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 2013  giugno 26 Mercoledì calendario

Il piano per l’occupazione giovanile vale 1, 3 miliardi • Contratti truccati: così calciatori e club frodavano il fisco • La corsa clandestina dei miliardari • La donna ammazzata in strada dall’ex marito • Il cane che seppellisce il cucciolo morto

 

Bonus assunzioni Il decreto legge per la «promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, e della coesione sociale», che arriva stamattina in consiglio dei Ministri: dieci articoli, una trentina di pagine, e una disponibilità di un miliardo di euro dai fondi europei, vincolati al Sud, più altri 300 milioni, come risorse nazionali, da destinare al Centro Nord. Tra i punti fermi, il taglio dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato che riguarderà i giovani tra i 18 e 29 anni disoccupati da almeno sei mesi o senza diploma di scuola superiore, e sarà pari a un terzo dello stipendio mensile lordo, per un massimo di 650 euro. Il bonus durerà un anno e mezzo, oppure solo un anno nel caso in cui sia la trasformazione di un contratto a tempo determinato. Sul piatto ci sono almeno 800 milioni di euro, 500 per il Sud, 300 per il Centro Nord, che potrebbero portare a un numero di assunzioni variabile tra le 70 e le 100 mila. Ma le risorse potrebbero crescere ancora, anche stornando fondi da altri capitoli dello stesso provvedimento. Per ottenere il bonus è necessario che ci sia un «incremento occupazionale», cioè un aumento delle persone assunte in modo stabile rispetto alla media dell’anno precedente. (Lorenzo Salvia, Cds).

Pallone truccato Di nuovo nella bufera il calcio italiano, ma stavolta sotto inchiesta non ci sono risultati addomesticati né partite vendute, bensì gli stratagemmi che consentirebbero di aggirare le regole di tassazione dei contratti, sottraendo allo Stato somme rilevantissime. Su delega della procura di Napoli, 150 finanzieri hanno bussato ieri mattina alle porte di 41 società, 18 delle quali hanno militato nel campionato di Serie A concluso da un mese. Tutte, dunque, ad eccezione di Bologna e Cagliari. I militari hanno acquisito gli atti e documentazione riguardante trasferimenti e accordi. Il fascicolo è aperto con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Gli agenti Alessandro Moggi e Alejandro Mazzoni sono indagati, i loro uffici erano stati perquisiti agli inizi di aprile. Sotto inchiesta anche un altro procuratore, Leo Rodriguez, argentino come Mazzoni. Al vaglio ci sono le attività di altri nove agenti, Hidalgo, Battistini, Guastadisegno, Rodella, Gallo, Calleri, Vilarino, Calaiò e Leonardi, che al momento non risultano indagati, così come non sono indagate le società né i calciatori i cui contratti, almeno una cinquantina ma il numero è destinato ad allargarsi, vengono ora esaminati per verificare eventuali irregolarità. Sono stati acquisiti gli atti riguardanti, fra gli altri, i trasferimenti dell’attaccante argentino Ezequiel Lavezzi, acquistato dal Napoli nel 2007 e ceduto un anno fa al Paris Saint Germain, di Adrian Mutu, Antonio Nocerino, Fabio Liverani (oggi allenatore), Ciro Immobile, Nicola Legrottaglie, solo per citare alcuni dei nomi più noti al pubblico. I pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, ipotizzano “reiterate condotte finalizzate all’evasione dell’imposta sui redditi e più in generale condotte elusive delle regole di imposizione tributaria”. Dalle indagini del Nucleo di polizia tributaria, è emerso, secondo la procura, «un complessivo ed articolato sistema di relazioni» che avrebbe avuto come obiettivo la «sottrazione all’imposizione fiscale» di rilevanti voci dei contratti. Uno dei nodi riguarda possibili casi di “estero vestizione”, vale a dire il pagamento di somme su società che potrebbero essere state costituite all’estero allo scopo di eludere il fisco se non addirittura di creare fondi occulti. Fra le tecniche al centro delle indagini, anche la prassi in base alla quale in alcuni casi il procuratore del calciatore viene ricompensato come collaboratore della società e non in qualità di agente dell’atleta, consentendo al club di ottenere poi la detrazione fiscale sulla somma versata. Ma lo spettro dell’indagine è amplissimo. Si va dalle modalità di trasferimento dei giocatori all’esame analitico dei singoli contratti, dalla gestione del patrimonio delle aziende alle modalità con le quali vengono inserite nei bilanci le voci relative agli atleti. Eccetera (Dario Del Porto, Rep).

Cannonball 1 Anche quest’anno eccentrici miliardari londinesi stanno dando vita alla Cannonball, la corsa clandestina sulle autostrade europee che dura in genere fino a settembre. Un percorso porta a Praga, un altro a Roma. Nel fine settimana il percorso di ritorno verso Londra. Ufficialmente «ogni automobile in grado di viaggiare» è ammessa, tuttavia partecipano, pagando 6mila euro d’iscrizione, soprattutto ricconi a bordo di Ferrari, Lamborghini, Lotus. Già mobilitata la polizia francese, che per contrastare il fenomeno ha a disposizione qualche Renault Mégane RS capace di sfiorare i 250 all’ora, ma anche elicotteri e motociclette. Cinque auto sono state fermate ieri in Svizzera, a Lodrino, pochi chilometri dopo essere sbucate dal tunnel del San Gottardo e dirette verso Milano, in seguito alla segnalazione di alcuni testimoni che avevano visto le vetture sorpassarsi a tutta velocità. La polizia le ha intercettate prima a 190 poi a 204 chilometri orari; al volante c’erano cinque giovani inglesi, tra i 26 e i 23 anni, tutti denunciati a piede libero per violazione del codice della strada. La gara non prevede premi né graduatorie ufficiali. Uno dei partecipanti: «Il vincitore è il primo che arriva a Praga e il primo che si ubriaca» (Claudio Del Frate e Stefano Montefiori, Cds).

Cannonball 2 La prima corsa Cannonball partì da New York il 13 novembre 1971 e arrivò 4.608 chilometri e 35 ore dopo a Rodondo Beach, California: due giornalisti americani, Brock Yates e Jim Smith, avevano deciso di fare rivivere il mito del pilota Erwin «Cannonball» Baker, che quasi quarant’anni prima, nel 1933, aveva attraversato gli Stati Uniti da costa a costa in 53 ore, al volante di una Graham-Paige. La prima gara della nuova era venne vinta da un ex pilota di Formula Uno, Dan Gurney, al volante di una Ferrari Daytona, che dichiarò di non avere mai superato i 280 km all’ora, di essere stato fermato una sola volta dalla polizia, e lasciato libero di ripartire (ibidem).

Delitto Giovanna Longo, 60 anni. Di Ravanusa (Agrigento), tre figli, dopo trent’anni di matrimonio qualche mese fa s’era separata dal marito, il pensionato Luigi Gallo, 63 anni, a detta di tutti «tipo mite e tranquillo», e s’era rifatta una vita con un Luigi Avarello di 65 anni. Il Gallo, che alla fine della loro storia non s’era mai rassegnato e in più era in lite con l’ex per questioni di soldi e grane legate alla divisione di alcune proprietà di famiglia, negli ultimi tempi, avendo sentito i compaesani che malignavano sul fatto che la consorte lo cornificava quando ancora stavano assieme, s’era fatto pazzo di rabbia e gelosia. L’altra mattina, in tasca una calibro 38 recuperata chissà dove, seguì la Longo e l’Avarello al mercato di Ravanusa, quando li vide parcheggiare gli piombò davanti e urlo all’uomo «sei un infame, hai avuto il coraggio di rubarmi la moglie». Tra i due volarono insulti e cazzotti finché il Gallo, tirata fuori la pistola, sparò quattro colpi addosso all’ex consorte che se ne stava rannicchiata in auto ferendo di striscio anche l’Avarello e scatenando il panico tra le casalinghe che facevano la spesa alle bancarelle (mattina di martedì 25 giugno in un parcheggio a ridosso del mercato di Ravanusa, Agrigento).

Sepoltura Stanno facendo il giro del mondo le immagini di un bastardino che trova un cucciolo di cane morto, abbandonato in un terreno sabbioso dei Paesi Arabi: dopo averlo brevemente annusato, col muso inizia lentamente a spingere sabbia verso quel corpicino, fino a ricoprirlo del tutto. Quindi si allontana. «La scena [....] ci commuove, ma vorrei tentare di darne una lettura accantonando l’emozione e utilizzando ragione ed etologia. Il culto dei morti, col rito della sepoltura, accompagna l’evoluzione della nostra specie. Testimonianze di riti funebri, con tracce di offerte floreali, sono state trovate già nei Neanderthaliani circa quarantamila anni fa. Ma forse questa speciale attenzione non è esclusiva della nostra specie. Negli elefanti, ad esempio, è documentato come si trattengano a lungo intorno ad un individuo morto. Lo sfiorano con la proboscide, lo circondano, lo spingono delicatamente con le zampe. Anche quando un gruppo si imbatte in vecchie carcasse o ossa di conspecifici, si radunano intorno ai resti, li ispezionano e li manipolano. Sembra davvero che nei pachidermi esista qualcosa di speciale, una sorta di rito che viene ripetuto regolarmente in occasione di decessi. Poi forse qualche altro caso aneddotico. Ma è tutto qui. Ben più spesso nel mondo animale un individuo morto è una risorsa: da consumare, da occultare per trarne un profitto in futuro o anche da esibire. Altre volte invece spoglie animali vengono ignorate o evitate. Mai però divengono oggetto di un rituale che rimanda alla necessità di mantenere in vita una memoria o alla speranza di una vita futura. Semmai è il dolore che esiste per la perdita di un figlio, un parente o un compagno. Lo si vede chiaramente nei primati e in moltissimi altri mammiferi, cani compresi. È con questa consapevolezza che dobbiamo guardare al comportamento di quel bastardino e imparare a conoscere ed apprezzare le specie per quello che sono, senza volere ad ogni costo attribuire ciò che a loro non appartiene perché esclusivo prodotto della mente e della cultura umana» (Danilo Mainardi, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)