Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

• Ieri mattina alle otto la Polizia Postale e la Guardia di Finanza si sono presentate a Imperia a villa Giuseppina, più nota come villa Ninnina, residenza della famiglia Scajola con un mandato di perquisizione. Il mandato era firmato dal pubblico ministero di Imperia Alessandro Bogliolo, l’ipotesi di reato è abuso edilizio e finanziamento illecito in quanto Claudio Scajola «in qualità di membro della Camera avrebbe ricevuto una corresponsione in via indiretta, con la messa a disposizione di servizi consistenti in interventi edilizi, di un contributo che ha determinato l’accrescimento del suo patrimonio». In violazione della legge sul finanziamento ai partiti. L’accusa, che Scajola e il suo avvocato Marco Mangia definiscono «fantasiosa», è relativa a lavori di ristrutturazione durati quasi dieci anni. La villa di famiglia della moglie di Scajola era malridotta e quando iniziò il restauro, dice l’avvocato, «per problemi di stabilità si dovette fare un intervento di ricostruzione con un aumento dei costi». L’ipotesi dei pm è che Scajola non abbia pagato in modo congruo i lavori che comprendono un campetto da calcio con spogliatoi interrati e una piscina. Per quanto riguarda gli abusi edilizi, il campetto è stato condonato nel 2011 con il pagamento di circa 5.000 euro, la piscina è regolare. Un’inchiesta per abusi edilizi si è conclusa da poco con l’avviso di fine indagini della Procura e i legali di Scajola hanno presentato una memoria difensiva. I pm contestano l’assenza di contratto scritto fra committente e ditta costruttrice, il capitolato con gli interventi e il preventivo. La ditta Ar.co che ha eseguito i lavori fa capo a un compagno di partito e amico di lunga data di Scajola, Gianfranco Gaggero, che è stato assessore e vicesindaco del Comune di Imperia. Indagati anche l’ingegnere e progettista Giovanni Di Cicco e l’imprenditore imperiese Ivo De Michelis, nome di spicco dell’economia locale, membro del cda di Carige. [Dellacasa, Cds]