Rassegna, 28 agosto 2013
Usa pronta all’attacco in Siria
• L’attacco alla Siria potrebbe scattare già entro domani, e durare due o tre giorni per punire Assad dell’uso delle armi chimiche. Lo ha rivelato la televisione Nbc, citando fonti anonime dell’Amministrazione americana. Il vice presidente Biden ha dichiarato: «Non c’è dubbio che le armi chimiche sono state usate, e il regime è responsabile, perché è l’unico ad averle e poterle lanciare. Chi commette queste azioni deve pagare». Il Wall Street Journal ieri ha chiesto di eliminare Assad. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha risposto che Obama non ha ancora deciso, ma comunque l’intervento non avrebbe l’obiettivo del «cambio di regime. Il capo del Pentagono Hagel ha detto alla Bbc che i militari sono «pronti in ogni momento» a colpire, appena il presidente lo ordinasse. [Mastrolilli, Sta]
• Quattro navi sono già davanti alla Siria. Nella stessa zona ci sono un sommergibile d’assalto inglese e la portaerei francese Charles de Gaulle, mentre gli aerei britannici stanno arrivando nella base Akrotiri di Cipro. La prima ondata di attacchi durerà due o al massimo tre giorni, nel mirino ci saranno non direttamente i siti delle armi chimiche (pericoloso colpirli, sostengono gli analisti) ma obiettivi giudicati strategici. Sono una cinquantina in tutto, tra questi l’aeroporto militare Mezze nella periferia di Damasco e alcune basi come quella di Qutaifa nel nord della città, dove c’è il quartiere generale delle truppe d’élite. Poi ancora strutture chiave della difesa aerea (gli elicotteri di fabbricazione russa), navale e le unità logistiche come le rampe dei missili e le centrali delle comunicazioni.Anche Mosca, nonostante l’opposizione in sede Onu, sembra ormai rassegnata all’attacco: ha inviato un jet Ilyushin-76 nella città di Latakia, per consegnare aiuti umanitari e imbarcare novanta cittadini russi che avevano chiesto di essere evacuati. [Vincenzi, Rep]
• «Obama ha già un’agenda di viaggio programmata ed è possibile che voglia partire senza dover seguire i dettagli (e le sorprese) di un blitz. Il 4 settembre sarà in Svezia e poi dovrà trasferirsi in Russia per il vertice del G20. Difficile che si presenti agli interlocutori stranieri mentre sfrecciano razzi e jet. È pur sempre il Nobel per la pace». [Olimpio, Cds]
• Il timore sono le possibili rappresaglie. L’Iran ha minacciato Israele con Hossein Sheikholeslam, membro dell’Islamic Consultative Assembly: «Il regime sionista sarà la prima vittima di un attacco alla Siria». L’intelligence occidentale teme anche possibili azioni terroristiche contro gli Usa e l’Europa.