismo fiscale che nasconde un dubbio: finora gli amministratori locali non si sono certo distinti per senso di responsabilità. Anzi. In dieci anni le addizionali sono cresciute del 573%. E basta guardarsi alle spalle per scoprire che il Fisco ci ha, purtroppo, abituati a costosi stratagemmi verbali. Dietro ogni restyling, dietro ogni nuovo acronimo coniato dall’inarrestabile fantasia dell’Erario, si è nascosto un aggravio. È accaduto nel ’97 con l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Nata per semplificare — e accorpare una decina di altri tributi (dai contributi sanitari all’Ilor, all’Iciap) — si è via via trasformata in una pesante zavorra per le imprese con più dipendenti. E più produttive. Per non dimenticare le addizionali comunali e regionali che si sono aggiunte all’Irpef, senza una contemporanea riduzione delle aliquote base. Copione simile per l’Imu, l’imposta municipale introdotta dal governo Berlusconi, riveduta, corretta e messa all’incasso dal governo Monti. Ventun anni fa si chiamava Isi, imposta straordinaria sugli immobili (governo Amato). Poi Ici (imposta comunale sugli immobili) e, infine, Imu. A ogni cambio di nome un aumento delle imposte sui proprietari di casa. E delle complicazioni da affrontare per calcolarle e pagarle. Sono cambiate le sigle, ma la musica dal 1992 è sempre la stessa. Adesso la svolta della service tax (ma è proprio necessario ricorrere a un termine anglosassone per un’imposta tutta nazionale?). Sarà in questa nuova tassa che confluiranno l’Imu, la tassa sui rifiuti e quella, nuova, sui servizi comunali indivisibili (come l’illuminazione, la polizia locale). Troppi compiti per un singolo tributo. Facile essere portati a pensare male: non è che alla fine, con il gioco delle tre tasse, spenderemo quanto prima se non di più? [...]» (Fracaro e Saldutti, Cds)
Berlusconi Mossa della difesa di Silvio Berlusconi: chiederà che sia la Consulta ad esprimersi sulla costituzionalità della legge Severino. A sostegno della richiesta sono stati presentati alla Giunta per le elezioni del Senato sei pareri di giuristi accompagnati da una lettera del leader Pdl. Berlusconi riconosce il «delicato lavoro» dei parlamentari ma chiede che, in virtù della documentazione, sia sospeso l’iter della Giunta (l’inizio della discussione sulla decadenza è fissato per il 9 settembre). Il Cavaliere ha annunciato anche un ricorso alla Corte di Strasburgo. Risposta del capogruppo dei democratici Zanda: «Credo che non si debba né forzare i tempi, né rallentarli in modo immotivato».
Cervello I ricercatori dell’Istituto di Biotecnologia Molecolare di Vienna, partendo dalle staminali, hanno creato un cervello artificiale con un diametro di 4 millimetri che per crescere in provetta ha impiegato due mesi. Al suo interno si vedono alcune strutture tipiche dell’organo naturale: corteccia cerebrale, meningi, plesso coroideo, un abbozzo di retina. Ma regioni come l’ippocampo - fondamentale per la memoria - non sono invece apparse in nessuno dei 35 cervelli creati a Vienna in una serie di esperimenti successivi. E il motivo non è chiaro. I neuroni cresciuti in provetta sono perfettamente normali, in grado di attivarsi e comunicare fra loro. Eppure non si può sostenere che il mini-cervello viennese sia in grado di pensare. Il coordinatore degli scienziati, Juergen Knoblich: «Affinché i neuroni formino dei circuiti e il cervello riesca a processare delle informazioni, è necessario che riceva input dall’esterno, cioè dagli organi sensoriali. Dovremmo collegarlo a un occhio o a un orecchio artificiale. Ma siamo davvero lontani da questo livello di complessità. Si creerebbero serie questioni etiche. Né lo consideriamo fra i nostri obiettivi». Difficilmente poi la tecnica potrà fornire pezzi di ricambio per le malattie del sistema nervoso: «Il cervello è un organo altamente integrato. Ogni neurone stringe legami con altri neuroni. Ogni regione è collegata con le altre. È impensabile inserire dall’esterno una parte nuova, slegata dal resto dell’organo». Ma allora qual è il senso dell’esperimento di Vienna? «Imparare come il cervello cresce e si struttura durante lo sviluppo embrionale. E capire quale meccanismo si inceppa in caso di malattie. L’uomo in questo è troppo più evoluto degli altri animali. Non potremmo mai condurre i nostri studi sui topi di laboratorio» (Dusi, Rep).
Pomodori 1 Nei laboratori dell’Università della Florida a Gainesville, dove si sperimentano nuovi prodotti agricoli, sarebbe nato il pomodoro perfetto: rosso intenso, profumato, saporito, è resistente agli effetti deleteri della refrigerazione e del trasporto. I ricercatori hanno prima centrifugato i vari tipi di pomodoro coltivati nelle serre americane, ne hanno estratto i composti aromatici e li hanno classificati e quantificati. In seguito hanno sviluppato ibridi che esaltassero al massimo il meglio, riducendo al minimo il peggio. Compreso quel colore, più giallo che rosso, che assumono con la cottura i San Marzano made in Usa. Anche se l’origine del pomodoro (Solanum lycopersicum) è americana, è solo in alcune zone d’Italia — per le caratteristiche microclimatiche — che si è raggiunto il top per sapore, consistenza e quantità di sostanze benefiche. La strada sarebbe quella di imitare il San Marzano vesuviano o i Perini siciliani partendo da specie antiche nordamericane: Matina, Ailsa Craig, Butcher sanguinante, Marmande, Oaxacan Rosa. Il problema che assillava i ricercatori dell’Università della Florida era comunque quello del gusto. In effetti, nel corso dei decenni, il pomodoro medio è diventato non solo meno gustoso ma anche meno nutriente. «Abbiamo raggiunto l’obiettivo al 98 per cento, il nostro ibrido ha un sapore decisamente migliore», dice Harry J. Klee, responsabile dell’équipe di ricerca. Che spiega: «Siamo arrivati a selezionare cinque geni chiave capaci di migliorare di molto il sapore e a localizzare i tre che controllano la produzione dei composti aromatici. E adesso stiamo cercando le mutazioni che portano a una maggiore attività di questi geni». Niente manipolazioni genetiche, niente Ogm, ma incroci selettivi fino a fissare i geni giusti nel miglior ibrido possibile. Klee è convinto che tra 4-5 anni il prodotto sarà pronto per la coltivazione a fini commerciali. I semi, stabilizzati, saranno pronti tra un paio d’anni (Pappagallo, Cds).
Pomodori 2 Scienziati europei, col progetto Flora, stanno lavorando al super pomodoro anticancro e antinvecchiamento. Creato da Cathie Martin del John Innes Centre, di colore viola, è ricco in antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi, di cui i pomodori normali (pur ricchi di anticancro come i licopeni) sono privi. Ha funzionato sui topi, allungando in modo significativo la vita del gruppo che lo aveva nel menu. E ora parte la sperimentazione sull’uomo con i test clinici in Inghilterra (ibidem)
(a cura di Roberta Mercuri)