Rassegna, 25 giugno 2013
Morto Gigi Rizzi, playboy della Dolce vita
• È morto a Saint Tropez l’altroieri Gigi Rizzi. Stava festeggiando con una trentina di amici il suo 69esimo compleanno quando ha avuto un malore, forse qualcosa gli è andato di traverso ed è morto soffocato. Noto playboy, passato alla storia per un breve flirt durato un paio di mesi nell’estate del ’68 con Brigitte Bardot. «È difficile capire oggi la portata di una conquista che diventò un caso nazionale, con quell’italiano a piedi nudi e la bandana sulla fronte sequestrato dalla donna più bella e più attraente del tempo, simbolo della femminilità e della seduzione, un sex symbol, in anni in cui faceva scandalo un semplice bikini. Ma quella love story fece il giro del mondo, come il tricolore issato sulla Madrague, l’inaccessibile villa dell’attrice simbolo di Francia e venne vissuta come riscatto nazionale, al pari dei gol di Gigi Riva e del pugno mondiale di Benvenuti. Non aveva i miliardi di Onassis e non offriva gioielli di Cartier, Gigi Rizzi, ma una generazione ha tifato per lui e con lui ha pensato che l’impossibile non esiste. “Noi ragazzi italiani per piacere, per conquistare, dovevamo lottare contro gli straricchi. Io me la giocavo tutta con la mia faccia e con la simpatia. Piedi nudi, jeans, capelli al vento e via”». [Schiavi, Cds]
• «Forte della sua fama Rizzi aprì a Milano una discoteca come in Italia non se ne erano ancora viste, il Number One. E poco dopo aprì un Number One anche a Roma, quello dello scandalo patinato: nel ’73 il locale dei vip, fu chiuso per l’ingente quantità di coca trovata nelle toilettes. “Tiravano tutti, e io con loro in quei giorni beati e maledetti, attorno a noi la polvere bianca era come la nuvola radioattiva di Cernobyl, ti contaminava dentro e fuori”, ricorderà, rievocando gli interrogatori cui lo sottopose il giudice Squillante. Nel frattempo aveva consolidato le sue competenze di latin lover passando da Nathalie Delon a Veruska, da Dominique Sanda a Magda Konopka. Si mise alla prova come attore, recitando in film non memorabili come Ettore lo fusto ma anche in Roma bene di Lizzani. Fu per disintossicarsi – a un passo dal suicidio – ma anche per sottrarsi al suo personaggio, che a metà Anni ’70 cominciò una nuova vita in Argentina, da imprenditore agricolo e proprietario di mandrie. Si è sposato con Dolores Mayol, ha avuto tre figli, è tornato a vivere nella sua Liguria, ha firmato una linea di abbigliamento sportivo; ha inciso un cd. Non si è negato nulla: ha pure partecipato al reality La Fattoria, nel 2004 e nello stesso anno ha pubblicato la sua autobiografia, Io, BB e l’altro ’68». [Laurenzi, Rep]