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 2013  agosto 07 Mercoledì calendario

Biografia di Franco Roberti

Napoli 16 novembre 1947. Magistrato. Procuratore nazionale antimafia dal 6 agosto 2013, in magistratura dal 1975, già capo della Procura di Salerno.
• Ha iniziato la sua carriera nel 1976 in Toscana («Ebbi la fortuna di lavorare a Borgo San Lorenzo come pretore su indagini trasmesse per competenza alla procura di Firenze. Ho imparato da grandi magistrati come Pier Luigi Vigna, Tindari Baglione, Ubaldo Nannucci»), passando poi nel ’79 a fare il giudice a Sant’Angelo dei Lombardi, dove riuscì a far funzionare il Tribunale anche dopo il terribile terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980. Dal 1982, arrivato con il ruolo di sostituto alla Procura di Napoli, si occupò di procedimenti importanti (la Nuova famiglia e il processo sul Banco di Napoli). Dal 1993 è approdato alla Direzione nazionale antimafia come sostituto procuratore, nel 2001 è tornato a Napoli come procuratore aggiunto, coordinando sia le inchieste anti-camorra che quelle anti-terrorismo, prima di approdare a Salerno nel 2009.
• Fin dagli anni ’90 ha mostrato una forte abilità nel convincere criminali a collaborare con la giustizia: tra gli altri Carmine Alfieri, Pasquale Galasso, Oreste Spagnuolo. «Ci provò e quasi ci riuscì anche con Raffaele Cutolo, nei confronti del quale forse va avanti il corteggiamento: “Oggi Cutolo ha 73 anni e potrebbe ancora rendere dichiarazioni utili, ma lui lo sa bene, è un uomo intelligente...”».
• Il 25 luglio 2013, al ballottaggio con Roberto Alfonso, Roberti ha raccolto 20 voti: tutti i togati di Area e di Unicost (il centro e la sinistra delle correnti dei magistrati), più uno di Magistratura indipendente (il gruppo di destra), due indipendenti, i laici di centrosinistra e uno di centrodestra, il vicepresidente Vietti, il primo presidente della Cassazione e il procuratore generale. Alfonso s’è fermato a sei («Ma non chiamatemi toga rossa. Anzi mi vanto molto dei due voti presi dall’area del cosiddetto centrodestra...»).
• Il 6 agosto 2013 si è insediato a via Giulia. In segno di buon auspicio un amico magistrato gli ha donato un cornetto rosso («Da buon napoletano penso che non sia vero ma ci credo...»), una sua collaboratrice gli ha lasciato sul tavolo un’ossidiana blu portafortuna.
• Sono molte le sfide che l’attendono («Tanto per cominciare la cattura del latitante numero uno, Matteo Messina Denaro...») e perciò non andrà in vacanza («La mafia non va in vacanza, bisogna lavorare»).