Fior da fiore, 19 giugno 2013
Un italiano è morto in Siria • Chi era Giuliano Ibrahim Delnevo • I talebani trattano con il governo di Karzai per porre fine alla guerra • Con i controlli su telefonate e Internet sono stati sventati più di cinquanta attentati • Vantaggiato condannato all’ergastolo • Nonostante la crisi aumentano i milionari • I Paesi uniti contro l’evasione
Siria Tra i morti a Qusayr, in Siria, nelle schiere di coloro che lottano contro i soldati e i mercenari di Assad, c’è Giuliano Ibrahim Delnevo, 23 anni, di Genova, sposato con una ragazza marocchina. È deceduto una settimana fa. Convertito all’Islam nel 2008, si era fatto crescere la barba, indossava tuniche lunghe e il kizil bas, tipico cappello. Da tempo era indagato insieme a un altro musulmano italiano e tre cittadini del Maghreb che vivono nella provincia: arruolamento e addestramento al terrorismo internazionale, una specie di rete della Jihaad fai da te intrecciata a quella di Anas El Abboubi, un blogger marocchino che aveva fondato la filiale italiana di un movimento estremista, Sharia4, arrestato pochi mesi fa dai magistrati bresciani. Nel dicembre 2012 si confidò con Alfredo Maiolese, uno dei personaggi più noti dell’Islam genovese: «Mi raccontò di essere appena tornato dal confine turco-siriano. Era stato in due campi profughi, ma non aveva trovato il contatto giusto, e non era riuscito a entrare. Si lamentava di non trovare lavoro qui in Italia, diceva che i suoi studi erano inutili. Aveva una luce strana negli occhi. Gli dissi di calmarsi, l’Islam significa soccorrere, e non sparare. Mi rispose che si doveva solo organizzare meglio, la prossima volta sarebbe stata quella buona. Non l’ho mai più rivisto».
Giuliano “Repubblica” e “Corriere della Sera” scrivono cose molto diverse su Giuliano Ibrahim Delnevo. Secondo “Repubblica” alla moschea di vico Amandorla era considerato «un buon musulmano, molto attento alle regole e alle scritture del Profeta. Ma una persona pacifica, mite. Contrario ad ogni forma di violenza, come tutti noi». Secondo il “Corriere”, invece, a un certo punto dovettero mandarlo via: «C’era qualcosa che non andava, in quel ragazzo e nei suoi amici. Adesso sembra crudele dirlo, ma l’Islam c’entrava poco». Per “Repubblica” era un ragazzo tranquillo, in buoni rapporti col padre e con la madre (separati), per “Corriere” il padre lo aveva abbandonato da bambino lasciandolo alla madre e prendendo con sé il fratello maggiore: «Negli anni la convivenza [con la madre] divenne difficile. Correvano voci, sul loro conto. Urla, botte. Maltrattamenti inflitti al figlio, che in seguito, crescendo, avrebbe ripagato la madre con la stessa moneta».
Vista “La Stampa” scrive che Giuliano Ibrahim Delnevo nella comunità islamica genovese era conosciuto «solo di vista».
Volontari Si stima che dall’Italia siano partiti per la Siria 40-50 volontari, compresa una donna. Sono raccolti nella zona di Aleppo e sostengono i ribelli. La maggioranza è originaria del centro-nord. Per lo più di tratta di cittadini siriani residenti nelle grandi città, solo pochi sono italiani (Olimpio, CdS).
Talebani I talebani aprono un ufficio a Doha, nel Qatar, per avviare un negoziato con il governo afghano di Karzai e tentare di porre fine alla guerra. A trattare sarà la commissione politica talebana che rappresenta tutte le fazioni e ha avuto l’appoggio esplicito anche del mullah Omar. A dare la notizia è stato ieri Obama al termine del G8 in Irlanda del Nord. La trattativa a Doha avrà come principali protagonisti i talebani e il governo Karzai, una sua delegazione è già in volo verso il Qatar. Domani inizieranno anche colloqui con una delegazione americana la cui missione ufficiale pare essere, comunque, soprattutto quella di discutere del rilascio dei prigionieri. Washington, sembra di capire, vuole mantenere una sorta di supervisione, ma senza un coinvolgimento diretto nelle discussioni sul futuro di un Paese che viene da una guerra civile trentennale e che è stato occupato militarmente dagli Usa dopo l’offensiva di Al Qaeda dell’11 settembre 2001. Gli Stati Uniti hanno posto ai talebani tre condizioni per il negoziato: 1) rottura di tutti i rapporti con Al Qaeda; 2) fine degli attacchi in Afghanistan; 3) riconoscimento della Costituzione del 2004. La commissione politica dei ribelli non è per ora in grado di rispondere positivamente a tutte e tre queste condizioni, ma gli Stati Uniti hanno dato comunque via libera all’avvio della trattativa perché i talebani si sono impegnati sui due punti che stanno loro più a cuore: l’impegno a non usare il territorio afghano per colpire altri Paesi e quello a impegnarsi in un negoziato vero in rappresentanza di tutte le fazioni, anche quelle più estreme.
Attentati Il governo americano ha fatto sapere che grazie alla sorveglianza su Internet e numeri di telefono sono stati sventati oltre cinquanta attentati. Molti dovevano colpire l’Europa, ma i dettagli non sono stati svelati per non compromettere i metodi con cui i servizi li hanno bloccati. Quattro complotti però sono stati desecretati, e almeno due erano sconosciuti: uno voleva colpire la metropolitana di New York, uno Wall Street, uno il giornale danese che aveva pubblicato le vignette offensive su Maometto, e il quarto aveva un obiettivo ancora riservato.
Bombe Giovanni Vantaggiato, 69 anni, che il 19 maggio 2012 fece esplodere una bomba, da lui fabbricata, davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi uccidendo Melissa Bassi, 16 anni, di Mesagne, è stato condannato all’ergastolo in primo grado. Il reato, secondo il giudice, è strage con l’aggravante della finalità di terrorismo. Vantaggiato, inoltre, sarà in isolamento diurno per i prossimi 18 mesi, avrà la confisca dei beni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, e dovrà versare 2 milioni di euro di risarcimento alle vittime.
Milionari Secondo il rapporto “World Wealth Report 2013” i milionari al mondo sono cresciuti del 9,2% rispetto all’anno precedente e sono ora 12 milioni. In Nord America ce ne sono di più: 3,73 milioni con una ricchezza di 12.700 miliardi di dollari. Segue l’estremo oriente: 3,68 milioni con ricchezze di 12.000 miliardi. In Italia, anche se le dichiarazioni Irpef parlano di appena 28mila persone che hanno un reddito superiore a 300mila euro, ci sono 176mila ricchi che hanno liquidità da investire per oltre un milione di dollari, il tutto per un patrimonio stimato di oltre 336 miliardi di dollari (CdS).
Evasione Alla fine del G8 i leader dei Paesi che hanno partecipato si sono impegnati a unire le forze nella lotta contro l’evasione fiscale. Ciò si dovrebbe realizzare con scambi automatici di informazioni. A livello mondiale i furbetti del fisco evadono 3mila miliardi di dollari. E, secondo i dati del Tax Justice Network, i conti nascosti ammontano a 32mila miliardi: il doppio del prodotto interno lordo degli Stati Uniti (Fornovo, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
(a cura di Daria Egidi)