Rassegna, 26 giugno 2013
Attacco talebano a Kabul, a rischio negoziati di pace
• Ieri c’è stata una nuova incursione dei talebani nel cuore di Kabul, in concomitanza con la visita nella capitale di James Dobbin, l’inviato americano impegnato nelle trattative. L’assalto è stato, come sempre, ben preparato. Gli insorti si sono travestiti da militari della Nato e hanno usato due fuoristrada con le insegne dell’Isaf. Il primo veicolo ha superato il checkpoint della porta est, sulla strada che porta al complesso che include obiettivi sensibili. Il secondo mezzo è stato invece bloccato dai soldati di guardia insospettiti da documenti mostrati. A quel punto è esplosa la battaglia, durata per circa 90 minuti e conclusasi con l’uccisione di 8 militanti e tre guardie. L’obiettivo dell’attacco era ambizioso: il palazzo dove era presente il presidente Hamid Karzai, l’Hotel Aurora che ospita la «stazione» Cia di Kabul e il ministero della Difesa. Tutti simboli in un’operazione rivendicata con una telefonata dai talebani ma che potrebbe essere stata compiuta dal network Haqqani, rete vicina ai servizi pachistani e al Qaeda. [Olimpio, Cds]
• Scrive Olimpio sul Cds che «Washington è pronta ad avviare il dialogo con i talebani in Qatar, ma il presidente Karzai, sentitosi scavalcato ed estromesso, ha puntato i piedi. Il governo di Kabul non ha poi gradito che la delegazione talebana abbia issato la propria bandiera e messo la targa “Emirato dell’Afghanistan” davanti all’ufficio di Doha, aperto come precondizione per l’inizio dei contatti. Piccoli segni rimossi dopo colloqui tra americani e mediatori qatarioti. Resta la diffidenza tra le parti».