1 giugno 2013
Tags : Myrta Merlino
Biografia di Myrta Merlino
• Napoli 3 maggio 1968. Giornalista. Conduttrice di L’aria che tira su La7: «Lo studio è diventato casa mia, ho perso ogni freno inibitore, se non capisco chiedo, se non mi piace una risposta lo dico, se voglio fare una battuta la faccio. Preferisco che un critico televisivo trovi da ridire dandomi della Sòra Cecioni piuttosto che cambiare tutto questo e mettermi a fare la pantomima del talk show paludato, in cui nessuno mi vede, a partire da me» (a Marianna Aprile).
• Inizi alla pagina economica del Mattino («Paolo Graldi è stato il mio angelo custode») poi è passata alla tv come autrice, con Giovanni Minoli a Mixer, Italia Maastricht, Energia, Mister Euro, La storia siamo noi. Dal 2006 al 2009 conduttrice di Economix (su Raitre all’1.10 di notte): «Una trasmissione alla quale partecipano politici ed esperti in economia e dove studenti universitari formulano domande. (...) Si impara sempre qualcosa seguendo il programma, in quanto gli ospiti si sforzano di essere comprensibili in ogni risposta. Ci sarà un motivo per relegare la trasmissione all’una e dieci di notte ma proprio non riusciamo a capirlo» (Maurizio Costanzo) [Mes 10/3/2009].
• Nel 2009 è passata a La7.
• Ha scritto tre saggi di economia per la Sperling & Kupfer: La moneta (2003), Gli affari nostri (2006), L’aria che tira (2012).
• Il 1° giugno 2013 ha raccontato a Klauscondicio, il programma di Klaus Davi in onda su YouTube, quella volta che Dominique Strauss-Kahn la «spinse contro un muro e tentò di baciarmi» in un albergo di Davos: «All’epoca facevo l’autore del programma di Alan Friedman e cercavo di fare tutte le interviste che potevo. L’ufficio stampa di Strauss-Kahn mi spiegò che il ministro aveva già impegni molto importanti con la Cnn, ma lui mi notò e disse di voler fare l’intervista nonostante la giornata difficilissima, dandomi appuntamento la sera alle otto al bar del suo albergo. Arrivai con il mio operatore e dopo poco mi arrivò un piattino d’argento con sopra un bigliettino che diceva che il ministro mi aspettava nella sua suite. Salii su e Strauss-Kahn mi aprì in vestaglia ed effettivamente qualche dubbio cominciò a sorgermi. Mi disse di lasciare l’operatore fuori per concordare prima l’intervista, quindi entrai un po’ titubante e mi sedetti sulla poltrona. C’era una grande coppa di champagne e lui cominciò a fare una conversazione del tutto estranea alla nostra intervista. Allora gli ricordai dell’operatore e dell’intervista, lui cominciò spudoratamente a farmi la corte, dicendomi che adorava le giornaliste. Io gli dissi che consideravo sua moglie una donna straordinaria e una grande giornalista. Mi alzai e lui mi spinse violentemente contro un muro e tentò di baciarmi. Gli mollai un potente ceffone, mi divincolai con fatica, e uscii dalla stanza molto agitata, andai a parlare con Alan che, tra l’altro, mi disse “però cavolo potevi fare comunque l’intervista, potevi tornare con l’osso in bocca”». Alla domanda di Klaus Davi sul perché non denunciò l’episodio lei rispose: «Non lo denunciai perché l’ho considerato un incidente di percorso sgradevole, dove me la sono cavata bene e non volevo che diventasse motivo per diventare famosa» (Rep.it 1/6/2013).
• Ha tre figli.