Rassegna, 18 giugno 2013
G8, gelo sulla Siria tra Obama e Putin
• Il dittatore siriano Bashar al Assad ha lanciato una minaccia all’Europa attraverso un’intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: «Se gli europei consegnano armi il cortile dell’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo». Commenta Rampini su Rep: «Non semplifica lo scenario di un G8 già segnato da una spaccatura come non si vedeva da anni. La Russia da una parte, l’Occidente dall’altra (ma anch’esso tutt’altro che compatto). La tragedia siriana cattura quasi interamente il colloquio bilaterale tra Obama e Vladimir Putin, che va in scena dopo il primo pomeriggio di lavori del summit e prima della cena fra tutti i leader. Era da un anno che i due presidenti di Usa e Russia non si vedevano per un confronto bilaterale. Quando inizia la loro conferenza stampa, il “body-language” la dice lunga sulla freddezza nei rapporti. I due leader hanno volti tesi. Obama si morde un labbro continuamente, non riesce a dissimulare un’espressione di fastidio. Putin lo guarda raramente, fissa davanti a sé oppure si osserva le mani. “Le nostre posizioni non coincidono – dice il presidente russo – ma siamo uniti nella comune intenzione di fermare la violenza, di mettere fine all’escalation di vittime, di risolvere i problemi con mezzi pacifici inclusi i colloqui di Ginevra. Opereremo in favore dei colloqui di pace, per incoraggiare le parti a sedersi al tavolo di Ginevra”».
• Racconta Molinari sulla Sta: «Domenica sera Putin era appena arrivato nella residenza dell’ambasciatore russo quando la sicurezza del summit gli ha fatto sapere che l’esclusivo residence del G8 “non è pronto ad accoglierla questa sera” e dunque il volo in elicottero per Belfast sarebbe dovuto avvenire l’indomani. Putin è andato su tutte le furie, ha accusato il governo britannico di “inospitalità” e la sicurezza di “inefficienza”. E per dimostrare che davanti a simili imprevisti di cerimoniale la Russia è in grado di rilanciare ha ordinato – e ottenuto – dal suo ambasciatore di convocare una cena doc con i vip dei media e dell’economia britannica: dal direttore del «Financial Times» Lionel Barber al presidente della Borsa di Londra Chris Gibson-Smith. Direttori, analisti finanziari e accademici sono stati invitati all’ultima ora, arrivando puntuali a una serata nella quale Putin è stato, neanche a dirlo, grande mattatore. Ironizzando su Obama».