La Gazzetta dello Sport, 28 agosto 2013
Gli americani potrebbero attaccare in Siria già domani. Lo sostiene la Nbc, che pronostica un bombardamento dal mare e dal cielo di tre giorni (giovedì-venerdì-sabato) il cui scopo sarebbe quello di punire Assad, ma non ancora di rovesciarlo

Gli americani potrebbero attaccare in Siria già domani. Lo sostiene la Nbc, che pronostica un bombardamento dal mare e dal cielo di tre giorni (giovedì-venerdì-sabato) il cui scopo sarebbe quello di punire Assad, ma non ancora di rovesciarlo. La Casa Bianca non conferma e non smentisce, fa solo sapere che il presidente Obama sta valutando varie opzioni «non soltanto quelle che includono l’uso della forza». C’è però un discorso del segretario di Stato (ministro degli Esteri), John Kerry, molto duro contro Assad: siamo di fronte – dice – a un’«oscenità morale», a un crimine contro l’umanità, a una violazione di tutte le norme internazionali che vietano da decenni l’uso di armi chimiche. Kerry dice che l’America non aspetterà i risultati dell’ispezione Onu, dato che Assad ha concesso l’ispezione con cinque giorni di ritardo e in quei cinque giorni ha continuato a bombardare i siti incriminati, distruggendo evidentemente ogni prova delle sue responsabilità. Dunque il presidente «prenderà una decisione informata» dopo aver concluso le consultazioni di molti leader internazionali. Ma «nessuno si illuda, ci saranno conseguenze». Obama avrebbe già in mano la lista dei punti da colpire, comprendente obiettivi militari e arsenali di armi chimiche.
• Non ho capito la faccenda per cui Assad va colpito, ma non rovesciato.
I sondaggi dicono che gli americani sono al 60% contrari a un intervento militare. È soprattutto probabile che negli Stati Uniti la questione siriana non sia considerata, dal cittadino comune, una priorità. Andarsi a impelagare nell’ennesimo Vietnam sembrerebbe sconsigliabile. C’è anche il fatto che nessuno può giurare sulla convenienza, per gli Usa, che i ribelli prevalgano. Sa che cosa sostiene Luttwak, politologo, grande esperto di politica estera e di colpi di stato?
• Che cosa?
Che agli Stati Uniti conviene la situazione di stallo, che cioè la guerra civile continui all’infinito. Si stanno battendo infatti due nemici dichiarati degli yankees, e la vittoria di uno o dell’altro segnerà una sicura sconfitta – un sicuro problema – per gli Usa. Quindi: quando Assad sta per prevalere sui ribelli, gli americani devono aiutare i ribelli. Quando i ribelli stanno per prevalere su Assad, devono aiutare Assad. Un controbilanciamento continuo capace di impedire a tutti e due di vincere. Guardi che la logica del «colpetto» in programma forse per questo fine settimana è probabilmente proprio questa. Assad aveva riconquistato parecchio territorio e la sua opposizione era come paralizzata. Infatti, è contradditorio che il regime abbia fatto ricorso alle armi chimiche proprio adesso che stava prevalendo e aveva gli ispettori in casa. L’intervento, perciò, non servirebbe tanto ad aiutare i ribelli quanto ad impedire ad Assad di vincere.
• Perché poi, il sospetto che ad adoperare le armi chimiche siano stati proprio i ribelli resta.
Già. Come mai nelle foto e nei video fatti avere a siti e giornali non c’è mai un cadavere di donna? E parecchie posizioni dei corpi sono innaturali... Basta. Come sappiamo la comunità internazionale sceglie la verità che più le conviene, ed in questo momento è conveniente che Assad non vinca in modo definitivo.
• La comunità internazionale è tutta schierata per l’intervento?
No. Ci sono dichiarazioni molto bellicose di francesi e inglesi. Mentre tedeschi e italiani sono assai più prudenti. Letta e Cameron si sono sentiti per telefono ieri, e concordano sulla condanna per chi usa le armi chimiche. Ma, almeno per parte nostra, non c’è nessuna accusa, ancora, al presidente siriano. L’Italia inoltre, fanno sapere dalla Farnesina, non concederà l’uso delle basi militari per azioni contro la Siria senza che vi sia un mandato dell’Onu, che non può esserci data l’opposizione, ribadita ancora ieri, di russi e cinesi. È intanto saltato il previsto bilaterale con Usa-Russia. Da Mosca è partito un comunicato molto minaccioso: «Occorre attendere la relazione finale degli ispettori dell’Onu» ha dichiarato il loro ministro degli Esteri Aleksandr Lukasevic. «Dall’intervento ci saranno conseguenze gravissime». Gli americani hanno comunque chiesto il permesso ai greci di adoperare le loro basi e sorvolare i loro cieli.
• Se non hanno il mandato Onu, come fanno gli americani a intervenire?
Intervengono come Nato. Ammesso sempre che intervengano, perché per ora stiamo ragionando su indiscrezioni non smentite di una rete televisiva. Le Borse, comunque, credono all’intervento: ieri sono andate tutte giù.