Fior da fiore, 16 giugno 2013
Fisco più morbido col «decreto del fare» • Chi è Rohani, il nuovo Presidente dell’Iran • Il bidello che ha sparato la professoressa di religione • Il tossico che ha ammazzato di botte la madre • Un bimbo di dieci mesi distingue bene e male (e sceglie il primo) • Il mare diventa low-cost
Fisco Il governo Letta ha dato il via ieri al primo pacchetto di misure per rilanciare l’economia. Il «decreto del fare» comprende provvedimenti che vanno dalla giustizia alla scuola al fisco. Sul fronte fiscale è prevista l’impignorabilità della prima casa per debiti tributari inferiori a 120 mila euro, con esclusione delle sole case di lusso. Altra norma a favore dei contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità: l’aumento della possibilità della rateizzazione dei debiti con l’Erario dalle attuali 72 rate a 120.
Rohani 1 In Iran Hassan Rohani, considerato un riformista moderato, contro tutte le aspettative ha vinto al primo turno con il 50,7 per cento. Sostituirà Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica islamica. [Sull’argomento leggi anche il fatto del giorno]
Rohani 2 Rohani, che nel 2003, sotto la presidenza Khatami, divenne capo negoziatore sul nucleare, nel 2004 firmò la sospensione del programma atomico. La moratoria non durò, e Rohani nemmeno: con l’elezione di Ahmadinejad a presidente, nel 2005 si dimise (restò in carica 678 giorni).
Rohani 3 «A maggio, quando Rohani è rispuntato dal nulla per ricandidarsi col suo popolo viola (“perché ho scelto questo colore? Perché è di moda”), come simbolo una chiave (“spalancherà al Paese la porta delle soluzioni”), un po’ per prudenza e un po’ per insipienza nessuno in Occidente gli ha dato il bacio del sostegno e della morte. Non ha chance, l’ha liquidato subito il Washington Post: troppo cauto, per diventare la bandiera dell’Onda Verde di quattro anni fa. Il curriculum non aiutava: primo religioso ad aver osato (sotto lo Scià) incoronare pubblicamente Khomeini col titolo d’imam, deputato dall’inizio della Rivoluzione, per una vita nel Consiglio per la sicurezza nazionale, una carriera benedetta dalla Guida suprema Khamenei... A 64 anni, Rohani ha la solida preparazione di chi ha fatto il seminario a Qom, militato col movimento del Clero combattente e fatto la necessaria guerra all’Iraq, è passato per buoni studi e una cattedra di diritto a Glasgow, ha sofferto la perdita d’un figlio suicida, parla l’inglese, il tedesco, l’arabo, il francese e il russo. Ma è pur sempre l’uomo di regime che nel ’99, di fronte a una piazza di contestatori, ebbe a sibilare un’unica soluzione finale: “Impiccateli”. Anche sul nucleare, che oggi si guarda bene dal mettere in discussione, e sul quale non avrà comunque l’ultima parola, il nuovo presidente non è sempre stato lineare: la sospensione concordata con l’Europa — rivelò nel 2006, forse per rifarsi un nome in patria — “ci servì in realtà per completare, in un clima di calma internazionale, il nostro lavoro sull’uranio nella centrale di Isfahan”. E pure due settimane fa, in un dibattito tv, l’uomo è sbottato (“lei non sa di cosa parla!”) davanti a un giornalista pro Ahmadinejad che gli rinfacciava quella famosa sospensione e d’avere svenduto l’Iran. La vittoria di Rohani è la sconfitta del fronte conservatore, diviso e litigioso, così certo di vincere da schiantarsi. E’ la speranza d’una nomenklatura sfinita dalle sanzioni. Fra cento sfumature di grigio, è spiccato il suo viola» (Francesco Battistini, Cds)
Delitto 1 Giovanna Nobile, 54 anni. Siciliana, «solare», bella, bionda, grandi occhi chiari, due figli, nonna da un mese, trentadue anni di matrimonio festeggiati giovedì scorso, il marito titolare di un box al mercato, insegnava religione alla scuola elementare Pappalardo di Vittoria (Ragusa). Di lei s’era invaghito il bidello Salvatore Lo Presti, 69 anni, tarchiato, guance pienotte, moglie e cinque figli, «un po’ strano», ribattezzato ironicamente «il poeta» perché ce l’aveva con tutti: parlava con rabbia del mondo che non va, della «pulizia» che bisognerebbe fare e delle leggi che gli impedivano di andare in pensione minacciando di «ammazzarne due, tre a caso, un giorno o l’altro». Costui ieri mattina, in tasca una calibro 7.65 regolarmente denunciata, seguì la Nobile in segreteria e le sparò cinque colpi dritti nell’addome (un sesto colpo finì sul soffitto perché un altro bidello, Salvatore Gallo, gli saltò addosso spostandogli il braccio). Quindi si rifugiò in un’aula e lì lo trovarono poco dopo i poliziotti, ai quali spiegò: «Avevo scritto anche delle poesie in siciliano alla professoressa, ma lei mi rifiutava. Ero colpito dalla sua indifferenza» (alle 10 e mezza di sabato 15 giugno al Pappalardo di Vittoria, grosso centro agricolo della provincia di Ragusa).
Delitto 2 Anna Fiume, 52 anni. Napoletana, separata, viveva col figlio Ciro Ciccarelli, 28 anni, tossico e violento, che l’altra notte verso le quattro urlò «voglio un bicchiere d’acqua» pretendendo che fosse la madre ad alzarsi e portargliela. Lei non lo fece e allora lui la tirò fuori dal letto e la riempì di calci e pugni finché non smise di respirare (notte tra venerdì 14 e sabato 15 giugno a Scampia, nord di Napoli).
Bene e male Un bambino di soli dieci mesi è in grado di distinguere tra bene e male. Lo dimostra uno studio giapponese sull’empatia. Yasuhiro Kanakogi dell’università di Kyoto in Giappone ha mostrato a bambini piccolissimi, su un computer, delle figure geometriche: di queste, alcune facevano la parte dei «bulli», altre delle «vittime». Per esempio un cerchio verde «inseguiva» un triangolo rosso, un cubo blu cercava di «sfuggire» alla «caccia» di una sfera bianca, un rettangolo blu sistematicamente «ostacolava» il movimento di un triangolo giallo eccetera. Stando alla relazione pubblicata dagli studiosi, l’empatia che il bimbo sente per la figurina vittima viene mostrata dal suo tentativo di prenderla in mano. I bimbi insomma tentano di cogliere e probabilmente proteggere e consolare la vittima, ma mai il bullo tormentatore, sia esso la palla o il cubo (Massimo Piattelli Palmarini, Cds).
Ombrelloni Tra le strategie messe in atto dai gestori di spiagge per attirare clienti: ombrelloni “part time” da condividere nelle diverse ore della giornata; cabina in condominio divisa tra più famiglie; forti sconti agli insonni che arrivano all’alba; ingresso a tempo: dieci ore da spalmare lungo un’intera settimana. Tra un taglio e l’altro, Federeconsumatori stima un risparmio medio che si aggira intorno al 5 per cento per le sdraio, all’un per cento per la cabina e al 2 per cento per l’ombrellone (Irene Maria Scalise, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)