Rassegna, 18 aprile 2013
Quirinale, intesa possibile su Marini
• Il favorito nella corsa per il Quirinale al momento è Franco Marini. Al termine di un’assemblea parlamentare molto tesa, il Pd ha deciso di proporre la candidatura dello storico segretario della Cisl, già presidente del Senato, ex ministro, cattolico. I democratici in realtà si sono spaccati sul suo nome (nelle votazioni serali al cinema Capranica 222 i voti favorevoli, 90 i contrari, 21 gli astenuti). Matteo Renzi, intervistato alle Invasioni Barbariche su La7, è stato chiaro: «Noi non lo votiamo. Questo è uno schiaffo agli elettori e un dispetto al Paese. Meglio Bonino, Prodi, Amato e Rodotà di Marini». Hanno fatto sapere che daranno il loro appoggio a Marini il Pdl in blocco, Scelta Civica e probabilmente la Lega Nord. Nichi Vendola invece si è detto contrario.
• Marini potrebbe essere eletto già al primo scrutinio, se convergessero su di lui almeno 400 voti del centrosinistra, i 70 centristi e i 211 del Pdl. In questo modo i sì sarebbero all’incirca 680, poco al di sopra dei 672 che costituiscono i due terzi dei votanti necessari nei primi tre scrutini. Dal quarto in poi la maggioranza diventa quella della metà più uno, pari a 504. Tuttavia, nel corso della prima chiama i consensi potrebbero ridursi se decidessero di non votarlo oltre ai renziani e ai prodiani anche i Giovani Turchi del Pd. [Fuccaro, Cds]
• «Distrusse un partito, il Ppi, per fare un accordo con D’Alema. Era il ’99. Da allora ad oggi quanto è cambiato il mondo fuori? Ma poi, ve lo immaginate al telefono con Obama? A me sembra il meno adatto e lo voglio dire con chiarezza» (Renzi su Marini). [Grignetti, Sta]
• «Fuori del Capranica grillini e girotondini chiedono ai parlamentari del Partito democratico un atto di coraggio: “Votate Rodotà”, urlano. I deputati e i senatori del Pd, asserragliati dentro il teatro si scontrano e si confrontano. Il segretario vuole il voto per sfidare i suoi parlamentari a esprimersi contro la sua proposta. I renziani lo accettano ma chiedono lo scrutinio segreto. Orfini propone una sospensiva. I veltroniani con Andrea Martella chiedono anche loro tempo per “trovare un candidato più unitario”. Il segretario ottiene il voto e vince: 222 sì, 90 no, 21 astenuti, una settantina di parlamentari è già via. I parlamentari del Pd escono e vengono investiti dalle urla di una piccola folla lì davanti: “Vergogna, traditori, non vi votiamo più”». [Meli, Cds]
• Bersani aveva lavorato tutto il giorno sul nome di Sergio Mattarella. Non ce l’ha fatta, Berlusconi ha opposto il veto. Ed è spuntato Marini. «La sua candidatura è quella più in grado di realizzare le maggiori convergenze. Dobbiamo eleggere il presidente della Repubblica. È sempre stato difficile, richiede un’assunzione di responsabilità soprattutto da chi ha più numeri». Parole che sono suonate però poco convinte. [De Marchis, Rep]