Rassegna, 27 giugno 2013
Governo Letta, aumento dell’Iva congelato per 3 mesi
• Il nuovo decreto blocca poi per tre mesi l’aumento di un punto dell’Iva che sarebbe dovuto scattare il primo luglio. Una misura che costa circa un miliardo. Tre le coperture finora individuate: l’aumento al 100% dell’acconto Irpef, al 101% di quello Ires, una stangata sulle sigarette elettroniche. D’ora in poi si pagherà una tassa pari a quella delle normali sigarette, il 58,5% del prezzo di vendita. La tassa è estesa a tutti i componenti delle sigarette elettroniche, dal liquido, ai serbatoi alla batteria.
• Sulle coperture finanziarie, più nello specifico scrive Petrini su Rep: «550 milioni verranno dall’aumento dell’acconto Irpef, Ires e Irap che pagano a novembre commercianti, professionisti e lavoratori autonomi (i dipendenti solo nel caso abbiano collaborazioni extra o altri redditi). L’acconto che è già per l’Irpef del 99 per cento passa 100 per cento, quello Ires dal 100 al 101 per cento: naturalmente il prossimo anno, in primavera, in sede di saldo si pagherà di meno. Altri 200 milioni sono una stangata destinata alle banche: si tratta di un acconto sugli interessi sui depositi e sui conti correnti. Inoltre ci saranno 250 milioni di tagli a vari fondi (tra cui, pare, il fondo affitti)».
• I falchi del Pdl e i leghisti non sono affatto soddisfatti delle misure adottate dal governo Letta. «Siamo al raggiro, le coperture non ci sono», ha detto Renato Brunetta. «Ci stanno fregando», il commento di Roberto Maroni. Il ministro Saccomanni, già nel pomeriggio a Bruxelles per l’Ecofin, è sembrato imbarazzatissimo: «Aumentare l’acconto dell’Irpef fa parte delle misure prese in considerazione». Letta ha ipotizzato: «In Parlamento si verificherà la possibilità di un ulteriore rinvio». [Barbera, Sta]
• Scrive la Talarico sulla Sta che economisti, sindacalisti e associazioni di categoria sono unanimi nel giudicare negativamente il decreto del governo che prevede un aumento dell’acconto Irpef di fine anno per evitare l’innalzamento dell’Iva. Secondo la Cgia di Mestre la misura costringerà le imprese e i lavoratori autonomi ad anticipare all’erario 2,6 miliardi. Valutazione condivisa da Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum: «Il grande pericolo è che si concentrino a fine anno tutta una serie di tasse: Imu, Tares, Iva etc. I soliti escamotage trovati dal governo che risolvono il problema di qualche partito, ma non quello dei consumatori».